I GENITORI SONO ANCHE UNA COPPIA

di Bruno Ferrero

 

Papà e mamma dovrebbero ricordarsi sempre di essere anche marito e moglie e che il loro amore deve crescere insieme ai loro figli. Se il rapporto che li unisce rimane vivo e forte, di solito, in famiglia tutto funziona bene e i problemi si possono risolvere. Facciamo alcune semplici considerazioni su questo tema, talvolta dimenticato quando si parla di educazione dei figli.

I poli opposti si attraggono. C'è sempre un modo femminile e un modo maschile di vedere e affrontare la realtà e i problemi. Questa diversità deve essere visibile, non soffocata. I ruoli di mamma e di papà non devono essere rovesciati con leggerezza. Uno dei due finirebbe per sentirsi escluso. Sono le diversità che si completano, si armonizzano e formano un modo "familiare" di considerare le cose.

Rinnovarsi e cambiare. E' importante non piombare nel grigiore delle abitudini, né mantenere semplicemente un livello accettabile. Crescere significa rinnovarsi, spezzare la routine, ascoltarsi accorgersi dei cambiamenti che avvengono. Non parlare automaticamente alla persona che è stata o a quella che si è fissata nella memoria, ma a quella che è ora. Gli uomini devono anche ricordarsi che le donne si sobbarcano il peso della responsabilità domestica e che perciò raramente riescono a dedicare del tempo a se stesse. Una madre ha scritto: «Come sarebbe bello se qualche volta si accorgessero che sono un essere umano, con i suoi momenti di avvilimento, di noia, di debolezza. Che sono insomma una come loro e che dispongo ancora di ampie riserve d'amore, di cui potrebbero approfittare a patto di considerarmi una compagna a tutti gli effetti, non una mucca da latte».

Anniversari feste, regali, scampagnate e biglietti augurali possono interrompere la plumbea coltre delle abitudini.

Abbattere i muri intorno al cuore. Un'antica storia racconta di due eremiti del deserto che vivevano in grotte vicine. Uno dei due si credeva ormai vicino alla perfezione e disapprovava le frequenti, anche se minuscole, mancanze dell'altro. Per fargli toccare con mano quanto fosse ancora lontano dalla santità, il primo decise di posare una pietra all'imboccatura della grotta ogni volta che l'altro commetteva una colpa. Dopo qualche mese davanti alla grotta c'era un muro di pietre grigio e soffocante. Talvolta intorno al cuore costruiamo dei muri, con le piccole pietre quotidiane dei risentimenti le ripicche, i silenzi, le questioni irrisolte, le imbronciature. E' importante dimostrare i sentimenti, mantenere viva la sensibilità al dolore dell'altro. Accettare l'inevitabile imperfezione altrui. Le donne hanno bisogno di comunicare i propri sentimenti, di sentirsi ascoltate e protette, gli uomini hanno bisogno di sentirsi apprezzati per quello che fanno.

Tenere sempre aperta la porta. La porta dell'intesa viene bruscamente chiusa con la perdita della fiducia, della considerazione, della stima, del rispetto, dell'accettazione e della comprensione. Avviene quando tutto comincia a irritare, quando ci si ferisce per un nonnulla, quando tutto ciò che sembrava «carino» diventa detestabile. La situazione diventa pesante quando marito e moglie sono sempre sulla difensiva e si sentono attaccati quando l'altro sta semplicemente comunicando quello che prova.

Amore, romanticismo, fedeltà. La famiglia funziona quando è un nucleo affettivo stabile. Occorre respirare un amore costante e concreto, perché questa è l'iniezione quotidiana di speranza di cui i figli hanno bisogno per sopravvivere in questo mondo. Marito e moglie devono ri-innamorarsi periodicamente. Rispolverare periodicamente i rituali romantici, dai fiori al guardarsi negli occhi mentre ci si parla..

Il vero insidioso nemico della famiglia è la distrazione. Di solito non sono i grandi problemi che distruggono e dividono, ma la ruggine della distrazione. Cose da niente, magari, come la consapevolezza di essere capaci, in una situazione estrema, di rischiare la vita per salvare lui o lei e poi non riuscire ad alzare un calzino sporco da terra per farle un piacere. In una società del provvisorio e del «più o meno» come la nostra, l'impegno della fedeltà, vissuto e riaffermato, è per la famiglia come l'acqua per i fiori.

Trovare il giusto equilibrio tra dipendenza e autonomia. Una famiglia non può essere una specie di caserma con comandante e subalterni, né un'impresa con padrone e dipendenti. E' necessario arrivare alla vera concordia. Comunicando molto e, soprattutto, ascoltandosi molto. Innamorarsi e sposarsi si può fare sulle ali degli angeli... Ma vivere insieme non è automatico: richiede apprendimento, fatica, sacrificio. E' come imparare a ballare: quando uno fa un passo avanti, l'altro fa un passo indietro. Una volta ciascuno. Ma lo si può fare solo se ci si tiene stretti.

Vivere insieme una missione. E' forse questo il grande segreto: il matrimonio è un'alleanza per uno scopo più alto. Non c'è gerarchia. Si prendono le decisioni insieme. Con mansioni diverse, responsabilità diverse. Ma è necessario tenere gli occhi fissi a uno scopo che vada oltre i ristretti orizzonti di un convivere sotto lo stesso tetto per aiutarsi a «tirare avanti».

Tratto da: Bollettino Salesiano Giugno 1997

 

 

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