- Vangeli dei giorni feriali -

COMMENTO AL VANGELO

 

34a settimana TEMPO ORDINARIO (Lc 21,12-19)

 

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: “Metteranno le mani su di voi e vi perseguiteranno, consegnandovi alle sinagoghe e alle prigioni, trascinandovi davanti a re e a governatori, a causa del mio nome. Questo vi darà occasione di render testimonianza. Mettetevi bene in mente di non preparare prima la vostra difesa; io vi darò lingua e sapienza, a cui tutti i vostri avversari non potranno resistere, né controbattere. Sarete traditi perfino dai genitori, dai fratelli, dai parenti e dagli amici, e metteranno a morte alcuni di voi; sarete odiati da tutti per causa del mio nome. Ma nemmeno un capello del vostro capo perirà. Con la vostra perseveranza salverete le vostre anime”.

 

La Storia si accanisce contro i cristiani. E, bisogna ammetterlo, nella Storia anche i cristiani, pensando di rendere onore a Dio, si sono accaniti contro altri. Ora è il tempo del martirio. Non i primi secoli ma oggi, in questi spregiudicati e tecnologici tempi. Oggi, ora, migliaia di cristiani, dalla Siria alla Nigeria, dal Pakistan all'Iraq sono uccisi a causa della propria fede. Ci scuote la loro tragica testimonianza: quanto amore verso Cristo deve riempire il nostro cuore da preferire la morte alla perdita della fede? Interroghiamoci sul nostro cristianesimo dimesso e sciupato, fatto di distinguo e di fragili appartenenze. Siamo cristiani perché nati in Italia ma non solo non conosciamo la nostra fede ma nemmeno, spesso, sapremmo rendere ragione della nostra fede. Cerchiamo Cristo, allora, ascoltiamo la sua Parola, lasciamola germogliare dentro di noi. Sentiamoci amati e amiamo, scopriamo l'immensa gioia di diventare discepoli per davvero, seguaci del Nazareno. Caliamo il Vangelo nella nostra vita, vediamola rifiorire, apriamo il cuore all'azione dello Spirito Santo. Allora saremo capaci anche di martirio.

 

Paolo Curtaz

 

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