SANTO ROSARIO MEDITATO CON PAPA GIOVANNI PAOLO II

 

 

Indice dei Rosari Meditati

 

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1° Mistero gaudioso: Annuncio dell’Angelo a Maria

 L’Angelo disse a Maria: “Lo Spirito Santo scenderà su di te. Il tuo bambino sarà santo, chiamato Figlio di Dio”. Maria disse: “Eccomi, sono la serva del Signore, avvenga di me quello che hai detto” (Lc 1,35.38).

 

Riflessione di san Giovanni Paolo II:

Nell’Annunciazione, il saluto di Gabriele alla Vergine di Nazareth si riallaccia all’invito alla gioia messianica: “Rallegrati, Maria”. A questo annuncio approda tutta la storia della salvezza; anzi, in certo modo, la storia stessa del mondo. Se infatti il disegno del Padre è di ricapitolare in Cristo tutte le cose (cfr. Ef 1,10), è l’intero universo che in qualche modo è raggiunto dal divino favore con cui il Padre si china su Maria per renderla Madre del suo Figlio. A sua volta, tutta l’umanità è come racchiusa nel “fiat” con cui Ella prontamente corrisponde alla volontà di Dio. Gli occhi del cuore di Maria si concentrano in qualche modo su Gesù già nell’Annunciazione, quando lo concepisce per opera dello Spirito Santo; nei mesi successivi comincia a sentirne la presenza e a presagirne i lineamenti. Di fronte a ogni mistero del Figlio, Ella ci invita, come nella sua Annunciazione, a porre con umiltà gli interrogativi che aprono alla luce, per concludere sempre con l’obbedienza della fede: “Sono la serva del Signore, avvenga di me quello che hai detto” (Lc 1,38).

 

1 Padre nostro - 10 Ave Maria - 1 Gloria al Padre 

Gesù, perdona le nostre colpe . . . 

San Giovanni Paolo II, prega per noi. 

 

2° Mistero gaudioso: Maria visita Elisabetta

Al saluto di Maria, Elisabetta esclamò: “Benedetta tu fra le donne e benedetto il Frutto del tuo grembo!” Allora Maria disse: “L’anima mia magnifica il Signore e il mio spirito esulta in Dio, mio Salvatore” (Lc 1,40.42.46)

 

Riflessione di san Giovanni Paolo II:

All’insegna dell’esultanza è poi la scena dell’incontro con Elisabetta, dove la voce stessa di Maria e la presenza di Cristo nel suo grembo fanno “sussultare di gioia” Giovanni (cfr. Lc 1, 44). La prima parte dell’Ave Maria, infatti, desunta dalle parole rivolte a Maria dall’Angelo Gabriele e da Sant’Elisabetta, è contemplazione adorante del mistero che si compie nella Vergine di Nazareth. Esse esprimono, per così dire, l’ammirazione del cielo e della terra e fanno, in certo senso, trapelare l’incanto di Dio stesso nel contemplare il suo capolavoro – l'Incarnazione del Figlio nel grembo verginale di Maria – nella linea di quel gioioso sguardo della Genesi (cfr. Gn 1,31). Il ripetersi, nel Rosario, dell’Ave Maria, ci pone sull’onda dell’incanto di Dio: è giubilo, stupore, riconoscimento del più grande miracolo della storia. È il compimento della profezia di Maria: «D’ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata» (Lc 1, 48). Facendo nostre nell’Ave Maria le parole dell’Angelo Gabriele e di Santa Elisabetta, ci sentiamo spinti a cercare sempre nuovamente in Maria, tra le sue braccia e nel suo Cuore, quel “frutto benedetto del suo grembo” (cfr. Lc 1,42).

 

1 Padre nostro - 10 Ave Maria - 1 Gloria al Padre 

Gesù, perdona le nostre colpe . . . 

San Giovanni Paolo II, prega per noi. 

 

3° Mistero gaudioso: Nascita di Gesù a Betlemme

Maria diede alla luce il suo Figlio, e lo avvolse in fasce e lo depose in una mangiatoia, perché non c’era posto per loro nell’albergo (Lc 2,7).

 

Riflessione di san Giovanni Paolo II:

Soffusa di letizia è la scena di Betlemme, in cui la nascita del Bimbo divino, il Salvatore del mondo, è cantata dagli Angeli e annunciata ai pastori proprio come «una grande gioia» (Lc 2,10). Il cristianesimo, dopo duemila anni, non ha perso nulla della freschezza delle origini, e si sente spinto dallo Spirito di Dio a “prendere il largo” (“duc in altum!”) per ridire, anzi “gridare” Cristo al mondo come Signore e Salvatore, come “la via, la verità e la vita” (Gv 14,6). Seguendo il cammino di Cristo, nel quale il cammino dell’uomo è «ricapitolato» (Sant’Ireneo), svelato e redento, il credente si pone davanti all’immagine dell’uomo vero. Contemplando la sua nascita impara la sacralità della vita, la misura del vero e proprio umanesimo. Come si potrebbe fissare, nei misteri gaudiosi, il mistero del Bimbo nato a Betlemme senza provare il desiderio di accogliere, difendere e promuovere la vita, facendosi carico della sofferenza dei bambini in tutte le parti del mondo?

