MESE CON I DEFUNTI

MEDITAZIONI SULLE ANIME DEL PURGATORIO

 

 

GIORNO 10

 

 

Sollevare i morti è fare atto di devozione verso l'umanità del Salvatore. 

 

La devozione alla santa umanità di Gesù Cristo, tanto accetta al cuore del cristiano, racchiude una serie di devozioni; quella della Passione, della SS. Eucaristia, del divin Cuore, ecc., che tutte però sembrano comprese in quella verso le anime del purgatorio. Con i suffragi che applichiamo loro, facciamo fruttare l'adorabile Passione del Salvatore; onoriamo il suo preziosissimo Sangue; ne applichiamo i meriti in modo certo e gradevolissimo a Gesù Cristo; e soprattutto rendiamo omaggio all'adorabile umanità del Salvatore con l'adorare la SS. Eucaristia, e con il santo sacrificio della Messa. E non sono forse l'Eucaristia e la santa Messa i migliori e più potenti mezzi per sollevare quelle anime? Finalmente, Gesù Cristo è amore, e noi nulla sappiamo far di meglio, ed a lui più accetto, quanto offrire un culto speciale al suo divin Cuore, sede dell'ardente amore che lo consumò per gli uomini. Ma come piacer maggiormente all'adorabile Cuore quanto con soccorrere le anime purganti così teneramente da lui amate? Il Cuore di Gesù ama con il più ardente amore quelle anime a lui unite con la grazia, e membri predestinati del suo corpo mistico. Quindi con il soccorrere quelle anime, soccorriamo Gesù Cristo stesso, e tutto che facciamo per esse, egli lo ritiene fatto per sè. Nè questa è una pia esagerazione; il divin Salvatore medesimo ce l'assicura nel santo Vangelo. Allorché i giusti diranno: «Signore, quando mai vi abbiamo veduto affamato e v'abbiamo dato da mangiare, od aver sete e v'abbiamo dato da bere, quando vi abbiamo veduto infermo od in carcere e v'abbiamo visitato?» Gesù Cristo risponderà: «Vi dico in verità, tutte le volte che avete fatto queste cose al minimo dei miei fratelli, l'avete fatto a me stesso.» E potremo noi trascurare di far cosa tanto accetta al Figlio di Dio? Possiamo noi dimenticare che egli stesso discese dalla croce nel seno dei trapassati per liberarli e consolarli? Questa considerazione deve bastare, per quanto freddi ed insensibili possiamo essere: saremmo indegni del nome di cristiani, se questo pensiero non fosse abbastanza potente per indurci a soccorrere fratelli di Gesù Cristo e nostri nell'estremo bisogno in cui si trovano.

 

FIORETTO SPIRITUALE. Quando con i nostri suffragi liberiamo un'anima dal purgatorio, facciamo cosa tanto grata ed accetta a Gesù Cristo, come se riscattassimo lui stesso. (S. Brigida). 

 

Esempio. La vergine Lutgarda, appena seppe che Simone Germano, abate cistercense, era morto, si diede al digiuno, alla preghiera, alla mortificazione per ottenere dallo Sposo celeste indulgenza per quel suo servo. Gesù le si fece vedere e le disse: «Fatti coraggio, figliuola, avrò riguardo alla tua intercessione.» Ma non lasciando ella di pregare con quest'intenzione, sentì una voce interna che le disse: «Fatti animo, tra poco Simone andrà libero da ogni pena.» Allora la santa giovane soggiunse: «Clementissimo Salvatore, io vi prego di accordare a quell'anima sofferente tutte le consolazioni, che per eccesso di bontà avete riservate alla vostra serva; perchè io non cesserò di gemere finché non sappia sicuramente ch'egli è introdotto alla gloria. L'amabile Gesù non potè reggere, se così possiamo esprimerci, a tali espressioni; e poco dopo apparve di nuovo a Lutgarda con l'anima dell'abate interamente libera. «Sta tranquilla, ecco l'anima per cui tanto hai pregato», le disse. A queste parole, ella si prostrò ai piedi del Salvatore, con la fronte a terra, per adorarlo e benedirlo di tanto favore. 

 

 

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