ASSOCIAZIONE dei SALESIANI COOPERATORI
PROGETTO DI VITA APOSTOLICA
** STATUTO **
Proemio
        Diverse sono le strade offerte ai cristiani per vivere la fede del
        loro Battesimo. Alcuni, sotto l’impulso dello Spirito Santo, attratti
        dalla figura di don Bosco, realizzano l’ideale di “lavorare con
        lui” vivendo nella condizione secolare lo stesso carisma della Società
        di San Francesco di Sales.
        Fin dall’inizio don Bosco pensò ad organizzare i collaboratori della
        sua opera: invitò laici, uomini e donne, e membri del clero diocesano,
        a “cooperare” alla sua missione di salvezza dei giovani, soprattutto
        di quelli poveri e abbandonati. Nel 1876 ne definì chiaramente il
        progetto di vita con il “Regolamento dei Cooperatori Salesiani” da
        lui scritto e successivamente approvato dalla Chiesa. Oggi i Salesiani
        Cooperatori e le Salesiane Cooperatrici sono diffusi e operano a livello
        mondiale.
        Il presente testo ne descrive il Progetto di vita apostolica. Offre un
        autentico cammino di santificazione, secondo le esigenze della Chiesa e
        del mondo d'oggi. Per realizzarlo i Salesiani Cooperatori e le Salesiane
        Cooperatrici confidano nella fedeltà di Dio Padre, che li ha chiamati.
Cap.
        I
        Il Salesiano Cooperatore e la Salesiana Cooperatrice nella Chiesa e nel
        mondo
Art.
        1. Il Fondatore: un uomo mandato da Dio
        Per contribuire alla salvezza della gioventù, “porzione la più
        delicata e la più preziosa dell’umana società”, lo Spirito Santo,
        con l’intervento materno di Maria, suscitò San Giovanni Bosco, il
        quale fondò la Società di San Francesco di Sales (1859), insieme con
        Santa Maria Domenica Mazzarello l’Istituto delle Figlie di Maria
        Ausiliatrice (1872), ed estese l’energia apostolica del carisma
        salesiano con la costituzione ufficiale della “Pia Unione dei
        cooperatori salesiani”, quale terzo ramo della Famiglia (1876), unito
        alla Società di San Francesco di Sales denominata anche Società
        Salesiana di San Giovanni Bosco o Congregazione Salesiana.
        Lo Spirito Santo formò in San Giovanni Bosco un cuore di padre e di
        maestro, capace di dedizione totale, e gli ispirò un metodo educativo
        permeato dalla carità del Buon Pastore.
Art.
        2. I Salesiani Cooperatori: una vocazione specifica nella Chiesa
        §1. Impegnarsi come Salesiani
        Cooperatori è rispondere alla vocazione salesiana, assumendo un modo
        specifico di vivere il Vangelo e di partecipare alla missione della
        Chiesa. È un dono e una libera scelta, che qualifica l’esistenza.
        §2. Cristiani cattolici di qualsiasi condizione culturale e sociale
        possono percorrere questa strada. Essi si sentono chiamati a un tipo
        peculiare di vita di fede impegnata nel quotidiano, che è
        caratterizzata da due atteggiamenti:
        a) sentire Dio come Padre e Amore che salva; incontrare in Gesù Cristo
        l’Unigenito Figlio, apostolo perfetto del Padre; vivere in intimità
        con lo Spirito Santo, animatore del Popolo di Dio nel mondo;
        b) sentirsi chiamati ed inviati ad una missione concreta: contribuire
        alla salvezza della gioventù, impegnandosi nella stessa missione
        giovanile e popolare di don Bosco.
Art.
        3. I Salesiani Cooperatori: salesiani nel mondo
        I Salesiani Cooperatori vivono la loro fede nella propria realtà
        secolare. Ispirandosi al progetto apostolico di don Bosco, sentono viva
        la comunione con gli altri membri della Famiglia salesiana.
        S’impegnano nella stessa missione giovanile e popolare, in forma
        fraterna e associata. Operano per il bene della Chiesa e della società,
        in modo adatto alla loro condizione e alle proprie concrete possibilità.
Art.
        4. Unica vocazione: due modi di viverla
        §1. Don Bosco ha concepito
        l’Associazione dei Salesiani Cooperatori aperta sia ai laici che al
        clero secolare.
        §2. I Salesiani Cooperatori laici attuano il loro impegno e vivono lo
        spirito salesiano nelle ordinarie situazioni di vita e di lavoro, con
        sensibilità e caratteristiche laicali, diffondendone i valori nel
        proprio ambiente.
