UN ANNO CON IL SACRO CUORE

 

27° Marzo

 

GESU' FLAGELLATO 

 

Pilato però diceva loro: Che male ha egli fatto? Ma quelli gridavano più forte: Crocifiggilo. E Pilato volendo contentare il popolo disciolse loro Barabba e fatto flagellare Gesù, lo abbandonò ad essere crocifisso (S. Marco, XV, 14). 

 

1° Preludio. Questi barbari hanno flagellato il mio Gesù fino a lacerare tutto il suo corpo. 

 

2° Preludio. Signore, sono io che ho meritato la flagellazione. Perdonatomi ed accettate le mie umili penitenze. 

 

1° PUNTO: Crudeltà della flagellazione. — Era un barbaro supplizio che i Romani usavano ordinariamente per gli schiavi, sia come punizione dei delitti che non meritavano la condanna di morte, sia come preludio alla pena capitale, sia ancora come tortura per strappare ai colpevoli l'accusa delle loro colpe. Si servivano di bastoni di legno d'olmo, o di funi armate di punte di piombo. E' quest'ultimo strumento che scelsero per Gesù. Lo percossero con una crudeltà spietata, sia perchè Pilato voleva impietosire i Giudei, sia perché i carnefici erano incitati dai farisei i quali credevano d'indurre Gesù a confessare il suo preteso delitto. Flagellazione iniqua, perché il giudice stesso riconosceva l'innocenza di colui che condannava. Flagellazione ignominiosa: perché era il supplizio degli schiavi, e bisognava subirla seminudi. Flagellazione crudele, tanto per la brutalità dei soldati sostituiti dai Giudei, quanto per la delicatezza del corpo di Gesù, e del numero dei colpi dati senza misura per forzare Gesù ad una confessione che certo non poteva fare. E' proprio uno dei più orribili quadri della Passione, ed ha sempre suscitata la pietà, la penitenza e l'amore dei fedeli. 

 

2° PUNTO: Umiltà e pazienza di Gesù. — Il buon Salvatore non ha rifiutato questo supplizio proprio degli schiavi, questa umiliazione suprema. Isaia ha avuto ragione di dire: Non ha più bellezza alcuna, è disprezzato, è l'ultimo degli uomini; è simile ad un lebbroso, ad un uomo maledetto da Dio e colpito dalla Provvidenza (Isaia LIII, 2). Come Giobbe è coperto di piaghe dalla testa ai piedi. Che poteva fare di più per umiliarsi, per riparare la gloria oltraggiata del Padre? In mezzo a tormenti così crudeli, che pazienza! Non apre la bocca se non per emettere dei gemiti lamentosi. Isaia dice: come un montone che si conduce al macello, come un agnello che si lascia tosare; è la pazienza personificata. Più ancora: egli accetta il supplizio con gioia, poiché conosce gli effetti che ne derivano. La gloria, cioè, del divin Padre che viene restaurata e la salvezza degli uomini tutti, i quali hanno peccato o per sensualità o per idolatria del proprio corpo. Questo supplizio, nei disegni di nostro Signore, aveva un'importanza particolare. Era la scena della sua Passione che doveva essere riprodotta volontariamente dalle anime ferventi nel corso dei secoli. Nostro Signore si offriva alla flagellazione, affinché più tardi, sul suo esempio, i fedeli s'imponessero la flagellazione in ispirito di penitenza. Non solamente egli subiva la flagellazione per la nostra salvezza, ma la santificava, facendone come un accumulatore di grazie atto ad agire fino alla fine del mondo. Il suo divin Cuore amava assai questo supplizio riparatore. Egli prendeva la maggior parte delle sofferenze per sè, e ci meritava la grazia di imitarlo un po'. Non lasciamo perdere queste grazie, offriamo a nostro Signore qualche penitenza volontaria in unione alla sua flagellazione. 

 

3° PUNTO: Il suo amore per noi. — «E' stato battuto per i nostri peccati». Egli ha desiderato ed amato la flagellazione per noi e per nostro amore: perchè essa ci purificava e cancellava le nostre colpe. Perchè l'imitazione che noi ne avremmo fatto, avrebbe per noi una forza preventiva ed una forza impetrativa. Se noi siamo tentati d'orgoglio e d'impurità, la flagellazione ci prepara la vittoria: nostro Signore vi ha messa la grazia necessaria. Se abbiamo qualche beneficio da ottenere, specialmente d'indole spirituale, ecco ancora la flagellazione tutta rivestita di meriti e potenza davanti a Dio. Non si può dire quante grazie e quanta gloria i santi devono alle pratiche di penitenza fatte in unione alla flagellazione di nostro Signore. I colpi dati a Gesù sono stati numerosissimi e dolorosissimi, e sono altrettanti atti d'amore del Cuore di Gesù per noi. Nostro Signore può dire della Chiesa quello che diceva del suo popolo d'Israele: Che avrei potuto fare di più per la mia vigna prediletta? (Is. V, 4). Tutte le piaghe della flagellazione proclamano il suo amore, ed esse sono innumerevoli. «Dai piedi alla testa non ha un membro risparmiato» ha detto Dio per il popolo d'Israele, ma questo non è meno vero del Cristo (Is. I, 6). 

 

Risoluzioni. — Estrema umiltà ed estrema carità sono le due lezioni che nostro Signore ci dà in questo mistero. Signore, mettete nel mio cuore i sentimenti d'umiltà e di riparazione del vostro adorabile Cuore. Datemi sopratutto un amore ardente e che io ve lo possa manifestare facendo sempre meglio ciascuna delle mie azioni in ispirito d'amore verso il vostro Sacro Cuore. 

 

FIORETTO: - Offri a Gesù tutti i tuoi travagli, anche quelli dell'agonia; recita lo Stabat Mater (clicca) , o sette Ave Maria.

 

Oggi hai fatto il fioretto? scrivi il tuo nome e offri una rosa a Gesù e Maria CLICCA QUI

 

 

CAPPELLINA

 

 

 

 Sito versione Desktop