UN ANNO CON IL SACRO CUORE

 

16° Maggio

 

I DONI DELLO SPIRITO SANTO - LA SAPIENZA

 

E sopra di lui riposerà lo spirito del Signore, spirito di sapienza e d'intelligenza, spirito di consiglio e di fortezza, spirito di scienza e di pietà: e lo riempiràl o spirito del timor di Dio; non giudicherà secondo quello che con gli occhi si vede, nè secondo quello che cogli orecchi si ode, condannerà (Isaia, XI) 

 

1° Preludio. Nostro Signore ci ha promesso il suo Spirito, ma il suo Spirito, già descritto da Isaia, è ricco di doni che elevano l'anima al disopra della vita naturale. 

 

2° Preludio. Datemi, Signore, questi doni preziosi che sgorgano dal vostro Cuore. 

 

1° PUNTO: Dei doni dello Spirito Santo in generale. — I doni dello Spirito Santo sono abitudini o qualità permanenti che Dio comunica all'anima con la grazia santificante e con le virtù infuse, per fortificare le potenze naturali, e per renderle flessibili ai movimenti del divino Spirito, e capaci d'esercitare gli atti delle virtù le più difficili e le più nobili, che si chiamano eroiche. Il Cuor di Gesù ne è la sorgente. I doni non sussistono nelle anime senza la carità; ed a proporzione che la grazia cresce, esse crescono pure. Da ciò deriva che esse sono rarissime, e non arrivano ad un alto grado d'eccellenza, perchè non sono sostenute da una fervente e perfetta carità; i peccati veniali e le minime imperfezioni le tengono come legate, e le impediscono d'agire. Il loro progresso è in rapporto a quello dell'orazione. I doni dello Spirito Santo, per l'azione intima, senza discorsi, senza perplessità, ci mostrano ciò che è il migliore, facendocelo vedere nella luce di Dio, con più o meno evidenza, secondo il grado in cui lo possediamo. Coloro che si conducono per mezzo dei doni dello Spirito Santo, vengono paragonati ad una nave che voga a vele spiegate col vento in poppa; e quelli che si conducono mediante le virtù, e non ancora mercè i doni, ad una scialuppa che viene guidata a forza di remi, con molto più lavoro e rumore, ed assai più lentamente. 

 

2° PUNTO: Del dono della scienza. — Il dono della scienza è una conoscenza profonda di Dio, dei suoi attributi, di Gesù Cristo, del suo Cuore e dei suoi misteri. L'intelligenza ci aiuta solamente a conoscere Dio ed i suoi attributi; ma la sapienza ci rappresenta la grandezza, la bontà, le perfezioni di Dio, i suoi misteri come infinitamente adorabili ed amabili; e di questa conoscenza si gode un gusto delizioso che si estende qualche volta anche al corpo, e che è più o meno grande, secondo lo stato di perfezione e di purezza, in cui l'anima si trova. San Francesco era così ripieno di questo gusto di sapienza che pronunciando il nome di Dio o di Gesù sentiva nella bocca e sulle labbra un sapore mille volte più dolce del miele e dello zucchero. San Bernardo ci dice che il nome di Gesù è un miele alle labbra, un'armonia agli orecchi, una dolce gioia al suo cuore. Al dono della sapienza appartengono particolarmente le dolcezze e le consolazioni spirituali e le grazie sensibili. Al principio della vita spirituale le cose divine sono insipide, e si stenta a gustarle; ma in seguito diventano dolci, e così saporite che si gustano con piacere, fino a non aver più che disgusto per il resto. San Bernardo dice: La sapienza è l'amore della virtù ed il gusto del bene. Da quando le si concede l'entrata in un'anima, essa smorza i sentimenti della carne, purifica le intenzioni, guarisce il gusto corrotto del cuore, rende all'anima una perfetta santità, che la inette in istato di gustare il sapore del bene e quello della stessa sapienza, che di tutti i beni è il più eccellente ed il più dolce (Padre Lallemant). 

 

3° PUNTO: La sapienza del mondo è follia agli occhi di Dio. — La sapienza divina riferisce tutto al nostro fine sovrano, che è la gloria di Dio. La sapienza umana, che è follia, prende per fine e per primo principio o l'onore, o il piacere, o qualche altro bene temporale, non gustando che quello e riferendovi tutto; non cercando e non stimando che quello e sprezzando tutto il resto. Il vero saggio, dice san Tommaso, giudica bene delle cose che riguardano la sua condotta, perchè le giudica in relazione al primo principio ed al fine ultimo, che è Dio; l'altro giudica male, poichè non prende questa causa sovrana per regola dei sentimenti e delle azioni. Il mondo è pieno di questa specie di follia. La maggior parte degli uomini hanno il gusto depravato, perchè essi ripongono il loro fine, almeno in pratica, nella creatura e non in Dio. Ciascuno ha qualche oggetto al quale s'attacca, ed al quale riferisce tutto; e questo è una follia. Il mondo chiama follia ciò che è la vera sapienza davanti a Dio. Il Sacro Cuore di Gesù ha amato l'umiltà, la povertà, la croce, e l'abbiezione, come mezzi per riparare le nostre colpe. Le anime dotate del dono della sapienza gustano un sapore delizioso in questi oggetti che nostro Signore ha amati, ma poche anime hanno i sensi così purgati per sentire quest'odore e per gustare questo sapore che sono tutti soprannaturali. I santi sono corsi dietro questi profumi. Gli apostoli erano felici di portare la croce per Gesù. 

 

Risoluzioni. — Signore, datemi quest'acqua da bere, l'acqua della vostra sapienza, che sgorga dal vostro divin Cuore. Ne ho sete, la desidero, la domando. Datemi questa sapienza, mi ci voglio preparare per quanto sta da me con la purità del cuore e la vigilanza. Voglio evitare il peccato veniale e la tiepidezza che vi allontanano dal mio cuore. Perdonatemi il passato, aiutatemi per l'avvenire. 

 

FIORETTO: - Di quando in quando, ripetiamo un atto di amore a Gesù e a Maria, ad esempio: "Gesù e Maria vi amo."

 

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CAPPELLINA

 

 

 

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