        §3. Il Salesiano Cooperatore vescovo, sacerdote o diacono secolare
        attua il proprio ministero ispirandosi a don Bosco, modello eminente di
        vita sacerdotale. Nelle scelte pastorali privilegia i giovani e gli
        ambienti popolari.
Art.
        5. L’Associazione nella Famiglia salesiana
        L’Associazione dei Salesiani Cooperatori è uno dei gruppi della
        Famiglia salesiana. Insieme con la Società di San Francesco di Sales,
        l’Istituto delle Figlie di Maria Ausiliatrice e altri gruppi
        ufficialmente riconosciuti, è portatore della comune vocazione
        salesiana, corresponsabile della vitalità del progetto di don Bosco
        nella Chiesa e nel mondo.
        L’Associazione apporta alla Famiglia salesiana i valori specifici
        della sua condizione secolare, nel rispetto dell’identità e autonomia
        proprie di ogni gruppo. Vive un particolare rapporto di comunione con la
        Società di San Francesco di Sales che, per volontà del Fondatore, ha
        nella Famiglia uno specifico ruolo di responsabilità.
Art.
        6. L’Associazione nella Chiesa
        §1. L’Associazione dei
        Salesiani Cooperatori è approvata dalla Sede Apostolica come
        Associazione pubblica di fedeli e partecipa al patrimonio spirituale
        della Società di San Francesco di Sales.
        I membri collaborano attivamente alla sua missione in nome della Chiesa,
        sotto l’autorità del Rettor Maggiore, quale Successore di don Bosco,
        in spirito di fedeltà ai Pastori e in collaborazione con le altre forze
        ecclesiali.
        §2. I Salesiani Cooperatori manifestano una filiale devozione al Sommo
        Pontefice.
        §3. L’Associazione dei Salesiani Cooperatori gode di personalità
        giuridica ecclesiastica pubblica. Ha la sua sede centrale in Roma.
Cap.
        II
        Impegno apostolico del Salesiano Cooperatore e della Salesiana
        Cooperatrice
Art.
        7. Testimonianza delle Beatitudini
        Lo stile di vita personale del Salesiano Cooperatore, improntato
        allo spirito delle Beatitudini, lo impegna ad evangelizzare la cultura e
        la vita sociale.
        Per questo egli vive e testimonia:
        - il primato dello spirito, la fecondità della sofferenza e la
        non-violenza come lievito di pace e di perdono;
        - la libertà in obbedienza al piano di Dio, apprezzando il valore e
        l’autonomia propri delle realtà secolari, impegnandosi ad orientarle
        soprattutto verso il servizio alle persone;
        - la povertà evangelica, amministrando i beni che gli sono affidati con
        criteri di sobrietà e condivisione, alla luce del bene comune;
        - la sessualità secondo una visione evangelica di castità, improntata
        alla delicatezza e a una vita matrimoniale o celibe integra, gioiosa,
        centrata sull’amore.
Art.
        8. Impegno apostolico
        §1. I Salesiani Cooperatori
        realizzano il loro apostolato in primo luogo attraverso gli impegni
        quotidiani. Seguono Gesù Cristo, Uomo perfetto, inviato dal Padre a
        servire gli uomini nel mondo. Per questo s’impegnano ad attuare, nelle
        ordinarie condizioni di vita, l’ideale evangelico dell’amore a Dio e
        al prossimo.
        §2. Animati dallo spirito salesiano, portano ovunque un’attenzione
        privilegiata ai giovani, specialmente a quelli più poveri o vittime di
        qualsiasi forma di emarginazione, sfruttamento e violenza, a coloro che
        si avviano al mondo del lavoro ed a quanti danno segni di una vocazione
        specifica.
        §3. Promuovono e difendono il valore della famiglia come nucleo
        fondamentale della società e della Chiesa e s’impegnano a costruirla
        come “Chiesa domestica”. I Cooperatori sposati vivono nel matrimonio
        la loro missione di coniugi e genitori: “cooperatori dell’amore di
        Dio creatore”, “primi e principali educatori dei figli”, secondo
        la pedagogia della bontà propria del Sistema Preventivo.
        §4. Attuano la Dottrina Sociale della Chiesa e sono attenti ai mezzi
        della comunicazione sociale per favorirne un corretto uso educativo.
