La
solennità di questa domenica esalta Cristo Gesù
"Signore e Re dell’universo e della
storia".
Essa
conclude l’anno liturgico e spalanca ai nostri occhi
una visione solenne, grandiosa, di dimensioni
cosmiche.
Leggi per
tuo conto l’inno della Lettera ai Colossesi (2°
lettura) di san Paolo: "In Lui furono create
tutte le cose nei cieli e sulla terra, quelle visibili
e quelle invisibili. Egli ha rappacificato con il
sangue della sua croce le cose che stanno sulla terra
e quelle nei cieli".
Di fronte a
questo scenario che presenta Gesù come il punto verso
il quale convergono il cosmo e la storia, lo spazio e
il tempo, appare infinitamente stridente il testo del
Vangelo di Luca che ci presenta Gesù crocifisso,
deriso, insultato dai capi religiosi ebraici, dai
soldati e dai passanti. Nota che Gesù viene ucciso
alla vigilia della Pasqua e in quei giorni Gerusalemme
triplica la sua popolazione a causa dei tanti
pellegrini che arrivano da ogni parte del Medio
Oriente e Gesù, con due malfattori, è appeso non
lontano dalla porta di ingresso in città! Spettacolo
macabro, disgustoso perché, diciamolo, Gesù in croce
è un brandello di carne, coperto di sangue dalla
testa ai piedi, dopo il terribile supplizio della
flagellazione, il tragitto verso il Calvario con un
tronco della croce sulle spalle e poi … la
crocifissione.
Fa ribrezzo
e, come scrive il profeta Isaia, "non ha bellezza
alcuna, anzi da lui si torce via lo sguardo come da
qualcosa di immondo". Gesù è inchiodato, nudo,
rantolante.
Non c’è
poesia, ma solo orrore, pena, ribrezzo. E l’ironia
tremenda del cartello appeso sul suo capo "Gesù
Nazareno Re dei Giudei", scritto in latino,
ebraico e greco perché tutti si potessero rendere
conto di quanto stupido fosse stato quell’individuo
a dichiararsi RE!
Buffone! Ha
detto di essere il Figlio di Dio!
Si salvi,
scenda dalla croce.
Ha
bestemmiato e Dio lo ha punito!
Riflettiamo
insieme. Qualche ora prima, durante l’ultima
Cena, Gesù, alla richiesta di Filippo "Mostraci
il Padre!", aveva risposto: "Filippo,
chi vede me vede il Padre!"
E ora cosa
si vede? L’ho già detto: uno schifo!
Eppure
Gesù Crocifisso è la più bella, la più luminosa e
sconvolgente immagine di Dio. Lì Dio si manifesta per
quello che è veramente, nella sua identità più
profonda e più vera.
Dio è
Amore silenzioso e solo contemplando la Croce si
intuisce qualcosa di questo abisso da vertigine che è
il cuore del Padre.
E la Croce
a me dice essenzialmente due cose:
>Fino a
che punto Dio mi ha amato. Per me si è dissanguato e
non mi chiede nulla. Mi ama a perdere e basta!
>La
gravità del peccato che è costato la vita di Dio! In
un mondo che del peccato ha perso il senso o lo
considera poco più di un gioco, la Croce mi ricorda
che invece il male esiste, è drammatico, ferisce,
uccide.
Solo Gesù
è il Salvatore vero che libera anche quando
"mi
stringevano funi di morte,
ero
preso nei lacci degli inferi,
mi
opprimevano tristezza e angoscia!"
è il caso
del buon ladrone che viene abbracciato da Dio –Misericordia
e portato per primo in Paradiso.
Guardando
il Crocifisso si rimane sconvolti dal troppo amore, da
questa misericordia che trova gioia solo nel donarsi,
da questo cuore squarciato che continua a ripetere: Ho
sete! Gesù ha sete di te, di me, del nostro cuore:
esso può avere pace e gioia solo riposando in Lui,
mia Vita e mio Tutto.
Conclusione:
Gesù vuole
essere Re del tuo cuore, della tua vita.
Ti chiede
di essere suo discepolo: Lui è la tua guida, il tuo
modello. Lui ritma i tuoi passi, le tue decisioni.
Guardando a
Lui impari come si vive amando, cioè dando la vita.
La Croce
tuttavia non è l’ultima parola. Dio non delude.
L’alba
radiosa della Pasqua attesta che il chicco caduto in
terra rinasce a vita nuova nella gioia e nella festa
della Risurrezione.
Buona e
santa festa di Cristo Re!