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Vangeli dei giorni feriali -
COMMENTO
AL VANGELO
MARIA
SANTISSIMA MADRE DI DIO (Lc
2,16-21)
In
quel tempo, [i pastori] andarono, senza indugio, e trovarono
Maria e Giuseppe e il bambino, adagiato nella mangiatoia. E dopo
averlo visto, riferirono ciò che del bambino era stato detto
loro. Tutti quelli che udivano si stupirono delle cose dette
loro dai pastori. Maria, da parte sua, custodiva tutte queste
cose, meditandole nel suo cuore. I pastori se ne tornarono,
glorificando e lodando Dio per tutto quello che avevano udito e
visto, com’era stato detto loro. Quando furono compiuti gli
otto giorni prescritti per la circoncisione, gli fu messo nome
Gesù, come era stato chiamato dall’angelo prima che fosse
concepito nel grembo.
Come vivere questa Parola?
La santità della famiglia di Gesù si fonda sulla fiducia incondizionata nei confronti di un Dio che non risparmia fatiche e dolori a coloro che chiama ad entrare nel suo progetto. Maria e Giuseppe, “esperti nel soffrire”, dice la liturgia, sono l’immagine dei veri credenti, che non si scoraggiano di fronte alle sfide di una storia in cui il male sembra sempre trionfare, ma si lasciano guidare dalla Parola che viene loro rivolta, certi che Dio condurrà a compimento, secondo i suoi tempi e le sue modalità, i progetti di vita e salvezza che ha per l’umanità intera.
Di fronte ai tanti Erode che seminano morte anche nel nostro tempo, Signore aiutaci a non disperare ma a confidare, come Maria e Giuseppe, nella tua Parola e nel tuo Amore. Così sia.
La voce del Papa
«Il Bambino Gesù con sua Madre Maria e con san Giuseppe sono un’icona familiare semplice ma tanto luminosa. La luce che essa irradia è luce di misericordia e di salvezza per il mondo intero, luce di verità per ogni uomo, per la famiglia umana e per le singole famiglie. Questa luce che viene dalla Santa Famiglia ci incoraggia ad offrire calore umano in quelle situazioni familiari in cui, per vari motivi, manca la pace, manca l’armonia, manca il perdono. La nostra concreta solidarietà non venga meno specialmente nei confronti delle famiglie che stanno vivendo situazioni più difficili per le malattie, la mancanza di lavoro, le discriminazioni, la necessità di emigrare…». (FRANCESCO, Angelus, 28 dicembre 2014)
Casa di Preghiera San Biagio FMA - Subiaco (Roma)
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COMMENTO
(Vangeli Feriali)
Come
vivere questa Parola?
I pastori, questa gente semplice e tutt'altro che danarosa, con
il soccorso angelico, ha potuto essere avvertita dell'ineffabile
Mistero: “Ci è stato dato un Bimbo”. Sì il Bambino Gesù
è stato donato a noi nascendo in località tutt'altro che
accogliente, nel segno di una grande povertà vissuta da una
coppia umana pare a quelle che popolano il mondo. Le circostanze
del momento costrinsero Maria e Giuseppe ad adeguarsi a una
situazione di particolare indigenza: dovettero trovare ricovero
dentro una grotta per animali e dare al Bambino come culla una
mangiatoia. Ecco, non sappiamo che cosa Maria e Giuseppe dissero
ai pastori. Da quel che il racconto scritturistico pone risulta
evidente che quegli uomini furono colpiti da quanto videro e da
quel che udirono da Maria e Giuseppe. Essi, i pastori, tornarono
alla loro abitazione e raccontarono, certo con foga, quel che
avevano visto e udito. Ma quel che più colpisce, della
narrazione evangelica, riguarda Maria: la Madre Santissima. Di
lei sono dette due cose soltanto, ma importantissime. La Madonna
meditava l'accaduto, cioè lo riteneva tale da accoglierlo in
se, a profondità grandi. Il testo poi dice che Maria serbava il
Mistero in quelle profondità: quelle del cuore.
Signore,
viviamo un tempo per certi versi molto bello segnato da
importanti scoperte nel campo della scienza e delle nuove
conoscenze. Però se vogliamo vivere in pienezza, dobbiamo
tornare al cuore: donaci la forza, o Dio di vivere ogni giorno
con quel respiro di gioia che nasce e perdura in chi medita nel
profondo di sé la scena evangelica su cui ci siamo soffermati.
Vivere allora è possibile: con cuore sereno che si apre agli
orizzonti dell'amore infinito
La
voce di un famoso scrittore
“C'è un puro splendore, o Madre illuminata. E in cuore sono
colmo di gioia. Ti 'ho così spesso adornata di corona. Nel
tempo della mia fanciullezza.”
Hermann
Hesse
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