        §5. Sostengono l’attività missionaria della Chiesa e s’impegnano
        per l’educazione alla mondialità come apertura al dialogo tra le
        culture.
Art.
        9. Compito di educazione cristiana
        §1. I Salesiani Cooperatori
        portano ovunque l’impegno di educare ed evangelizzare, come faceva don
        Bosco, per formare “onesti cittadini, buoni cristiani, un giorno
        fortunati abitatori del cielo”, convinti di essere sempre in cammino
        verso una maggiore maturità umana e cristiana.
        §2. Condividono con i giovani il gusto di vivere con autenticità i
        valori della verità, libertà, giustizia, senso del bene comune e
        servizio.
        §3. Educano i giovani ad incontrare - nella fede e nei Sacramenti - il
        Cristo risorto, perché in Lui trovino il significato della vita e
        crescano come uomini e donne nuovi.
        §4. S’impegnano ad aiutare i giovani a maturare progetti di vita
        capaci di sollecitarli a testimoniare la loro presenza cristiana e
        salesiana nella Chiesa e nella società.
Art.
        10. La pedagogia della bontà
        Nel loro impegno educativo i
        Salesiani Cooperatori:
        §1. adottano il “Sistema Preventivo” di don Bosco, che “si
        appoggia sopra la ragione, la religione e l’amorevolezza”; cercano
        la persuasione e non l’imposizione, la prevenzione piuttosto che la
        punizione, attraverso il dialogo costante;
        §2. creano un ambiente familiare in cui la presenza animatrice,
        l’accompagnamento personale e l’esperienza di gruppo aiutano a
        percepire la presenza di Dio;
        §3. promuovono il bene ed educano all’amore per la vita, alla
        responsabilità, alla solidarietà, alla condivisione e alla comunione;
        §4. fanno appello alle risorse interiori della persona e credono
        nell’azione invisibile della grazia. Guardano ogni giovane con
        ottimismo realista, convinti del valore educativo dell’esperienza di
        fede. La loro relazione con i giovani è ispirata da un amore maturo e
        accogliente.
Art.
        11. Attività tipiche
        I Salesiani Cooperatori sono aperti a molte forme di apostolato. Tra
        queste privilegiano, oltre al proprio lavoro e alla propria
        professionalità:
        
        - la catechesi e la formazione cristiana;
        - l’animazione di gruppi e movimenti giovanili e familiari;
        - la collaborazione in Centri educativi e scolastici;
        - il servizio sociale tra i poveri;
        - l’impegno nella comunicazione sociale;
        - la cooperazione nella pastorale vocazionale;
        - il lavoro missionario;
        - la collaborazione al dialogo ecumenico e interreligioso;
        - l’impegno di carità nel servizio socio-politico;
        - lo sviluppo dell’Associazione.
Art.
        12. Modalità e strutture in cui operare
        §1. I Salesiani Cooperatori
        sostengono il proprio apostolato con la preghiera, con il coinvolgimento
        di altre persone e con mezzi materiali.
        §2. Buona parte delle attività dei Salesiani Cooperatori si svolge, in
        spirito di collaborazione e cooperazione, nelle strutture in cui la
        condizione secolare offre loro maggiori possibilità di inserimento
        significativo: civili, culturali, socio-economiche, politiche,
        ecclesiali e salesiane.
        §3. I Salesiani Cooperatori, inoltre, possono realizzare il loro
        impegno apostolico in opere autonomamente gestite dall’Associazione e
        mediante iniziative rispondenti alle urgenze del territorio.
Cap.
        III
        Salesiano Cooperatore e Salesiana Cooperatrice in comunione e
        collaborazione
Art.
        13. Fratelli e sorelle in don Bosco
        La comune vocazione e l’appartenenza alla stessa Associazione
        rendono i Salesiani Cooperatori fratelli e sorelle spirituali. “Uniti
        con un cuor solo e un’anima sola”, essi vivono la comunione fraterna
        con i vincoli caratteristici dello spirito di don Bosco.
        Partecipano con gioia alla “vita di famiglia” dell’Associazione
        per conoscersi, crescere insieme, scambiare esperienze ed elaborare
        progetti apostolici.
Art.
        14. Corresponsabili nella missione
        §1. Il Salesiano Cooperatore si
        sente responsabile della missione comune e la svolge secondo le proprie
        competenze e possibilità. Ciascuno è tenuto a partecipare con spirito
        di iniziativa alle riunioni di programmazione, realizzazione e verifica
        delle varie attività, alla scelta dei responsabili, e, se chiamato a
        ricoprire incarichi di responsabilità, s’impegna a svolgerli con
        fedeltà e spirito di servizio.