 

1 Padre nostro - 10 Ave Maria - 1 Gloria al Padre 

Gesù, perdona le nostre colpe . . . 

San Giovanni Paolo II, prega per noi. 

 

4° Mistero gaudioso: Gesù è presentato al tempio

Portarono il Bambino a Gerusalemme per offrirlo al Signore. Simeone disse a Maria: “Egli è segno di contraddizione – e anche a te una spada trafiggerà l’anima – perché siano svelati i pensieri di molti cuori” (Lc 2,22.34.35)

 

Riflessione di san Giovanni Paolo II:

Questo mistero, pur conservando il sapore della gioia, anticipa i segni del dramma. La presentazione al Tempio, infatti, mentre esprime la gioia della consacrazione e immerge nell’estasi il vecchio Simeone, registra anche la profezia del “segno di contraddizione” che il Bimbo sarà per Israele e della spada che trafiggerà l’anima della Madre. È un annuncio che si compirà per Maria nella passione e morte del suo Figlio. Accanto a Lui, colpito dalla lancia, c’è sul Calvario la Madre, la cui anima è trafitta da una spada. E a una spada è paragonata la Parola di Dio (cfr. Eb 4,12). A causa della Parola che crea e distrugge, che dà morte e vita; della Parola che Maria non sempre comprende, ma che accoglie e medita e confronta nel suo Cuore immacolato; a causa  di Cristo-Verbo del Padre, contraddetto dagli uomini, la sua anima è trafitta dal dolore come da una spada. La Parola fa della Vergine la generosa collaboratrice di Cristo Salvatore. Ogni credente è chiamato a offrire la propria vita insieme con Cristo per la redenzione del mondo. Tutti noi, come Maria, dobbiamo “completare” nella nostra carne “quello che manca ai patimenti di Cristo, a favore del suo corpo che è la Chiesa” (Col 1,24)

 

1 Padre nostro - 10 Ave Maria - 1 Gloria al Padre 

Gesù, perdona le nostre colpe . . . 

San Giovanni Paolo II, prega per noi. 

 

5° Mistero gaudioso: Gesù ritrovato nel tempio

Il fanciullo Gesù rimase a Gerusalemme, senza che i suoi genitori se ne accorgessero. Dopo tre giorni lo trovarono nel tempio, seduto in mezzo ai dottori, mentre li ascoltava e li interrogava (Lc.2,43.46).

 

Riflessione di san Giovanni Paolo II:

Gioioso e insieme drammatico è pure l’episodio di Gesù dodicenne al Tempio. Egli qui appare nella sua divina sapienza, mentre ascolta e interroga, e sostanzialmente nella veste di colui che ‘insegna’. La rivelazione del suo mistero di Figlio tutto dedito alle cose del Padre è annuncio di quella radicalità evangelica che pone in crisi anche i legami più cari dell’uomo, di fronte alle esigenze assolute del Regno. Gli stessi Giuseppe e Maria, trepidanti e angosciati, “non compresero le sue parole” (Lc 2, 50). Da allora lo sguardo di Maria, sempre ricco di adorante stupore, non si staccherà più da Lui. Ella vive con gli occhi su Cristo e fa tesoro di ogni sua parola: “Serbava tutte queste cose meditandole nel suo cuore” (Lc 2,19; cfr. 2,51). I ricordi di Gesù, impressi nel suo animo, l’hanno accompagnata in ogni circostanza, portandola a ripercorrere col pensiero i vari momenti della sua vita accanto al Figlio. Sono stati questi ricordi a costituire, in un certo senso, il “Rosario” che Ella stessa ha costantemente recitato nei giorni della sua vita terrena. La contemplazione di Cristo ha in Maria il suo modello insuperabile. Il volto del Figlio le appartiene a titolo speciale. È nel suo grembo che si è plasmato, prendendo da lei umana somiglianza che evoca un’intimità spirituale certo ancora più grande. Alla contemplazione del volto di Cristo nessuno si è dedicato con altrettanta assiduità di Maria.

 

1 Padre nostro - 10 Ave Maria - 1 Gloria al Padre 

Gesù, perdona le nostre colpe . . . 

San Giovanni Paolo II, prega per noi. 

Salve, Regina . . . 

Litanie alla Regina del Santo Rosario

 

 

1° Mistero della luce: Gesù è battezzato nel Giordano

Gesù fu battezzato nel Giordano da Giovanni. Lo Spirito discese su di lui come una colomba e si sentì una voce dal cielo: “Tu sei il mio Figlio prediletto, in te mi sono compiaciuto” (Mc 1,9-11).

