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MESE DI FEBBRAIO

DEDICATO ALLO SPIRITO SANTO

 

 

GIORNO 23

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Indice

 

  

MEDITAZIONE

 

 

MITEZZA E MODESTIA 

 

1. Mitezza e modestia sono virtù proprie del cristiano. Come la pazienza, di cui sono amabilissime sorelle. Su l'una e su l'altra Gesù ha insistito con l'esempio e con la parola, nella vita e nella morte. Su di esse battono e ribattono gioiosamente le Lettere di Paolo: l'Apostolo vuole che i suoi si facciano conoscere nel mondo attraverso di esse. Sono esse invero la rivelazione dell'amore. Oh, come l'amore s'intreccia con tutte le virtù cristiane! Esso le sintetizza tutte. E in tutte quindi esulta lo Spirito Santo. La mansuetudine è una forma di umiltà pratica, al servizio di Dio e dei fratelli. Rispetto a Dio, formandoci ad accettare il mistero del dolore, con quella dolce sottomissione che tutto crede e tutto spera dalla bontà divina, e perciò si rassegna alla prova e ne fa tesoro. Rispetto ai fratelli, che dobbiamo giudicare a noi superiori, preparandoci a servirli come li servirebbe Cristo, compatendoli e trattandoli bene per amore di Cristo. Mettendosi all'ultimo posto, chi è mansueto non ha nessun attaccamento al proprio modo di vedere e di fare; lieto di compiacere, prendendo magari le spine dell'orgoglio altrui per non ferire Cristo nel fratello. 

 

2. La modestia è una forma di giustizia. Forse non ci si pensa. Perchè «modestia» nella sua etimologia equivale a moderazione, a ciò che ha la giusta misura, che è equo e buono. È quindi la virtù che tempera i rigori della giustizia con l'indulgenza e la condiscendenza. Virtù umana tra tutte, perchè di indulgenza e di condiscendenza abbiamo tutti bisogno. Ma anche, possiamo dire, virtù divina: perchè senza la voce e il volto di Cristo saremmo tutti portati a grande severità, accampando chi sa quali diritti, esigendo chi sa quali riparazioni. La modestia è tanto cortese, perchè ha l'abitudine di guardare il cuore: ha l'abitudine della riflessione. Chi pensa si accosta naturalmente al bene. Figurarsi chi pensa e agisce sotto l'effusione dello Spirito Santo! 

 

3. Con questa virtù il Paraclito ci richiama a Cristo. Per ringraziarlo e per imitarlo. Ringraziarlo, perchè con il suo insegnamento e con il suo esempio Gesù ha reso amabile o almeno tollerabile per tutti la convivenza umana; non ci sono schiavi: sono tutti liberi in Cristo Gesù. Tutti hanno gli stessi diritti alla carità. Per imitarlo. Dolcezza grande rassomigliare a Cristo. Dolcezza che vuole effondersi e diventa precisamente mansuetudine e modestia. E chi è mansueto rivela la presenza dello Spirito Santo.

 

* O Consolatore amabile, insegnami, te ne prego, come la consolazione, che i fratelli hanno diritto di aspettare da me, si raggiunge per via di mansuetudine e di modestia, con lo sforzo cioè che, dimenticando se stesso, ricorda Gesù nascosto nei fratelli. Se io ci pensassi, sarei più inclinato a questa serena dolcezza, così che in ogni occasione riporterei più vivo nell'anima il ritratto del mio Signore. 

 

ELEVAZIONE Nel discorso sulla devozione alla Vergine, il grande Bossuet medita: «Poichè il Figlio di Dio è stato inviato al mondo per esser il modello perfetto della più alta perfezione, i suoi insegnamenti derivavano dai suoi costumi; insegnava le cose che praticava; la sua parola non era che l'immagine della sua condotta. Che fa dunque lo Spirito Santo nell'anima del buon cristiano? Fa che il Vangelo sia il suo consiglio in tutti i suoi divisamenti e l'unica regola a cui mira nelle sue azioni. Insensibilmente la dottrina del Figlio di Dio passa nei suoi costumi: diviene, per così dire, un Vangelo vivente; tutto rende manifesto il Maestro, da cui ha preso le sue lezioni, ne palesa tutto lo spirito, così che, se penetrate nell'interiore della sua coscienza, vedrete gli stessi lineamenti, le stesse affezioni, gli stessi modi di agire del Salvatore». 

 

FIORETTO Sarà mia premura di scusare il mio prossimo nei suoi possibili falli, nè mi irriterò delle mie manchevolezze. 

 

GIACULATORIA Sana quod est saucium. Risana le mie ferite. 

 

 

 

 

 

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