        §2. Con responsabilità e senso di appartenenza, ogni Salesiano
        Cooperatore sostiene l’autonomia economica dell’Associazione perché
        possa svolgere la sua missione.
Art.
        15. Partecipazione alla vita della Famiglia salesiana
        I Salesiani Cooperatori curano la comunione fraterna e la
        collaborazione con gli altri gruppi e membri della Famiglia salesiana
        mediante la conoscenza e l’informazione reciproca, il vicendevole
        aiuto spirituale e formativo, e il coinvolgimento negli impegni
        apostolici comuni.
        Attraverso le Consulte della Famiglia salesiana ai diversi livelli ed
        altri organismi, favoriscono la ricerca comune di iniziative perché la
        missione salesiana offra un più ricco servizio alla Chiesa e alla
        società.
Art.
        16. Il ministero del Rettor Maggiore
        §1. Il Rettor Maggiore della
        Società di San Francesco di Sales è il successore di don Bosco. Per
        esplicita volontà del Fondatore è il Superiore dell’Associazione e
        svolge in essa le funzioni di Moderatore supremo. Ne garantisce la
        fedeltà al Progetto del Fondatore e ne promuove la crescita.
        §2. Nel suo ministero, esercitato anche mediante il Vicario o altro suo
        rappresentante, si avvale ordinariamente del Consiglio mondiale,
        soprattutto per animare l’intera Associazione e coordinare le
        iniziative formative ed apostoliche.
        §3. I membri dell’Associazione nutrono verso il Rettor Maggiore
        sentimenti di sincero affetto e sono fedeli ai suoi orientamenti.
Art.
        17. Vincoli particolari con la Società di San Francesco di Sales e con
        l’Istituto delle Figlie di Maria Ausiliatrice
        L’Associazione dei Salesiani
        Cooperatori ha con la Società di San Francesco di Sales un “vincolo
        di unione stabile e sicuro”, e particolari legami carismatici con
        l’Istituto delle Figlie di Maria Ausiliatrice.
        Ogni comunità salesiana (SDB e FMA), ispettoriale e locale, si sente
        coinvolta nel compito auspicato da don Bosco di “sostenere e
        incrementare” l’Associazione, contribuire alla formazione dei suoi
        membri, far conoscere e promuovere il loro Progetto di vita apostolica.
Art.
        18. Legami con gli altri gruppi della Famiglia salesiana
        I Salesiani Cooperatori si sentono vicini a tutti i gruppi
        appartenenti alla Famiglia salesiana. Sono aperti e promuovono ogni
        forma di collaborazione, in particolar modo con i gruppi laicali, nel
        rispetto dell’identità e dell’autonomia di ciascuno.
Cap.
        IV
        Lo spirito salesiano del Salesiano Cooperatore e della Salesiana
        Cooperatrice
Art.
        19. Preziosa eredità
        Guidato dallo Spirito Santo, don
        Bosco ha vissuto ed ha trasmesso ai membri della sua Famiglia uno stile
        originale di vita e di azione: lo spirito salesiano.
        Lo spirito salesiano è una tipica esperienza evangelica, che ha la sua
        sorgente nel cuore stesso di Cristo. Esso nella Chiesa e nel mondo anima
        la presenza e l’azione di quanti lo vivono. Si alimenta nell’impegno
        apostolico e nella preghiera, e caratterizza tutta la vita rendendola
        una testimonianza di amore.
        Richiede un’esigente “metodologia ascetica” abbellita dal sorriso
        di un volto gioioso che si rifà alla sollecitazione di don Bosco: «lavoro
        e temperanza».
Art.
        20. Esperienza di fede impegnata
        §1. Il Salesiano Cooperatore accoglie questo spirito come dono del
        Signore alla Chiesa e lo fa fruttificare secondo la propria condizione
        laicale o ministeriale. Egli partecipa all’esperienza spirituale di
        don Bosco, vissuta con particolare intensità dai primi cooperatori tra
        i giovani dell’oratorio in Valdocco, e s’impegna a vivere alla
        sequela di Cristo.
        §2. Scopre nella Vergine Immacolata e Ausiliatrice l’aspetto più
        profondo della sua vocazione: essere vero “cooperatore di Dio” nella
        realizzazione del suo disegno di salvezza.
        Si rivolge a Maria, Ausiliatrice e Madre del Buon Pastore, e Le chiede
        la forza necessaria per impegnarsi concretamente nella salvezza dei
        giovani.