 

Riflessione di san di Giovanni Paolo II

Nell’arco dei Misteri della vita pubblica contempliamo aspetti importanti della persona di Cristo quale rivelatore definitivo di Dio. Ognuno di questi misteri è rivelazione del Regno ormai giunto nella persona stessa di Gesù. È il mistero di luce il battesimo al Giordano. Qui, mentre il Cristo scende, quale innocente che si fa “ peccato” per noi (cfr. 2Cor 5,21), nell’acqua del fiume, il cielo si apre e la voce del Padre lo proclama Figlio diletto (cfr. Mt 3,17 e par.), mentre scende su di Lui per investirlo della missione che lo attende. L’effusione dello Spirito nel battesimo inserisce il credente come tralcio nella vite che è Cristo (cfr. 1Cor 12,12; Rm 12,5 ). A questa unità iniziale, tuttavia, deve corrispondere un cammino di assimilazione crescente in Lui, che orienti sempre di più il comportamento del discepolo secondo la “logica” di Cristo: “abbiate in voi gli stessi sentimenti che furono in Cristo Gesù” (Fil 2,5). Occorre, secondo le parole dell’Apostolo, “rivestirsi di Cristo” (cfr. Rm 13,14; Gal 3,27).

 

1 Padre nostro - 10 Ave Maria - 1 Gloria al Padre 

Gesù, perdona le nostre colpe . . . 

San Giovanni Paolo II, prega per noi. 

 

2° Mistero della luce: Gesù e Maria alle nozze di Cana

La madre di Gesù gli disse: “non hanno più vino”. Gesù ( cambiando l’acqua in vino) diede inizio ai suoi miracoli e i suoi discepoli credettero in Lui (Gv 2,3.11).

 

Riflessione di san di Giovanni Paolo II

Mistero di luce è l’inizio dei segni a Cana (cfr. Gv 2,1-12), quando Cristo, cambiando l’acqua in vino, apre alla fede il cuore dei discepoli grazie all’intervento di Maria, la prima dei credenti. Qui lo sguardo di Maria è uno sguardo penetrante, capace di leggere nell’intimo di Gesù, fino a percepirne i sentimenti nascosti e a indovinarne le scelte. La rivelazione, che nel battesimo al Giordano è offerta direttamente dal Padre, sta a Cana sulla bocca di Maria, e diventa la grande ammonizione materna che ella rivolge alla chiesa di tutti i tempi: “Fate quello che vi dirà” (Gv 2,5). La presenza di Gesù a Cana manifesta il progetto salvifico di Dio riguardo al matrimonio. In prospettiva, la carenza di vino può essere interpretata come allusiva alla mancanza di amore, che purtroppo non raramente minaccia l’unione sponsale. Maria chiede a Gesù di intervenire in favore di tutti gli sposi, che solo un amore fondato in Dio può liberare dai pericoli dell’infedeltà, dell’incomprensione e delle  divisioni. La grazia del Sacramento offre agli sposi questa forza superiore d’amore, che può corroborare l’impegno della fedeltà anche nelle circostanze più difficili.

 

1 Padre nostro - 10 Ave Maria - 1 Gloria al Padre 

Gesù, perdona le nostre colpe . . . 

San Giovanni Paolo II, prega per noi. 

 

3° Mistero della luce: Gesù annuncia il regno di Dio e la nostra conversione

“Dopo che Giovanni fu arrestato, Gesù andò nella Galilea annunciando il regno di Dio, e diceva: Il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino; convertitevi e credete nel Vangelo (Mc.1,14-20). In questo passo troviamo le prime parole dette da Gesù all’inizio della sua predicazione “il regno di Dio è vicino: convertitevi e credete”.

 

Riflessione di san di Giovanni Paolo II

Tutto il mistero di Cristo è luce. Egli è la luce del mondo” (Gv 8,12). Ma questa dimensione emerge particolarmente negli anni della vita pubblica, quando egli annuncia il Vangelo del Regno. Cristo è Colui che, dichiarato Figlio diletto del Padre nel Battesimo al Giordano, annuncia la venuta del Regno, la testimonia con le opere, ne proclama le esigenze. È negli anni della vita pubblica che il mistero di Cristo si mostra a titolo speciale quale mistero di luce: “Finché sono nel mondo, sono la luce del mondo” (Gv 9,5). Mistero di luce è la predicazione con la quale Gesù annuncia l’avvento del Regno di Dio e invita alla conversione (cfr. Mc 1,15), rimettendo i peccati di chi si accosta a Lui con umile fiducia (cfr. Mc 2,2-13; Lc 7,47-48), inizio del ministero di misericordia che Egli continuerà ad esercitare fino alla fine del mondo, attraverso il sacramento della riconciliazione affidato alla sua Chiesa (cfr. Gv 20,22- 23). La Chiesa sottolinea la partecipazione di Maria alla vita pubblica di Gesù: Durante la predicazione di lui raccolte le parole, con le quali il figlio, esaltando il Regno al di sopra dei rapporti e dei vincoli della carne e del sangue, proclamò beati quelli che ascoltano e custodiscono la parola di Dio (cfr. Mc 3,35 paralleli; Lc 11, 27-28) come Ella fedelmente faceva”.

