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MESE DI FEBBRAIO

DEDICATO ALLO SPIRITO SANTO

 

 

GIORNO 28

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Indice

 

  

MEDITAZIONE

 

 

INVOCARLO 

 

1. Invochiamo lo Spirito Santo, perchè è cosa degna e giusta. È detto nel simbolo Niceno-costantinopolitano che lo Spirito Santo «dev'essere adorato e glorificato con il Padre e con il Figlio». Come si manifesta questa adorazione e questa glorificazione, se non a traverso la preghiera? Pregare lo Spirito Santo: è giusto, è doveroso. È giusto perchè Egli è infinitamente grande e noi siamo la piccolezza stessa, confinante con il nulla: e quanto abbiamo l'abbiamo da Lui ricevuto. È un atto di sottomissione, senza la quale mancheremo ad un preciso dovere di gratitudine. Se pensiamo alla parte che anche Egli ha avuto e nella creazione e nella redenzione; se non abbiamo dimenticato la storia della nostra personale chiamata al cristianesimo, il fatto d'essere e di vivere come anime privilegiate nel seno della santa Chiesa, il ricolmi di sovrabbondante ricchezza di doni soprannaturali, come si fa a non prostrarci con la fronte al suolo, a non implorare misericordia per tanta ostinata dimenticanza e freddezza? 

 

2. Invochiamolo, perchè ne abbiamo bisogno. E quanto bisogno! Se molto abbiamo ricevuto, molto ancora abbiamo da ricevere. Non siamo ancor giunti sul monte, e, miseri e miserabili, ci andiamo ancora affannando per avanzare lentamente, lentamente... Per avanzare? Non è il caso di dire che siamo andati indietro? Non è il caso di temere e di molto temere per la nostra eterna salvezza? Siamo troppo cattivi per sperare e confidare in noi e nelle nostre forze. «Se il tuo potere non l'assiste - ci fa dire la Chiesa - nulla nell'uomo alberga, nulla che non sia il male». E allora? Stolti che siamo: l'acqua della vita scorre ai nostri piedi... Uno sforzo da nulla e saremo saziati. Aprire il cuore e le labbra, e gridare a Lui, che non desidera che d'aiutarci. Diceva con gli occhi in fiamma il Curato d'Ars: «Senza lo Spirito Santo tutto è gelo». Lui solo ci può riscaldare. 

 

3. Invochiamolo secondo il desiderio della Chiesa. La Chiesa vuole che i suoi figliuoli siano devoti allo Spirito Santo, perchè Ella sa che della devozione dei singoli tutta la grande famiglia di Cristo si avvantaggerà. Poichè quanto più l'invocazione al Paraclito sarà nutrita e fervida, tanto più si farà risplendente sulla fronte della Chiesa l'aureola della santità. La fede s'indebolisce, la speranza vacilla, la carità vien meno, quando non si prega lo Spirito Santo. E la pietà è arida, superficiale, vuota, quando il Paraclito non ne è l'anima e il cuore. Per il nostro progresso spirituale, per conforto e gloria della santa Madre Chiesa, invochiamo lo Spirito Santo. Si faccia per Lui un solo ovile sotto un solo Pastore! 

 

* Vieni, o Spirito Santo, nell'anima mia, abita in essa, illuminala e vivificala, perchè sia degna della fede ricevuta, sì che serbando fedeltà costante alla professione del Battesimo, frondeggi in grazia, a edificazione e gaudio della Chiesa di Dio. Fa che la debolezza e la miseria non mi abbattano oltre misura: mi umilino ma non mi facciano perdere la fiducia nella tua bontà e nel tuo perdono senza limiti. Ch'io t'invochi, e, rinnovato, cammini. 

 

ELEVAZIONE San Tommaso da Villanova, in un suo discorso del giorno di Pentecoste, così c'invita: «Dobbiamo con il Profeta domandare al Signore uno spirito, non dico semplicemente unico, ma triplice, cioè lo Spirito retto, lo Spirito Santo e lo Spirito regale. Così infatti dice il Profeta: «Crea in me, o Dio, un cuore mondo e rinnova nelle mie viscere lo Spirito retto. Non mi scacciare dalla tua presenza e non mi togliere lo Spirito Santo... Ridonami la letizia della tua salvezza e confermami lo Spirito regale.» Ci sono tre cose in noi che debbono essere riformate dallo Spirito di Dio: l'intenzione, l'affetto e l'azione. Per queste tre necessità imploriamo da Dio uno Spirito triplice: retto perchè diriga l'intenzione, santo che purifichi l'affetto, regale che corrobori l'azione. La nostra intenzione per lo Spirito che ci illumina si dirige perfettamente a Dio come il dardo ai suo bersaglio, quando in ogni cosa che facciamo cerchiamo di piacere soltanto a Dio. Ma a che giova che ci prefiggiamo buoni fini quando deviamo dalla retta intenzione con il nostro affetto? L'affetto corrotto non permette che la retta intenzione consegua il suo scopo. Perciò allo Spirito retto si aggiunge quello santo, perchè la volontà si innamori del bene che ci proponiamo nella mente. Mentre per il calore dello Spirito Santo l'animo si santifica e si purifica dai mali, per questa stessa mondezza si dispone ad aderire al bene. Il nostro Dio, come dice un Profeta, è fuoco che consuma: consuma le cupidigie terrestri per risvegliare desideri celesti. Ma neanche così la nostra anima è perfetta, se quello che rettamente intende e santamente brama effettivamente non adempie. Imploriamo dunque con suppliche lo Spirito regale, perchè, con la sua potenza fortifichi l'intenzione e il volere, onde ne promani l'atto e perchè efficacemente conduciamo a termine quello che ardentemente desideriamo. 

 

FIORETTO Sceglierò una preghiera allo Spirito Santo, per recitarla più volte nella giornata. 

 

GIACULATORIA Veni, Sancte Spiritus. Vieni, o Spirito Santo. 

 

 

 

 

 

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