Stiamo
arrivando alla conclusione dell’anno liturgico: fra
un paio di settimane inizierà il nuovo anno con l’Avvento
e anche i testi della Parola di Dio di questa domenica
guardano , al futuro agli"ultimi tempi",
alla storia del mondo e della Chiesa che non finisce
con Gesù, ma continua nei secoli.
Il
futuro che ci sta di fronte avrà grossomodo le stesse
caratteristiche del passato e il Vangelo ne evidenzia
e sottolinea gli aspetti di fatica, di dolore, di
calamità. Anche noi siamo più propensi a ricordare i
tempi difficili piuttosto che i periodi di serenità e
di prosperità che abbiamo vissuto.
La
pagina di Luca si apre con una profezia drammatica: la
distruzione del Tempio. Devi ricordare che l’evangelista
scrive il suo Vangelo quando questi eventi sono già
successi, cioè dopo che gli eserciti di Roma negli
anni 69-70 hanno messo a ferro e a fuoco la Palestina
con Gerusalemme praticamente rasa al suolo ad opera di
Tito, che celebrerà questa vittoria nel celebre arco
di trionfo a lui dedicato davanti al Colosseo.
"Di
quello che vedete non resterà pietra su pietra!"
Con
linguaggio drammatico, apocalittico (un po’
terroristico nella sostanza, ma era un genere
letterario diffuso) Gesù parla di cosa attende il
discepolo non per spaventarlo, ma per incoraggiarlo a
non perdere la speranza, ma a confidare nella sua
assistenza.
Il
primo evento che ha creato angoscia grande non solo
negli ebrei, ma anche in tutti i cristiani convertiti
dall’ebraismo è stata (lo abbiamo detto) la
distruzione del Tempio di Gerusalemme, simbolo
della fede in Jhawé, segno della sua presenza a
protezione del popolo d’Israele.
In
un momento così tragico "vi saranno alcuni
che cercheranno di darvi false speranze": sono
i falsi profeti. Anche oggi ci sono tanti
imbroglioni che approfittando della paura della gente
cercano di fare soldi con promesse e risposte
illusorie.
Poi
vi saranno guerre, pestilenze, carestie. In una
preghiera litanica la Chiesa prega così: Dalla peste,
dalla fame e dalla guerra liberaci, o Signore! A ben
guardare i nostri libri di storia sono esattamente la
cronaca di questi eventi tristi e luttuosi. Ma quante
guerre ci sono state, alcune durate 100 anni, altre 30
(per citare le più note). Anche oggi quanti focolai
di guerre in giro per il pianeta. Interi continenti
sono sotto la soglia della povertà, cioè nella
miseria sena cibo e acqua sufficienti; spesso
scoppiano epidemie, pestilenze (due anni fa il colera
ha imperversato in Madagascar), ma il nostro mondo
occidentale non se ne cura, non ne parla, non ha
interesse. Davvero c’è la globalizzazione dell’indifferenza
di cui parla il Papa.
Infine
Gesù parla delle persecuzioni cui saranno
soggetti i suoi discepoli. "Ci sono più
martiri oggi che agli inizi della Chiesa" ripete
Papa Francesco. Il secolo XX è stato il secolo dei
martiri cristiani. Diciamolo: sono morti a migliaia
nelle carceri e nei gulag dei paesi comunisti e
nazisti. Oggi veniamo a conoscere questi massacri.
Uomini e donne di ogni condizione, sacerdoti, vescovi
uccisi, torturati, imprigionati perché cristiani.
Nerone ne aveva uccisi 4000, appesi ad un palo,
cosparsi di pece e poi usati come fiaccole per
illuminare i giardini della sua Domus Aurea poco
distante dal Colosseo. Ma certi regimi anche recenti
ne hanno uccisi e continuano a ucciderne molti di
più.
Quante
chiese bruciate, fatte esplodere con centinaia e
centinaia di cristiani sgozzati, uccisi tra l’indifferenza
generale.
Anche
nelle famiglie ci sono martiri, perché traditi
e denunciati da amici e parenti. Allora comprendi
quello che Gesù aveva detto: "Sono venuto a
portare la divisione!". Le scelte cristiane ieri
come oggi sono contro corrente, vanno contro lo
spirito del mondo e creano divisione e ostilità. Là
dove non si accoglie Dio non si accoglie neppure chi
lo rende presente con la vita.
Se
poi guardi la tua esperienza personale anche tu puoi
aggiungere altre fatiche, dolori, drammi che hai
vissuto o stai vivendo, forse da tanto tempo.
Che
cosa ci dice Gesù non solo nel vangelo di oggi, ma
con il suo Vangelo? Qual è il suo messaggio?
Mi
pare che Gesù ci dica questo:
1.
"Non temere. Io sono con te". Queste
espressioni ricorrono nella Bibbia 365 volte, quasi a
ripeterti ogni giorno che Gesù non ti abbandona, ma
che è al tuo fianco per sostenerti nella fatica, nei
momenti di dolore e di sofferenza
2.
"Sii fede e perseverante". Il che significa:
Non mollare, non arrenderti. Nel mondo sembrano
vincere i più violenti, i più crudeli, ma io non mi
arrendo. Anche quando tutto il lottare contro il male
sembra senza esito, io non mi arrendo, perché so che
la mia piccola storia e la storia del mondo sono nelle
mani di Dio. La violenza si autodistruggerà: è
sempre stato così.
3.
Alzate il capo, restate in piedi, a testa alta,
guardate lontano: viene il Liberatore, il Dio esperto
di vita.
Usa
la tattica del contadino: non stancarti di seminare,
anche se a volte ti sembra inutile o insensato. La
vita ha una forza che supera tutte le sciagure e i
cataclismi della storia o quelli personali. Impara dal
contadino che semina e ha pazienza e speranza nel
nuovo germoglio di vita che nasce.