 

1 Padre nostro - 10 Ave Maria - 1 Gloria al Padre 

Gesù, perdona le nostre colpe . . . 

San Giovanni Paolo II, prega per noi. 

 

4° Mistero della luce: Gesù è trasfigurato sul monte Tabor

Mentre pregava, il suo volto si fece splendente come il sole e le sue vesti divennero bianche come la luce e una voce disse: “Questi è il mio Figlio, l’Eletto; ascoltatelo!” (Lc 9,29.35).

 

Riflessione di san di Giovanni Paolo II

Mistero di luce per eccellenza è la trasfigurazione, avvenuta, secondo la tradizione, sul monte Tabor. La gloria della Divinità sfolgora sul volto di Cristo, mentre il Padre lo accredita agli apostoli estasiati perché lo ascoltino (cfr. Lc 9,35 e par.) e si dispongano a vivere con Lui il momento doloroso della Passione, per giungere con Lui alla gioia della Risurrezione e a una vita trasfigurata dallo Spirito Santo. “E apparve trasfigurato davanti a loro; il suo volto brillò come il sole” (Mt 17,2). La scena evangelica della trasfigurazione di Cristo, nella quale i tre apostoli Pietro, Giacomo e Giovanni appaiono come rapiti dalla bellezza del Redentore, può essere assunta a icona della contemplazione cristiana. Fissare gli occhi - cioè - sul volto di Cristo, riconoscerne il mistero nel cammino ordinario e doloroso della sua umanità, fino a coglierne il fulgore divino definitivamente manifestato nel Risorto glorificato alla destra del Padre, è il compito di ogni vero discepolo di Cristo; è quindi anche compito nostro. Contemplando questo volto ci apriamo ad accogliere il mistero della vita trinitaria, realizzando così anche per noi la parola di San Paolo: “Riflettendo come in uno specchio la gloria del Signore, veniamo trasformati in quella medesima immagine, di gloria in gloria, secondo l’azione dello spirito del Signore ” (2Cor 3,18).

 

1 Padre nostro - 10 Ave Maria - 1 Gloria al Padre 

Gesù, perdona le nostre colpe . . . 

San Giovanni Paolo II, prega per noi. 

 

5° Mistero della luce: Gesù istituisce l’Eucaristia e il Sacerdozio

Mentre mangiavano Gesù prese il pane e, pronunziata la benedizione, lo spezzò e lo diede ai suoi discepoli dicendo: “Prendete, questo è il mio corpo”. Poi prese il calice e rese grazie, lo diede loro e ne bevvero tutti e disse: “Questo è il mio sangue, il sangue dell’alleanza, versato per la moltitudine” (Mc 14,22-24).

 

Riflessione di san di Giovanni Paolo II

Mistero di luce è l’istituzione dell’Eucaristia e del Sacerdozio, nella quale Cristo si fa nutrimento con il suo corpo e il suo sangue sotto i segni del Pane e del Vino, testimoniando “sino alla fine” il suo amore per l’umanità (Gv 13,1), per la cui salvezza si offrirà in sacrificio. I vangeli nulla dicono di un’eventuale presenza di Maria nel Cenacolo al momento dell’istituzione dell’Eucaristia. Ma la funzione che svolge, Ella - Madre dei Sacerdoti e della stessa Eucaristia - accompagna, in qualche modo, tutto il cammino di Cristo e della Chiesa. Quel Corpo e quel Sangue Divino, che ci rinsalda nell’unità dello Spirito Santo per formare la Chiesa, conserva la sua originaria matrice da Maria. Li ha preparati lei quella carne e quel sangue, prima di offrirli al Verbo come dono della famiglia umana, perché Egli se ne rivestisse diventando nostro Redentore, sommo Sacerdote e Vittima di espiazione. Se il corpo che noi mangiamo e sangue che noi beviamo è il dono inestimabile del Signore risorto a noi viatori, Esso porta ancora in sé, come pane fragrante, il sapore e il profumo della Vergine Madre. Quel corpo ha veramente patito ed è stato immolato sulla croce per l’uomo, anche per mezzo di Maria.

 

1 Padre nostro - 10 Ave Maria - 1 Gloria al Padre 

Gesù, perdona le nostre colpe . . . 

San Giovanni Paolo II, prega per noi. 

Salve, Regina . . . 

