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 AVVENTO

 

 

II SETTIMANA DI AVVENTO: MERCOLEDI'

 

 

GIUSEPPE, UOMO GIUSTO

 

A Giuseppe è attribuita la qualità del "giusto" che, secondo la Scrittura e così come appare soprattutto nei Salmi e nei Profeti, è l'uomo della fede in Dio. "Giusto" è quell'uomo che vede in Dio il protagonista della sua vita e lo riconosce anche nella sventura, come Giobbe. Il giusto non attribuisce a se stesso il bene che pure si sforza di compiere, né pretende di giudicare il comportamento di Dio. "Giusto" è proprio l'uomo che non giudica nessuno, né Dio né gli uomini. Così Giuseppe agisce verso Dio e verso Maria: egli si comporta come il popolo ebraico alle falde del monte Sinai, quando il Signore si manifestava con tuoni e fulmini, mentre parlava con Mosè. Gli Ebrei nel loro accampamento, si prostravano con la faccia a terra ed erano ben contenti che ci fosse qualcuno a parlare con Dio per loro! Non è viltà, ma la consapevolezza dell'abisso che ci separa dall'immensità di Dio. Così Giuseppe: non è vile, ma un uomo retto che è consapevole della sua piccolezza. Proprio perché egli riconosce la presenza di Dio nella sua vita, così bruscamente sospesa, proprio perché vede il sigillo di Dio nell'innocenza luminosa di Maria e nel mistero di quella fecondità verginale, proprio per questo Giuseppe vuole tirarsi indietro, come allora gli Ebrei: "Non ci parli Dio, altrimenti moriremo!" (Es 20,19). Giuseppe, nella sua piccolezza, non sa che il mistero si compie proprio perché Dio scende nell'abisso che lo separa dall'uomo, e per parlare agli uomini dall'interno della loro vita la sua stessa Parola, il Verbo eterno, si fa uomo nel seno di Maria! E allora vorrebbe ritirarsi dal progetto di Dio, senza far rumore, e al tempo stesso dovrebbe sciogliersi dal patto nuziale con Maria, la prescelta del Signore, come se anche lei improvvisamente diventasse per lui una persona irraggiungibile e inaccessibile, come Dio stesso. Non si è chiesto che cosa avverrà di lei dopo, né come potrà sopravvivere con quel suo misterioso bambino non ancora visibile, non perché è superficiale o non gli importa di Maria, ma proprio perché sa che lei appartiene a Dio. Giuseppe, ritirandosi, consegna Maria non alla giustizia degli uomini - che la condannerebbero come adultera - ma alla giustizia di Dio, che l'ha scelta. Una sola cosa Giuseppe non sa ancora: che anche lui è consegnato a quello stesso mistero, che lo avvolge come le ali dell'angelo che già si affaccia alla sua casa

 

 

PREGHIERA

 

Dio nostro, che hai voluto che tuo Figlio Gesù fosse chiamato il figlio di Giuseppe, per adempiere la promessa fatta a Davide, donaci di accogliere con semplicità il mistero dell'Incarnazione, come l'ha accolto l'umile e giusto falegname di Nazaret.

 

 

FIORETTO DEL GIORNO:

 

Penserò spesso a S.Giuseppe, trovando il Lui serenità e coraggio per adempiere i miei doveri quotidiani.

(scrivi il tuo nome se oggi hai fatto un fioretto)

 

 

 

 (INDICE Avvento)

 

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