- Vangeli dei giorni feriali -

COMMENTO AL VANGELO

 

SAN FRANCESCO D'ASSISI (Mt 11,25-30)

 

In quel tempo, Gesù disse: “Ti benedico, o Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai tenuto nascoste queste cose ai sapienti e agli intelligenti e le hai rivelate ai piccoli. Sì, o Padre, perché così è piaciuto a te. Tutto mi è stato dato dal Padre mio; nessuno conosce il Figlio se non il Padre, e nessuno conosce il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio lo voglia rivelare. Venite a me, voi tutti, che siete affaticati e oppressi, e io vi ristorerò. Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per le vostre anime. Il mio giogo infatti è dolce e il mio carico leggero”.

 

Oggi l'Italia è in festa celebrando in Francesco d'Assisi uno dei suoi figli migliori. Tutto di Cristo, ha saputo incendiare d'amore la Chiesa del suo tempo. E noi.

 

Così agisce Dio: quando vede che il suo vangelo arranca e si impantana nelle pastoie clericali, quando vede che la Chiesa, specialmente chi, nella Chiesa, dovrebbe condurre il gregge, si allontana dal messaggio e dalla propria missione... invia i santi. E questo è il modo di agire di Dio, sempre pronto a inviare uomini e donne che, senza fare rivoluzioni, senza colpi di stato, senza rabbie represse, convertono la Chiesa a partire da se stessi. Francesco vive in un medioevo in cui la Chiesa combatte per non essere travolta dal nascente potere civile e lo fa, spesso, imitandone le peggiori attitudini. Papi-principi, vescovi-padroni offuscano e contraddicono il mandato evangelico. In una società strutturata intorno alla presenza fisica e tangibile del cristianesimo con i suoi presidi sul territorio, spesso si è finiti col dimenticare l'essenziale. E Francesco, figlio del suo tempo, dell'Italia rissosa dei comuni, semplicemente scopre Dio. Non quello della messa domenicale e delle processioni, ma il Dio che accende e stravolge. Ancora oggi Francesco, il somigliantissimo a Cristo, come lo chiamano gli ortodossi, ci affascina e ci incoraggi a credere. Sul serio.

 

Paolo Curtaz 

 

 

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