Litanie alla Regina del Santo Rosario

 

 

1° Mistero doloroso: Gesù agonizza nel Getsemani

Gesù nel Getsemani, triste e pieno di angoscia, si gettò con la faccia in terra e si mise a pregare: “Padre, se è possibile, allontana da me questo calice! Però sia fatta non la mia, ma la tua volontà” (Mt 26,36.39).

 

Riflessione di san Giovanni Paolo II

Il percorso meditativo sulla passione si apre col Getsemani, lì dove Cristo vive un momento particolarmente angoscioso di fronte alla volontà del Padre, alla quale la debolezza della carne sarebbe tentata di ribellarsi. Lì Cristo si pone nel luogo di tutte le tentazioni dell’umanità, e di fronte tutti i peccati dell’umanità, per dire al Padre: “Non sia fatta la mia, ma la tua volontà” (Lc 22,42 e par.). Questo suo “sì” ribalta il “no” dei progenitori nell’Eden ed unisce il suo "sì" anche al fiat della Madre. E quanto questa adesione alla volontà del Padre debba costargli emerge dai misteri seguenti. Nello scenario del Getsemani e del Golgotha, la coscienza umana di Gesù è sottoposta alla prova più dura. Ma nemmeno il dramma della passione e morte riuscirà ad intaccare la sua serena certezza di essere il Figlio del  Padre celeste e della missione che deve compiere. Diventa naturale portare a questo incontro con la santa umanità del Redentore i tanti problemi, assilli, fatiche e progetti che segnano la nostra vita. “Getta sul Signore il tuo affanno, ed egli ti darà sostegno” (Sal 55,23). Meditare col Rosario di Maria, significa consegnare i nostri affanni ai cuori misericordiosi di Cristo per mezzo del Cuore Immacolato della Madre.

 

1 Padre nostro - 10 Ave Maria - 1 Gloria al Padre 

Gesù, perdona le nostre colpe . . . 

San Giovanni Paolo II, prega per noi. 

 

2° Mistero doloroso: Gesù è flagellato.

La folla gridava: “Crocifiggilo! crocifiggilo!” Allora Pilato lasciò libero Barabba e fece frustare a sangue Gesù. (Mc 15,14-15).

 

Riflessione di san Giovanni Paolo II

“Il tuo volto, Signore, io cerco ” (Sal 27,8). L’antico anelito del salmista non poteva ricevere esaudimento più grande e sorprendente che nella contemplazione del volto di Cristo. Questa ci conduce ad accostare l’aspetto più paradossale del suo mistero, quale emerge dall’ora estrema. Mistero nel mistero, davanti al quale l’essere umano non può che prostrarsi in adorazione. Come nel venerdì e nel sabato Santo, la chiesa continua a restare in contemplazione di questo Volto insanguinato, nel quale è nascosta la vita di Dio e offerta la salvezza del mondo. Per riportare all’uomo il volto del padre, Gesù ha dovuto non soltanto assumere il volto dell’uomo, ma caricarsi persino del “volto” del peccato. “Colui che non aveva conosciuto peccato, Dio lo trattò da peccato in nostro favore, perché noi potessimo diventare per mezzo di lui giustizia di Dio” (2Cor 5,21). Mentre si identifica, “abbandonato” dal Padre, Egli si “abbandona” nella volontà del Padre. I suoi occhi restano fissi sul Padre. Proprio per la conoscenza e l’esperienza che solo lui ha di Dio, egli vede limpidamente la gravità del peccato e soffre per esso. Prima ancora, e ben più che nel corpo, la sua passione è sofferenza atroce dell’anima, che condividerà solamente nel silenzio sofferto della Madre.

 

1 Padre nostro - 10 Ave Maria - 1 Gloria al Padre 

Gesù, perdona le nostre colpe . . . 

San Giovanni Paolo II, prega per noi. 

 

3° Mistero del dolore: Gesù è coronato di spine

I soldati gettarono addosso a Gesù una veste rossa, intrecciarono una corona di spine e gliela conficcarono sul capo (Mt 15,17)

 

Riflessione di san Giovanni Paolo II

E quanto l’adesione di Gesù alla volontà del Padre debba costargli emerge dai misteri, la flagellazione, la coronazione di spine, la salita al Calvario e la morte in croce, nei quali egli è gettato nella più grande abiezione: Ecce homo! In questa abiezione è rivelato l’amore di Dio, ma il senso stesso dell’uomo. Ecce homo! E chi vuol conoscere l’uomo, deve saperne riconoscere il senso, la radice e il compimento in Cristo, Dio che si abbassa per amore “all’amore, e alla morte di Croce” (Fil 2,8). In Cristo contempliamo tutti i dolori dell’uomo: in Lui angosciato, tradito, abbandonato, catturato, imprigionato; in Lui, ingiustamente processato e sottoposto ai flagelli. In Lui, frainteso e deriso nella sua missione; in Lui, condannato con la complicità del potere politico. E, in Lui, condotto pubblicamente al supplizio ed esposto alla morte più infamante; in Lui, “uomo del dolore” predetto da Isaia, è assommato e santificato ogni dolore umano. Servo del Padre primogenito tra molti fratelli, capo dell’umanità, egli trasforma il patire dell’uomo in relazione a Dio gradita, in sacrificio che redime. È l’agnello che toglie il peccato del mondo, il testimone fedele, che ricapitola in sé e rende meritorio ogni martirio. In tutto ciò la Madre non avanza alcuna contestazione, Ella continua a conservare nel suo Cuore tutto ciò che vede e sente e la spada comincerà a trapassarle lentamente l'anima.

