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MESE DI FEBBRAIO

DEDICATO ALLO SPIRITO SANTO

 

 

GIORNO 10

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Indice

 

  

MEDITAZIONE

 

 

I SUOI DONI 

 

E si poserà su di lui lo Spirito del Signore: Spirito di sapienza e d'intelletto, Spirito di consiglio e di fortezza, Spirito di scienza e di pietà, e lo Spirito del timor di Dio lo riempirà. Isaia 11, 2-3 

 

TIMOR DI DIO 

 

1. Divino aiuto sulla via. I doni dello Spirito Santo si posarono dapprima, ricolmandola a pieno, sull'umanità di Cristo benedetto. Le parole del Profeta avevano Lui di mira, il germoglio di Jesse, il divino Messia. Ma come lo Spirito si riposa su Cristo, che è il Capo dei redenti, così si riposa sulle membra di Lui, che sono i fedeli. Di questi doni, come di un abito soprannaturale, divinamente infuso, il cristiano si vale a seguire le ispirazioni e la guida del divino Paraclito, in ordine all'eterna salvezza. Sette sono i doni, ma nel numero settenario è per noi tutta la pienezza dell'unico dono dello Spirito. Che se le virtù teologali e cardinali dànno la facoltà soprannaturale di operare in vista dell'eterna vita, i doni assicurano facilità all'azione, rendendo più agevole e più gradevole quel che di solito trova contrasto e aspro contrasto nell'umana miseria. Sono le voci e gli impulsi celesti che con soave efficacia giungono al cuore fedele per avviarlo ai fastigi della santità. 

 

2. Il timor di Dio è il primo scalino nell'ascesa. L'ordine con cui noi conosciamo i doni dello Spirito Santo è l'ordine con il quale essi debbono esser considerati in Cristo, che discende a noi dal Cielo. Ma per noi, che ascendiamo, in Lui, dalla terra al Cielo, l'ordine è perfettamente inverso. Non ci ricorda il Salmista che «principio di sapienza è il timor di Dio»? Sant'Agostino distingue il timore in servile e casto. Il servile è quello degli schiavi, ìl casto è quello dei figli. Questo non è mosso dal timore del castigo o solo dalla speranza della ricompensa, ma dall'amore. E perciò paventa di far dispiacere al Padre, teme di affezionarsi alle creature, ai beni fallaci e passeggeri, disprezzando così il Creatore. Sarebbe sovvertire l'ordine, misconoscere l'amore, avvilire e profanare il dono della creazione e della redenzione. Il timore dei figli di Dio è quindi generatore di una premura filiale riguardo ai precetti del Padre celeste. Sì che fa stare in umile diffidenza di sè e in cordiale fiducia di Lui. 

 

3. Il timore di Dio non è che un modo dell'amore. Chi teme castamente, ama. Chi teme servilmente, odia. Noi amiamo. «La perfetta carità caccia il timore»: quello degli schiavi. Ma l'altro timore, quello dei figli, è dunque garanzia d'amore. E come si edifica bene e sicuramente sull'amore! Ecco perchè il dono del timor di Dio è come il fondamento del tempio di Dio, che il cristiano, con la grazia, le virtù soprannaturali e i doni dello Spirito, deve costruire. «È beata l'anima di chi teme il Signore» si legge nel libro dell'Ecclesiastico. 

 

* Dammi vivo ed efficace il timore di Dio nell'anima, o Spirito del Signore: dammi di non temer che il peccato, di non fuggire che il male. E allora non solo non avrò paura di Dio, ma fame, ma sete di Lui, che è tutta la Bellezza, tutta la Bontà, tutto l'Amore. Dammi la gioia dei suoi comandamenti. Dilatami il cuore, affinchè per questa via dell'umile fedeltà io trovi il principio efficace della mia santificazione. 

 

ELEVAZIONE È ancora don Guéranger che ci illumina: «L'ostacolo al bene deriva in noi dalla superbia. La superbia ci induce a resistere a Dio, a mettere il nostro fine in noi stessi, in una parola, a perderci. Soltanto l'umiltà può liberarci da tanto pericolo. Chi ci darà l'umiltà? Lo Spirito Santo, spandendo in noi il Dono del Timor di Dio. Questo sentimento si radica sull'idea che la fede ci dà della Maestà di Dio, alla cui presenza non siamo che un nulla; della sua santità infinita, davanti a cui non siamo che indegnità e bruttura: del suo giudizio sovranamente equo che dovrà esercitare su noi alla fine di questa vita; e del danno di una caduta sempre possibile, se manchiamo alla grazia, che non ci manca mai, ma a cui possiamo resistere. La salute dell'uomo si opera dunque «nel timore e nella trepidazione» come insegna l'Apostolo (Filipp. 2, 12). Ma questo timore, che è un dono dello Spirito Santo, non è un sentimento grossolano che si limiterebbe a gettarci nello spavento al pensiero dei castighi eterni. Esso ci conserva nella compunzione del cuore, anche quando da molto tempo i nostri peccati ci sono perdonati; c'impedisce di dimenticare che siamo peccatori, che tutto dobbiamo alla divina misericordia e che non siamo salvi che in speranza. Questo timor di Dio non è dunque un timore servile; al contrario è sorgente dei più delicati sentimenti. Si può congiungere con l'amore, non essendo che un sentimento filiale che teme il peccato per l'oltraggio che si fa a Dio». 

 

FIORETTO Per esser figlio che non vuol dispiacere al Padre, eviterò con cura i peccati veniali e anche le imperfezioni. 

 

GIACULATORIA Spiritum timoris tui dona mihi, Domine. Donami, o Signore, lo Spirito del timor tuo. 

 

 

 

 

 

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