        §3. Promuove un’esperienza “pratica” di comunione ecclesiale.
Art.
        21. Centralità dell’amore apostolico
        §1. Il cuore dello spirito salesiano è la carità apostolica e
        pastorale. Essa rende presente tra i giovani la misericordia del Padre,
        l’amore salvifico di Cristo e la forza dello Spirito Santo. Don Bosco
        l’ha espressa nel motto: “Da mihi animas, cetera tolle”. L’ha
        significata nel nome di “Salesiani”, scegliendo come patrono San
        Francesco di Sales, modello di umanesimo cristiano, di dedizione
        apostolica e di amabilità.
        §2. Questa carità è per i Salesiani Cooperatori un dono di Dio, che
        li unisce a Lui e ai giovani. Ed è ispirata alla sollecitudine materna
        di Maria, che li aiuta nella loro testimonianza quotidiana.
Art.
        22. Presenza salesiana nel mondo
        §1. I Salesiani Cooperatori si sentono “intimamente solidali”
        con il mondo in cui vivono e nel quale sono chiamati ad essere luce e
        lievito. Credono nelle risorse interiori della persona. Condividono i
        valori della propria cultura e s’impegnano perché essa sia guidata
        dall’umanesimo cristiano.
        Promuovono le novità con senso critico cristiano. Integrano nella loro
        vita “tutto ciò che è buono”, mettendosi in ascolto soprattutto
        dei giovani.
        §2. Di fronte alle molteplici sfide ed alle difficoltà nelle quali
        sono chiamati ad operare, assumono un atteggiamento costruttivo.
        S’impegnano a costruire ed a diffondere nella società una cultura
        cristiana della solidarietà e dell’accoglienza.
Art.
        23. Stile di azione
        I Salesiani Cooperatori santificano la loro esistenza nel quotidiano
        e radicano la loro azione nell’unione con Dio. Vivono da “buoni
        cristiani e onesti cittadini”. Sono disponibili, altruisti, generosi e
        credono nel valore della gratuità.
Art.
        24. Stile di relazione
        I Salesiani Cooperatori nelle loro relazioni praticano
        l’amorevolezza voluta da don Bosco. Sono aperti, cordiali e gioiosi,
        pronti a fare il primo passo e ad accogliere sempre gli altri con bontà,
        rispetto e pazienza. Tendono a suscitare rapporti di fiducia e amicizia
        per creare un clima di famiglia fatto di semplicità e affetto. Sono
        operatori di pace e cercano nel dialogo il chiarimento e l’accordo.
Art.
        25. Stile di preghiera
        §1. I Salesiani Cooperatori sono convinti che, senza l’unione con
        Gesù Cristo, non possono nulla. Invocano lo Spirito che li illumina e dà
        forza giorno per giorno. La loro preghiera è semplice e fiduciosa,
        gioiosa e creativa, impregnata di ardore apostolico, aderente alla vita,
        e si prolunga in essa.
        Per alimentare la vita di preghiera i Salesiani Cooperatori ricorrono
        alle fonti spirituali offerte dalla Chiesa, dall’Associazione e dalla
        Famiglia salesiana. Partecipano attivamente alla liturgia, valorizzano
        le forme di pietà popolare che possano arricchire la loro vita
        spirituale.
        §2. Rinvigoriscono la loro fede nell’esperienza sacramentale. Trovano
        nell’Eucarestia l’alimento della loro carità apostolica. Nella
        Riconciliazione incontrano la misericordia del Padre che imprime nella
        loro vita una dinamica e continua conversione e li fa crescere nella
        capacità di perdonare.
        §3. Rafforzano altresì la loro vita interiore e apostolica con momenti
        di spiritualità, programmati anche dall’Associazione.
Art.
        26. In comunione con Maria e i nostri Santi
        §1. I Salesiani Cooperatori, come don Bosco, nutrono un amore
        filiale per Maria Ausiliatrice, Madre della Chiesa e dell’umanità.
        Ella ha cooperato alla missione salvifica del Salvatore e continua a
        farlo anche oggi come Madre e Ausiliatrice del Popolo di Dio. È guida
        speciale della Famiglia salesiana. Don Bosco ha affidato a Lei i
        Salesiani Cooperatori, perché ne ricevano protezione e ispirazione
        nella missione.