 

1 Padre nostro - 10 Ave Maria - 1 Gloria al Padre 

Gesù, perdona le nostre colpe . . . 

San Giovanni Paolo II, prega per noi. 

 

4° Mistero del dolore: Gesù porta la croce

Le guardie costrinsero Gesù ad andare fuori dalla città e a portare la croce sulle spalle. Seguivano Gesù una gran folla di popolo e un gruppo di donne, che facevano lamenti su di lui (Gv 19,17; Lc 23,27).

 

Riflessione di san Giovanni Paolo II

“Il mio regno non è di questo mondo… Per questo io sono nato e per questo sono venuto nel mondo: per rendere testimonianza alla verità” (Gv 18,36-37). Questa testimonianza è rimasta agli angoli delle vie di Gerusalemme, alle svolte della Via Crucis là dove camminava, dove è caduto tre volte, dove ha accettato l’aiuto di Simone di Cirene e il velo della Veronica, là dove ha parlato ad alcune donne che facevano lamenti su di lui. Sulla via della Croce, Maria si manifesta come madre del Redentore del mondo: “Voi tutti che passate per la via, considerate e osservate se c’è un dolore simile al mio dolore, al dolore che ora mi tormenta” (Lam 1,12). È la Madre addolorata che parla, la Serva obbediente fino alla fine, la Madre del Redentore del mondo. Guardando la croce, dobbiamo sentire ed esprimere una solidarietà particolarmente profonda con tutti i nostri fratelli nella fede, che anche nella nostra epoca sono oggetto di persecuzioni e di discriminazioni in diversi luoghi della terra. E come contemplare il Cristo carico della Croce e Crocifisso, senza sentire il bisogno di farsi i suoi “Cirenei” in ogni fratello affranto dal dolore o schiacciato dalla disperazione?

 

1 Padre nostro - 10 Ave Maria - 1 Gloria al Padre 

Gesù, perdona le nostre colpe . . . 

San Giovanni Paolo II, prega per noi. 

 

5° Mistero del dolore: Gesù muore in Croce

Gesù vedendo sua madre e, accanto a lei, il discepolo che amava, disse alla madre: “Donna, ecco tuo figlio”. Poi disse al discepolo: “Ecco tua madre”. E da quell’ora il discepolo l’accolse tra i suoi beni (Gv 19,27). Poi disse: “Tutto è compiuto!” (Gv 19,30) e, chinato il capo, spirò (Lc 23,46).

 

Riflessione di san Giovanni Paolo II

Lo sguardo di Maria, sempre ricco di adorante stupore, non si staccherà più da Gesù. Sarà uno sguardo addolorato, soprattutto sotto la croce, dove sarà ancora, in certo senso, lo sguardo della partoriente, giacché Maria non si limiterà a condividere la passione e la morte dell’Unigenito, ma accoglierà il nuovo figlio a lei consegnato nel discepolo prediletto. Il credente rivive la morte di Gesù ponendosi sotto quella Croce con Maria, per penetrare con Lei nell’abisso dell’amore di Dio per l’uomo e sentirle tutta la forza rigeneratrice. Per questo processo di conformazione a Cristo nel Rosario, noi ci affidiamo in particolare all’azione materna della Vergine Santa. Colei che di Cristo è la genitrice, mentre è essa stessa appartenente alla Chiesa quale “membro eccelso e del tutto eccezionale”, è al tempo stesso ” Madre della Chiesa “. Come tale, continuamente genera figli al Corpo mistico del Figlio. Lo fa mediante l’intercessione, implorando per essi la fusione inesauribile dello Spirito Santo. È l’icona perfetta della maternità della Chiesa verso la quale ogni battezzato deve corrispondere.

 

1 Padre nostro - 10 Ave Maria - 1 Gloria al Padre 

Gesù, perdona le nostre colpe . . . 

San Giovanni Paolo II, prega per noi. 

Salve, Regina . . . 

Litanie alla Regina del Santo Rosario

 

 

1° Mistero glorioso: Gesù risorge dal sepolcro

Le donne andarono al sepolcro di Gesù. All’improvviso Gesù venne loro incontro: “Rallegratevi! Dite ai discepoli di andare in Galilea; là mi vedranno”. Esse si avvicinarono e lo adorarono (Lc 24,1; Mt 28,9-10).

