Edvige
Carboni nacque a Pozzomaggiore (SS) il 2 maggio 1880 da Giovanni
Battista e Maria Domenica Pinna, sposi di nobili virtù. Alla sua
nascita la mamma notò che, sul petto della propria bambina, era
impressa una piccola croce che durò per tutta la vita, segno presago di
quello che sarebbe stata l’intera sua esistenza. A soli cinque anni
ebbe l’insigne favore di avere vicino a sé Gesù Bambino che la
Madonna, animandosi, le diede più volte da un quadro, e il suo Angelo
Custode che la invitò a consacrarsi tutta a Dio e ad offrirgli le varie
sofferenze e disagi di ogni giorno. Consacrazione che ella ripeteva ogni
sera, quando la mamma la portava in chiesa per la visita al Signore
Sacramentato. Umile, generosa e ubbidiente si mostrò anche da
giovinetta, corrispondendo alla Grazia con la partecipazione costante
alla santa Messa e ai sacramenti. Terminate lodevolmente le classi
elementari, desiderò abbracciare la vita religiosa ma, per ubbidienza
al confessore, dovette rinunciarvi per accudire alla famiglia che, col
tempo, gravò tutta su di lei una volta scomparsa la mamma, che si
spense tra le sue braccia. Per diversi componenti della sua famiglia
visitati dalla malattia, la Serva di Dio fu infermiera premurosa. Nello
stesso tempo Edvige si occupava dell’insegnamento catechistico in
chiesa e del tradizionale lavoro al telaio e soprattutto del ricamo a
casa, in cui era abilissima. Si era anche iscritta a varie associazioni
religiose: le Guardie d’Onore, le Figlie di Maria, il Terz’Ordine
Francescano, la confraternita del Carmelo; e più tardi, a Roma,
all’Arciconfraternita della Passione, alle Cooperatrici delle opere
Salesiane, al Quadrante della Misericordia. Ben presto nacque in lei
l’amore per i bisognosi e gli ammalati, nell’anima e nel corpo;
consolò i familiari di quanti partivano al fronte durante la prima
guerra mondiale ed aiutò le future spose senza la dote. Amica dei
poveri e dei derelitti, aveva parole di conforto per tutti; soleva dire:
“Si deve sempre infondere conforto e speranza“. Era capace
di trasformare il suo lavoro in preghiera, sempre pronta a fare la
volontà di Dio e disponibile a ricevere la sua Grazia che tutti, in
Lei, vedevano crescere e trasformarla in una donna sempre più ricca
delle virtù evangeliche. Caratteristica sua fu la devozione alla Croce
del Signore che, nel 1911, volle donare al suo corpo i segni della sua
Passione. In una delle tante apparizioni Gesù le disse: “Tu ti
chiami Edvige e devi essere l’effigie della mia passione“. E fu
veramente l’immagine del Crocifisso: stimmate, corona di spine e varie
piaghe come quelle di Gesù nel suo corpo. Fu oggetto di persecuzione,
di gelosie e di affrettate condanne da parte di chi non riusciva a
starle dietro nella corsa verso la perfezione evangelica. Nel novembre
del 1929 lasciò il suo paese e la Sardegna, per vivere il resto della
sua vita nel Lazio con la sorella Paolina, insegnante elementare,
passando da una località all’altra secondo il posto di lavoro della
sorella. Ovunque portò il suo impegno di apostolato di bene, lasciando
tracce di santità e di virtù. Si distinse per le sue penitenze e per
le opere di carità, specie durante la seconda guerra mondiale:
soccorreva poveri, malati, disoccupati, prigionieri politici,
distribuendo quanto poteva, senza distinzione di persona, di colore
politico o della vita che conducevano. Il Signore stesso la soccorreva
in questa sua attività in modo straordinario. Allora viveva a Roma,
provata così duramente dagli eventi bellici. Più volte si tolse
perfino di dosso alcuni indumenti e il pane di bocca per darli a chi
sapeva in necessità.
Prevenne
il Concilio nell’apostolato dei laici e nel volontariato; soleva dire:
“Chi arde, incendia“. In effetti, con il suo esempio,
invitava tutti a fare come lei. Di carattere affabile, era pronta ad
ascoltare tutti e a pregare per ogni necessità. Devotissima della
Madonna, che le apparve più e più volte, ottenne da lei le più
segnalate grazie. Tanti i Santi che dall’eternità andavano a
visitarla, in modo particolare si segnalarono san Giovanni Bosco e san
Domenico Savio. Ammirabile il suo spirito di penitenza, fatta
specialmente per amore a Cristo Crocifisso e per ottenere da lui la
conversione dei peccatori, la cessazione della guerra e delle
persecuzioni contro la Chiesa nei paesi sottomessi alla Russia
dell’epoca, dove sperava che il Crocifisso tornasse a regnare e
realizzare così il desiderio della Madonna espresso a Fatima. Venne
arricchita di innumerevoli carismi soprannaturali: visioni, estasi,
spirito di profezia, apparizioni di anime dell’aldilà, bilocazione,
levitazioni ecc., e fu anche vessata dal diavolo. Visse sempre nel
nascondimento, nella preghiera e nell’amore all’Eucaristia, senza
dare mai importanza ai carismi di cui fu insignita. Si riteneva come la
pianta del Vangelo che non dà frutto; umilmente pregava così: “Sono
fango di fronte al Sole; sono interamente miserabile e mi prostro
davanti alla Tua Grazia…“.
Si
raccontano fatti prodigiosi, di conversioni di peccatori per opera sua e
per le sue preghiere. La sua fede era certezza evidente, e pareva
scomparso il confine fra la vita presente e la futura, tra l’aldiquà
e l’aldilà. Anima vittima, offrì tutta se stessa come “sacrificio
vivente, santo e gradito a Dio” per il decadimento morale di cui
spesso il Signore si lamentava con lei. Amò profondamente il Papa e la
Chiesa, cui era ubbidientissima. Morì quasi improvvisamente la sera del
17 febbraio 1952 a Roma, nel silenzio e nell’umiltà come era vissuta.
È stata beatificata il 15 giugno 2019, presso l’Ippodromo Comunale «Generale
Eugenio Unali» di Pozzomaggiore. La sua memoria liturgica cade il 4
maggio, anniversario del suo Battesimo.
(dal
sito www.edvigecarboni.it)
PREGHIERA
O caro Gesù, che nella bontà del vostro Divin Cuore avete detto: « Cercate e troverete, chiedete e vi sarà dato, picchiate e vi sarà aperto; e, tutto ciò che voi chiederete in nome mio al Padre Celeste. vi sarà concesso », degnatevi di glorificare su questa terra la vostra Serva fedele EDVIGE CARBONI, e di mostrare in lei le vostre divine compiacenze concedendoci la grazia che umilmente imploriamo...
Eccelso Dio, ci rivolgiamo fiduciosi a Te, memori delle parole: "Cercate e troverete, chiedete e vi sarà dato,
bussate e vi sarà aperto". Degnati di glorificare su questa terra la tua fedele serva Edvige Carboni e per la sua
intercessione concedi a noi di imitare le sue virtù, la sua inalterabile
pazienza il suo amore verso Dio e il prossimo e, infine, la grazia che umilmente imploriamo ...