- Vangeli dei giorni feriali -

COMMENTO AL VANGELO

 

10a settimana TEMPO ORDINARIO (Mt 5,17-19)

 

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: “Non pensate che io sia venuto ad abolire la Legge o i Profeti; non sono venuto per abolire, ma per dare compimento. In verità vi dico: finché non siano passati il cielo e la terra non passerà dalla Legge neppure un iota o un segno, senza che tutto sia compiuto. Chi dunque trasgredirà uno solo di questi precetti, anche minimi, e insegnerà agli uomini a fare altrettanto, sarà considerato minimo nel regno dei cieli. Chi invece li osserverà e li insegnerà agli uomini, sarà considerato grande nel regno dei cieli”.

 

Come vivere questa Parola?
Questo versetto ci ricorda un passaggio, che non è solo quello dall’Antico Testamento al Nuovo Testamento, ma è il Passaggio dalla legge alla Grazia, il passaggio dal vivere in maniera fredda, superficiale, negativa cioè guardando ai “No”, all’ andare più in profondità delle cose scegliendo il “Sì”, scegliendo la vita presente nelle cose stesse. Qualsiasi regola mi aiuta a scegliere tra un bene e un “meno bene”. Capire questo nella regola mi porta a scegliere liberamente il bene. Io non abolisco il comando, che è un pedagogo, ma vado oltre. Questo è il passaggio che cresce nel cuore dell’uomo con la sua maturità: un passaggio dal dovere fare le cose, al fare le cose perché assunte con convinzione e amore, perché riconosciute fonte di vita. La pienezza della Grazia che in Gesù ci ha avvolti, indichi al nostro cuore la strada del bene e rafforzi la volontà per attuarla.

 

La strada del Tuo Amore è strada di libertà! Aiutaci a “fare” la Tua Volontà!

 

La voce di Papa Francesco
“Gesù è venuto per dare compimento e per promulgare in modo definitivo la legge di Dio, fino all’ultimo iota (cfr v. 18). Egli ne manifesta le finalità originarie e ne adempie gli aspetti autentici, e fa tutto questo mediante la sua predicazione e più ancora con l’offerta di sé stesso sulla croce. Così Gesù insegna come fare pienamente la volontà di Dio e usa questa parola: con una “giustizia superiore” rispetto a quella degli scribi e dei farisei (cfr v. 20). Una giustizia animata dall’amore, dalla carità, dalla misericordia, e pertanto capace di realizzare la sostanza dei comandamenti, evitando il rischio del formalismo. Il formalismo: questo posso, questo non posso; fino a qui posso, fino a qui non posso … No: di più, di più.” 

(ANGELUS, 12 febbraio 2017) 

 

Commento di suor Monica Gianoli FMA

Casa di Preghiera San Biagio FMA - Subiaco, Roma

 

 

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