 

Riflessione di san Giovanni Paolo II:

La contemplazione del volto di Cristo non può fermarsi all’immagine di lui Crocifisso. Egli è ora, anche, il Risorto! Da sempre il Rosario esprime questa consapevolezza della fede, invitando il credente ad andare oltre il buio della passione, per fissare lo sguardo sulla gloria di Cristo. Contemplando il Risorto infatti, il cristiano riscopre le ragioni della propria fede (cfr.1Cor 15,14), e rivive la gioia non soltanto di coloro ai quali Cristo si manifestò – gli apostoli, la Maddalena, i discepoli di Emmaus -, ma anche la gioia di Maria, che dovette fare un’esperienza non meno intensa dell’esistenza del Figlio glorificato. Lo sguardo di Maria, nel mattino di Pasqua, è uno sguardo radioso per la gioia della Risurrezione. Fissare gli occhi sul volto di Cristo, fino a coglierne il fulgore divino definitivamente manifestato nel Risorto glorificato alla destra del Padre, è il compito di ogni discepolo di Cristo; è quindi anche nostro. In forza del suo carattere meditativo, con il tranquillo succedersi delle Ave Maria, il Rosario esercita sull’orante un’azione pacificante, che lo dispone a ricevere e sperimentare nella profondità del suo essere e a diffondere intorno a sé quel divenire autentico, vero, che è dono speciale del Risorto (cfr. Gv 14,27; 20,21) per chiunque crede e spera in Lui.

 

1 Padre nostro - 10 Ave Maria - 1 Gloria al Padre 

Gesù, perdona le nostre colpe . . . 

San Giovanni Paolo II, prega per noi. 

 

2° Mistero glorioso: Gesù ascende al cielo Gesù 

Condusse gli undici verso Betania. Li benedisse e si elevò verso il cielo. Essi lo adorarono e poi tornarono a Gerusalemme pieni di gioia (Lc 24,50-52).

 

Riflessione di san Giovanni Paolo II:

Con il Rosario siamo invitati ad andare oltre tutto ciò che sul momento non comprendiamo, per fissare lo sguardo sulla Gloria di Cristo nella Risurrezione e nell’Ascensione. A questa gloria che, con l’Ascensione, pone il Cristo alla destra del Padre, Maria stessa sarà sollevata con l’Assunzione, giungendo, per specialissimo privilegio, ad anticipare il destino riservato a tutti i giusti con la Risurrezione della carne. E possiamo immaginare che ella abbia svolto la sua funzione materna per i discepoli dopo l’Ascensione di Gesù, quando rimase con loro ad attendere lo Spirito Santo e li confortò nella prima missione. Il passare con Maria attraverso le scene del Rosario è come mettersi alla sua “scuola” per leggere Cristo, penetrarne nei segreti del Suo più divino pensiero, per capirne il messaggio d'ogni gesto compiuto, d'ogni parola detta. In Lui che ascende ora ai cieli è esaltata la stessa natura umana e viene data ai discepoli la consegna di evangelizzare il mondo nella "Via, Verità e Vita" che è Gesù stesso. Inoltre, salendo al cielo, Cristo non si è eclissato dalla terra: Egli si è celato nella Santissima Eucaristia dove ci attende, come si è celato anche nel volto di ogni uomo, specialmente dei più infelici poveri, i malati, gli emarginati, i perseguitati a causa delle ingiustizie.

 

1 Padre nostro - 10 Ave Maria - 1 Gloria al Padre 

Gesù, perdona le nostre colpe . . . 

San Giovanni Paolo II, prega per noi. 

 

3° Mistero glorioso: La Pentecoste

Il giorno di Pentecoste i credenti erano tutti riuniti. All’improvviso si sentì un rumore, come un forte vento, e videro delle lingue di fuoco che si posarono su ciascuno di loro. E tutti furono ricolmi di Spirito Santo (At 2,1-4)

 

Riflessione di san Giovanni Paolo II:

Al centro del percorso di gloria del Figlio e della Madre, il Rosario pone, nel terzo mistero Glorioso, la Pentecoste, che mostra il vero volto della Chiesa quale famiglia riunita con Maria, ravvivata dalle fusione potente dello Spirito Santo, pronta per la  missione evangelizzatrice. La contemplazione di questo, come degli altri misteri gloriosi, deve portare i credenti a prendere coscienza sempre più viva della loro esistenza nuova in Cristo, all’interno della realtà della Chiesa, un’esistenza di cui la scena della Pentecoste costituisce la grande “icona” alla quale ogni comunità deve riflettersi. I misteri gloriosi alimentano così nei credenti la speranza della meta escatologica verso cui sono incamminati come membri del popolo di Dio pellegrinante nella storia. Ciò non può non spingerli a una coraggiosa testimonianza di quel “lieto annunzio ” che dà senso a tutta la loro esistenza, anche a costo della propria vita.

