- Vangeli dei giorni feriali -

COMMENTO AL VANGELO

 

6a settimana TEMPO ORDINARIO (Mc 8,34-9,1)

 

In quel tempo, convocata la folla insieme ai suoi discepoli, Gesù disse loro: “Se qualcuno vuol venire dietro di me rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua. Perché chi vorrà salvare la propria vita, la perderà; ma chi perderà la propria vita per causa mia e del Vangelo, la salverà. 
Che giova infatti all'uomo guadagnare il mondo intero, se poi perde la propria anima? E che cosa potrebbe mai dare un uomo in cambio della propria anima? 
Chi si vergognerà di me e delle mie parole davanti a questa generazione adultera e peccatrice, anche il Figlio dell'uomo si vergognerà di lui, quando verrà nella gloria del Padre suo con gli angeli santi”. 
E diceva loro: “In verità vi dico: vi sono alcuni qui presenti, che non morranno senza aver visto il regno di Dio venire con potenza”.

 

Come vivere questa Parola?
Se si leggono superficialmente queste parole che Gesù ha rivolto non ai dodici ma a tutti i suoi seguaci, si rischia proprio di piantare in asso Lui e la sua strada. Un'indomabile amore alla vita, all'espansione di tutto il nostro essere pulsa in noi da sempre. Che senso ha voler "perdere"? Proprio la prima lettura odierna può illuminarci. L'autore di Genesi 11,1-9 narra della sfida che gli uomini decidono di dare al cielo "per farsi un nome". Mire espansionistiche ma non finalizzate alla gloria di Dio e alla costruzione della civiltà dell'amore. L'intento ha per radice un motivo chiaramente egoistico. "Dio, che ha plasmato il loro cuore, comprende tutte le loro opere" (cfr. il salmo responsoriale: Sl 32) e, lungi dall'approvarle, lascia che le loro voglie malsane ingenerino la divisione, la confusione delle lingue. Al contrario Gesù indica la strada: perdere sé, la propria vita e trovare il cuore del proprio esistere: quel sé profondo amato dal Signore a sua immagine e somiglianza perché capace di mettere a morte la propria istintività egoistica, pur di amare.

 

Oggi, nella mia oasi contemplativa, mi lascio interpellare a fondo da Gesù che m'indica la qualità di vita che conta. A che cosa mi decido quando sorgono piccoli contrasti, quando il mio quieto-vivere è minacciato, quando è l'orgoglio che vorrebbe spuntarla?

 

La voce di una giovane ebrea scomparsa nei campi di concentramento
Sono riconoscente di non provare nessun odio né sentimento di amarezza ma di avere una gran calma che però non è rassegnazione. La mia vita interiore diventa sempre più semplice, lastricata di benevolenza e fiducia.
Etty Hillesum

 

Casa di Preghiera San Biagio FMA 

 

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