        §2. Si rivolgono con particolare affetto a San Giuseppe, Patrono della
        Chiesa universale. Ricorrono con fiducia all’intercessione di San
        Giovanni Bosco, “padre e maestro” dei giovani e di tutta la Famiglia
        salesiana.
        §3. Tra i modelli di vita apostolica, venerano con predilezione San
        Francesco di Sales, Santa Maria Domenica Mazzarello, Alexandrina Maria
        da Costa, Mamma Margherita e gli altri santi, beati e venerabili della
        Famiglia salesiana.
Cap.
        V
        Appartenenza e formazione
        del Salesiano Cooperatore e della Salesiana Cooperatrice
Art.
        27. Entrata nell’Associazione
        §1. L'impegno di diventare Salesiani Cooperatori esige una scelta
        libera, graduale, motivata, maturata sotto l’azione dello Spirito
        Santo e accompagnata dai responsabili. L’aspirante, che desidera
        entrare a far parte dell’Associazione, accetta un programma adeguato
        di preparazione.
        §2. Quando l’aspirante ha raggiunto una sufficiente maturazione nel
        carisma salesiano, riconosciuta dai responsabili del Centro, presenta la
        sua domanda di ammissione. Si richiede comunque che abbia raggiunto la
        maggiore età.
        §3. L’appartenenza all’Associazione inizia con la Promessa
        personale, con la quale si esprime la volontà di vivere il Battesimo
        secondo il presente Progetto di Vita Apostolica.
Art.
        28. Valore dell’appartenenza
        §1. I Salesiani Cooperatori sono consapevoli che l’appartenenza
        all’Associazione costituisce una privilegiata esperienza di fede e di
        comunione ecclesiale. Rappresenta, inoltre, un elemento vitale per il
        sostegno della propria vocazione apostolica.
        §2. Riconoscono che quest’appartenenza necessita di segni concreti di
        presenza e partecipazione attiva alla vita dell’Associazione.
Art.
        29. Responsabilità e iniziative per la formazione
        §1. I Salesiani Cooperatori sono i primi responsabili della propria
        formazione umana, cristiana, salesiana e professionale.
        §2. L'Associazione promuove e sostiene la formazione personale e di
        gruppo attraverso l’azione di Salesiani Cooperatori qualificati,
        Delegati e Delegate, ed altri membri della Famiglia salesiana.
Art.
        30. Fedeltà agli impegni assunti
        §1. Essere Salesiani Cooperatori è una vocazione che dura tutta la
        vita. Con profondo senso di appartenenza i Salesiani Cooperatori
        sapranno esprimere nel quotidiano testimonianza, apostolato, forme di
        servizio. Sono chiamati da Dio a vivere il carisma salesiano
        nell’Associazione, pur nell’apertura e nella disponibilità
        all’impegno in iniziative promosse da altre realtà ed organizzazioni
        ecclesiali, religiose e civili.
        La loro fedeltà è sostenuta dall’affetto e dalla solidarietà dei
        membri dell’Associazione e della Famiglia salesiana.
        §2. Per consolidare il valore dell’appartenenza all’Associazione -
        e tramite questa alla Famiglia Salesiana - gli impegni associativi
        assunti con la Promessa vanno confermati secondo le modalità più
        opportune stabilite dal Regolamento.
Art.
        31 Uscita dall’Associazione
        §1. Il Salesiano Cooperatore, o la Salesiana Cooperatrice, che per
        scelta personale intende cessare la propria appartenenza
        all’Associazione, presenterà al Consiglio locale una dichiarazione
        scritta, che motivi e attesti la propria decisione. Il Consiglio locale
        trasmetterà copia della dichiarazione al Consiglio provinciale.
        §2. La decisione di escludere dall’Associazione uno dei suoi membri
        per gravi motivi, dovrà essere presa dal Consiglio provinciale, su
        richiesta motivata del Consiglio locale, in spirito di carità e di
        chiarezza, dopo aver verificato uno stile di vita non coerente con i
        doveri fondamentali espressi nello Statuto e nel Regolamento, e
        comunicata all’interessato per scritto.
Art.
        32. Significato e formula della Promessa
        §1. Il senso e lo scopo della Promessa è di esprimere la volontà
        di vivere l’opzione battesimale secondo il Progetto di Vita
        Apostolica. Don Bosco stesso proponeva la promessa quale espressione
        apostolica della vocazione salesiana nel mondo.
        
        §2. La Promessa
        «O Padre, Ti adoro perché sei
        buono e ami tutti.