 

1 Padre nostro - 10 Ave Maria - 1 Gloria al Padre 

Gesù, perdona le nostre colpe . . . 

San Giovanni Paolo II, prega per noi. 

 

4° Mistero glorioso: Maria è Assunta in Cielo

Nel cielo apparve un segno grandioso: una donna vestita di sole, con la luna sotto i suoi piedi e sul suo capo una corona di dodici stelle (Ap 12,1).

 

Riflessione di san Giovanni Paolo II:

Guardando al mistero dell’Assunzione della Vergine è possibile comprendere il piano della Provvidenza divina relativa all’umanità: dopo Cristo, Verbo incarnato, Maria è la creatura umana che realizza per prima l’ideale escatologico, anticipando la pienezza della felicità, promessa agli eletti mediante la risurrezione dei corpi. Nell’Assunzione della Vergine possiamo vedere anche la volontà di promuovere la donna. Infatti, nella gloria celeste, accanto a Cristo Risorto, c’è una donna risuscitata, Maria: il nuovo Adamo e la nuova Eva, primizie della risurrezione generale dei corpi dell’intera umanità. Di fronte alle profanazioni e all’avvenimento cui la moderna società sottopone non di rado, in particolare, il corpo femminile, il mistero dell’assunzione proclama il destino soprannaturale e la dignità di ogni corpo umano, chiamato dal Signore a diventare tempio dello Spirito Santo, strumento di santità che deve partecipare alla sua gloria. Nella gloria della Vergine assunta e prima redenta noi contempliamo, tra l’altro, la vera a sublimazione dei vincoli più veri del sangue e degli affetti familiari. Cristo Gesù infatti ha glorificato Maria non solo perché immacolata e arca della divina Presenza, ma anche per onorare, come Figlio, la Madre: non si spezzano in cielo i vincoli santi della terra. Anzi, nella sollecitudine della Vergine Madre, assunta per diventare nostra avvocata e protettrice, tipo della Chiesa vittoriosa, noi scorgiamo lo stesso modello ispiratore dell’amore premuroso dei nostri cari Defunti verso di noi, non spezzato dalla morte, ma potenziato alla luce di Dio.

 

1 Padre nostro - 10 Ave Maria - 1 Gloria al Padre 

Gesù, perdona le nostre colpe . . . 

San Giovanni Paolo II, prega per noi. 

 

5° Mistero glorioso: Maria è incoronata Regina

E quando comparirà il pastore supremo, riceverete la corona della gloria che non appassisce (1Pt 5,4). Sii fedele fino alla morte e ti darò la corona della vita (Ap 2,10).

 

Riflessione di san Giovanni Paolo II:

Coronata infine di gloria – come appare nell’ultimo mistero glorioso -, Maria rifulge quale Regina degli Angeli e dei Santi, anticipazione e vertice della condizione escatologica della Chiesa. Come si potrebbe, infine, fissare gli occhi sulla gloria di Cristo risorto e su Maria incoronata Regina, senza provare il desiderio di vedere questo mondo più bello, più giusto, più vicino al disegno di Dio, convertendosi ad esso? Il Rosario ci trasporta misticamente nel Cuore di Maria impegnata a educarci e plasmarci fino a che Cristo non “sia formato” in noi pienamente (cfr. Gal 4,19). Quest’azione di Maria, totalmente fondata su quella di Cristo e ad essa radicalmente subordinata, è il luminoso principio espresso da tutta la Chiesa, che ho sperimentato tanto fortemente nella mia vita , facendone la base del mio motto episcopale: Totus  tuus. Un motto, come è noto, ispirato alla dottrina di San Luigi Maria Grignion de Gontfort, che così spiegava il ruolo di Maria nel processo di conformazione a Cristo di ciascuno di noi: “Tutta la nostra perfezione consiste nell’essere conformi, uniti e consacrati a Gesù Cristo… Ora, essendo Maria la creatura più conforme a Cristo, ne segue che, tra tutte le devozioni, quella che consacra e conforma di più un anima a nostro Signore è la devozione a Maria, sua santa Madre, e che più un’anima sarà consacrata a lei, più sarà consacrata a Gesù Cristo” (Trattato della vera devozione a Maria, 120). I cristiani guardano dunque con fiducia a Maria Regina e questo esalta il loro abbandono filiale in Colei che è Madre nell’ordine della grazia.

 

1 Padre nostro - 10 Ave Maria - 1 Gloria al Padre 

Gesù, perdona le nostre colpe . . . 

San Giovanni Paolo II, prega per noi. 

Salve, Regina . . . 

Litanie alla Regina del Santo Rosario

 

 

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