- Vangeli dei giorni feriali -

COMMENTO AL VANGELO

 

20a settimana TEMPO ORDINARIO (Mt 22,34-40)

 

In quel tempo, i farisei, udito che Gesù aveva chiuso la bocca ai sadducei, si riunirono insieme e uno di loro, un dottore della legge, lo interrogò per metterlo alla prova: “Maestro, qual è il più grande comandamento della legge?”. Gli rispose: “Amerai il Signore Dio tuo con tutto il cuore, con tutta la tua anima e con tutta la tua mente. Questo è il più grande e il primo dei comandamenti. E il secondo è simile al primo: Amerai il prossimo tuo come te stesso. Da questi due comandamenti dipende tutta la Legge e i Profeti”.

 

Troppe volte facciamo l'errore di separare l'amore. La verità però è che l'amore è tale solo se tiene insieme le sue tre dimensioni: amore a Dio, amore a me stesso, amore al prossimo. Se non ami davvero Dio rischi di amare male il prossimo e te stesso perché gli metti addosso aspettative che solo Dio può soddisfare (infatti solo Lui salva! Gli altri sono umani e hanno il diritto di esserlo con i loro pregi e i loro difetti). Se non ami te stesso passi il tempo a usare Dio e gli altri per riempire i tuoi vuoti. Se non ami il prossimo significa che sei ancora incartato con i tuo io e per questo pensi che l'amore sia star bene solo tu. Se tieni insieme questi tre amori allora tutto cambia.

 

Don Luigi Maria Epicoco

 

VAI in CAPPELLINA HOME COMMENTO (Vangeli Feriali)

 

 

Ormai è diventata una gara, un gioco. Sporco e inopportuno, ma chi se ne avvede? I farisei hanno saputo che quel falegname venuto dal nulla ha chiuso la bocca ai sadducei. Ai sadducei! Gli aristocratici di Gerusalemme, alieni alle novità, capaci di adattarsi ad ogni situazione, anche sfavorevole, come la presenza dei romani. Custodi della tradizione, inossidabili nelle loro convinzioni e nella loro religiosità mummificata. Ha chiuso loro la bocca. Bisogna reagire. Ci penserà uno scriba, un dottore della Legge, uno che ha studiato, un teologo, diremmo noi. Bisogna vincere, umiliare l'ignorante Nazareno. E pone una domanda. Per metterlo in difficoltà, per misurare la sua (supposta) poca dimestichezza con le sottigliezze dottrinali. Conosciamo la splendida risposta del Maestro, affatto superficiale. Ma che tristezza vedere brandire la Scrittura come un corpo contundente, con il preciso intento di mettere in difficoltà, di umiliare, invece che di illuminare e convertire. Stiamo attenti a non commettere anche noi lo stesso madornale errore. Non ci siano mai dispute all'interno della Chiesa, solo condivisioni.

 

Paolo Curtaz

 

VAI in CAPPELLINA HOME COMMENTO (Vangeli Feriali)