        Ti ringrazio per avermi creato e redento
        per avermi chiamato a far parte
        della tua Chiesa
        e fatto conoscere in essa
        la Famiglia apostolica di don Bosco,
        che vive per Te al servizio dei giovani
        e dei ceti popolari.
        Attratto dal tuo Amore misericordioso,
        voglio riamArti facendo del bene.
        Per questo, dopo essermi preparato,
        PROMETTO
        di impegnarmi a
        vivere il Progetto evangelico dell’Associazione dei Salesiani
        Cooperatori, e cioè:
        essere fedele discepolo di Cristo nella Chiesa cattolica;
        lavorare nel tuo Regno, specialmente per la promozione e la salvezza dei
        giovani;
        approfondire e testimoniare lo spirito salesiano;
        collaborare, in comunione di Famiglia, alle iniziative apostoliche della
        Chiesa locale.
        Donami, o Padre, la forza del tuo Spirito,
        perché io sappia essere fedele
        a questo proposito di vita.
        Maria Ausiliatrice, Madre della Chiesa,
        mi assista e mi guidi. Amen».
Cap.
        VI
        Organizzazione dell’Associazione
Art.
        33. Le ragioni dell’organizzazione
        I Salesiani Cooperatori chiamati a vivere la loro vocazione
        avvertono la necessità di avere una adeguata struttura organizzativa.
        Essi si organizzano in Associazione intesa come strumento che li aiuta a
        vivere in spirito di unità, secondo l’invito di don Bosco, il loro
        Progetto di Vita Apostolica.
Art.
        34. Organizzazione flessibile
        L’Associazione, fedele alla volontà del Fondatore, ha una struttura
        flessibile e funzionale, fondata su tre livelli di governo: locale,
        provinciale e mondiale.
        Con questa organizzazione intende valorizzare l’efficacia della sua
        azione sul territorio e l’apertura all’universalità della comunione
        e della missione.
Art.
        35. Governo e animazione a livello locale, provinciale e mondiale
        L’Associazione, fatta salva l’autorità del Rettor Maggiore,
        rappresentato normalmente dal suo Vicario, o da un suo delegato, si
        affida per il proprio governo e per l’animazione ai Consigli, che
        includono la presenza anche di membri religiosi nominati dagli Ispettori
        e dalle Ispettrici. La rappresentanza legale dell’Associazione è
        affidata al coordinatore del rispettivo Consiglio.
Art.
        36. Il livello locale
        §1. Il nucleo fondamentale della realtà associativa è il Centro
        locale. Ordinariamente raggruppa i Salesiani Cooperatori che operano in
        un determinato territorio. Il Centro è eretto preferibilmente presso
        un'opera dei Salesiani di don Bosco o delle Figlie di Maria
        Ausiliatrice.
        §2. I centri locali sono diretti collegialmente da un Consiglio locale
        che elegge tra i suoi membri un coordinatore locale. Ogni Centro ha un
        delegato o una delegata nominati dal rispettivo Ispettore o Ispettrice.
        §3. Uomini e donne di buona volontà, anche di altra confessione,
        religione e cultura, simpatizzanti del carisma salesiano, possono
        condividere le iniziative del Centro locale ed offrire la loro
        collaborazione come amici di don Bosco.
Art.
        37. Il livello provinciale
        §1 I Centri locali si organizzano in Province erette dal Rettor
        Maggiore, previa proposta del Consiglio mondiale.
        §2 In considerazione degli speciali vincoli che legano l’Associazione
        ai Salesiani di Don Bosco ed alle Figlie di Maria Ausiliatrice, le
        Province si relazionano con la realtà delle rispettive Ispettorie.
        §3 Ogni Provincia ha un Consiglio provinciale eletto dai consigli
        locali secondo le modalità previste dal Regolamento.
        §4 Il Consiglio provinciale si organizza collegialmente eleggendo tra i
        suoi membri un coordinatore provinciale. Ogni Consiglio provinciale ha
        un delegato e una delegata nominati dal rispettivo Ispettore e
        Ispettrice.
        §5 Per animare l’Associazione, le Province, nel rispetto della loro
        autonomia di governo, sono organizzate in regioni affini per lingua,
        cultura, territorio, con decisione del Rettor Maggiore d’intesa con il
        Consiglio mondiale. Esse eleggono il Consigliere mondiale della regione.
        Gli Ispettori e le Ispettrici interessati di comune accordo nominano un
        Delegato regionale e una Delegata regionale.
Art.
