MESE DI FEBBRAIO

DEDICATO ALLO SPIRITO SANTO

 

 

GIORNO 18

 

 

MEDITAZIONE

 

GIOIA 

 

1. Il frutto della gioia è frutto soprannaturale. Non bisogna confondere la gioia del mondo con la gioia dello Spirito Santo. Una è torbida, fuggevole, falsa, traditrice; l'altra è serena, stabile, schietta, feconda. Poichè la prima è nei sensi, la seconda è nell'anima; la prima è terrestre, la seconda, pur goduta sulla terra, è già celeste. Chi ha provato anche una volta sola la pura gioia di Cristo, ha fastidio dell'altra, ne rifugge o non ci attacca il cuore. Quando si ha nell'occhio il sole, non si ricorre alla fiammella d'una candela. Il segreto è trasparente: è segreto soltanto per chi non rientra in se stesso. Chi medita sa che, quella gioia, lo Spirito Santo l'accende nell'anima per via d'amore. San Paolo non si stancava di raccomandarlo anche, e soprattutto, stando in catene. Perchè la gioia cristiana è l'inclinazione, è lo schiudersi di un'anima aperta alla luce e permeata dalla Grazia. La gioia cristiana è segno di crescita soprannaturale. 

 

2. L'amore è l'immensa gioia. Solo chi ama può sovrabbondare di gioia. Ma, come prima abbiamo distinto gioia da gioia, così ora dobbiamo distinguere amore da amore. Anche i mondani dicono d'amare: hanno la bocca piena d'amore... ma il cuore vuoto. Sono soltanto i sensi ad essere impegnati. I mondani vogliono, non danno; sacrificano, non amano. Come potranno avere la gioia? «Si rotolano tra le spine e i sassi» afferma il Curato d'Ars. Il vero amore non può suscitarlo che lo Spirito: perciò Egli solo può assicurare la gioia. Che gli amatori del mondo sian tristi, vuoti e disperati, lo sanno tutti: loro per i primi. Che i Santi siano lieti, si sa dalla loro vita. Gioia e santità si danno soavemente la mano. 

 

3. Il frutto della gioia si gusta nel dolore. Strana affermazione, com'è strano tutto, per chi non sa neppure sillabare il Vangelo di Cristo. Ma chi lo ha in familiarità e ne fa pascolo di salute, sa che è proprio così. Dal dolore sboccia la gioia; con il dolore sussiste la gioia. L'espressione che Paolo apostolo lancia a sollievo di chi soffre, «sovrabbondo di gioia in ogni nostra tribolazione», è stata vissuta, prima che scritta, sotto la carezza dello Spirito Santo. Chi ama soffre e canta: poichè la gioia è l'immenso segreto dei cristiani. 

 

* O Spirito Santo, che dai stabile giocondità alle anime, mantieni la mia nella serenità che rallegra. Se amo Dio e in Dio le creature, avrò il vero gaudio, il gaudio che è verità, che è riposo, che è abbandono, che è certezza, nell'attesa. Noi esultiamo, perchè sappiamo - anche tribolando - che non andrà delusa la nostra speranza, perchè non falliranno le divine promesse. Che m'importa allora delle effimere, pesanti, materiali gioie del mondo? Me ne liberi, o Spirito d'amore e di verità. 

 

ELEVAZIONE Anche i pensieri che seguono sono del Dottor Mellifluo: «Perchè tu, o uomo (dice Gesù) non ti lamenti della mia assenza e perchè il tuo cuore non si rattristi, io ti invierò lo Spirito Paraclito, che ti darà un pegno di salvezza, la forza della vita, la luce della scienza: il pegno di salvezza è la testimonianza che questo Spirito Santo renderà al tuo spirito che sei figlio di Dio; i segni della predestinazione saranno da lui impressi e mostrati nel tuo cuore. Spanderà la gioia nel tuo cuore ed innaffierà la tua anima, se non costantemente, almeno sovente, con la feconda rugiada del Cielo. Ti darà la forza della vita, per modo che, per la sua grazia, quello che è impossibile alla natura non solamente ti diventerà possibile, ma anche ti sarà facile. Ti farà camminare contento nella ricchezza e nell'abbondanza, tra lavori e veglie, nella fame e nella sete e in tutte le osservanze religiose, che sembrerebbero un cibo di morte, se non fosse addolcito da questa soave farina. Ti darà infine la luce della scienza e ti farà dire, quando avrai compiuto interamente il tuo dovere, che sei un servo inutile: questa luce di scienza ti impedirà di attribuire a te il bene che potrai trovare in te, considerando che ogni bene procede da Lui, senza il quale tu, o uomo, non sei capace di cominciare il minimo bene, di cominciare qualsiasi bene e, tanto meno poi, di poterlo condurre a termine. Ecco dunque come lo Spirito ti ispirerà per via di queste tre cose, in tutto ciò che ha rapporto con la tua salvezza, perchè in queste tre cose consiste la piena e completa perfezione». 

 

FIORETTO Nelle contrarietà e nelle possibili tristezze della giornata, invocherò lo Spirito Santo. 

 

GIACULATORIA Gaudium angelorum, da mihi gaudium. Tu, gioia degli angeli, dammi la gioia. 

 

 

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