        38. Il livello mondiale
        §1 Il Consiglio mondiale è composto dai Consiglieri mondiali
        eletti dalle Regioni e dalla Segreteria Esecutiva Mondiale (SEM). Questa
        è formata dal Coordinatore mondiale, nominato direttamente dal Rettor
        Maggiore, dall’Amministratore mondiale e dal Segretario mondiale
        eletti - a scrutinio segreto - nell’ambito del Consiglio mondiale dai
        Consiglieri stessi, dal Delegato mondiale SDB nominato dal Rettor
        Maggiore e dalla Delegata mondiale FMA nominata dal Rettor Maggiore su
        proposta della Madre Generale dell’Istituto delle Figlie di Maria
        Ausiliatrice.
        §2. I membri del Consiglio mondiale durano in carica sei anni.
        §3. Le direttive del Consiglio mondiale diventano esecutive solo dopo
        l’approvazione del Rettor Maggiore.
Art.
        39. L’amministrazione dei beni dell’Associazione
        §1. L’Associazione dei Salesiani Cooperatori, in quanto persona
        giuridica ecclesiastica pubblica, ha la capacità di acquistare,
        possedere, amministrare e alienare beni temporali, a norma del diritto.
        I beni posseduti dall’Associazione come tale sono beni ecclesiastici.
        §2. Il Rettor Maggiore con il Consiglio mondiale amministra i beni
        dell’Associazione a livello mondiale ed è l’autorità competente a
        concedere ai Consigli locali e provinciali le licenze per porre gli atti
        di straordinaria amministrazione e per le alienazioni, che non
        richiedono l’intervento della Sede Apostolica.
        §3. I Consigli, tramite un amministratore scelto al proprio interno,
        curano la gestione dei beni dell’Associazione. L’amministratore
        inoltre predispone annualmente il rendiconto finanziario da presentare
        al Consiglio di livello superiore.
Art.
        40. Disposizioni finali
        §1. L’Associazione dei Salesiani Cooperatori è retta dal
        presente Statuto. Altre norme sono contenute nel Regolamento a livello
        mondiale o nei Direttorii ai vari livelli.
        Ø Lo Statuto definisce l’identità vocazionale del Salesiano
        Cooperatore, lo spirito, la missione e i principi della struttura
        organizzativa dell’Associazione.
        Ø Il Regolamento contiene quei punti pratici che specificano e regolano
        l’azione, la metodologia, la struttura e l’organizzazione. Rende i
        principi dello Statuto, a cui è subordinato, applicabili in forme
        operative nella vita quotidiana dell’Associazione.
        Ø I Direttorii sono disposizioni particolari dell’Associazione per
        adattare lo Statuto ed il Regolamento al funzionamento concreto nelle
        diverse realtà territoriali o attività specifiche. Sono approvati dai
        rispettivi Consigli e ratificati dai Consigli di ambito immediatamente
        superiore, i quali dovranno garantirne la conformità alle disposizioni
        dello Statuto e del Regolamento.
        §2. Il presente Statuto potrà essere modificato su proposta del
        Moderatore supremo, del Consiglio mondiale o dei Consigli provinciali.
        In qualsiasi caso spetta al Superiore dell’Associazione approvare la
        proposta di modifica, che sarà opportunamente pubblicata.
        La proposta di modifica dovrà stabilire: la presentazione chiara e
        dettagliata dei motivi che possono giustificare la modifica; gli
        obiettivi concreti che persegue; i principi in cui si Articola.
        Il processo di modifica sarà definito dal Consiglio mondiale, sotto la
        supervisione del Rettor Maggiore.
        La modifica dovrà essere approvata successivamente dalla maggioranza
        assoluta dei partecipanti al Congresso Mondiale, dal Superiore
        dell’Associazione e dalla Sede Apostolica.
Conclusione
Art.
        41. Una via alla santità
        I Salesiani Cooperatori e le Salesiane Cooperatrici scelgono di
        condividere il percorso evangelico tracciato nel presente Statuto e nel
        Regolamento.
        S’impegnano responsabilmente in questa via che porta alla santità.
        Il Signore accompagna con l’abbondanza della sua grazia tutti coloro
        che operano nello spirito del “da mihi animas”, facendo del bene
        alla gioventù ed ai ceti popolari.
        La presente formula potrà essere adattata secondo le diverse
        situazioni, purché ne siano rispettati i contenuti. Quando si rinnova
        la Promessa invece di “dopo essermi preparato, prometto…” si dice:
        “rinnovo la promessa di …”
  
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