MESE DI GENNAIO

DEDICATO A GESU' BAMBINO

 

 

GIORNO 07

 

 

MEDITAZIONE

 

EPIFANIA DI NOSTRO SIGNORE GESU' CRISTO - LA STELLA 

 

TESTO. — «Dov'è nato il re dei Giudei? perché vedemmo la sua stella nell'Oriente e siamo venuti per adorarlo» (Matteo II, 2). 

 

PRELUDIO. — Mi rappresenterò quella vasta contrada orientale dove, in una bella e chiara notte, appare ad un tratto un astro nuovo, misterioso e sconosciuto da tutti. 

 

2. PRELUDIO. — Che la tua volontà sia la mia stella, mio Dio, e che, seguendola, io trovi la felicità. 

 

1. PUNTO. — La stella appare ai Magi — Essa è grande, bella, straordinaria, molto vicina alla terra ed attraente. I Magi comprendono ch'essa dice loro: «Partite dal vostro paese e venite nella terra che io vi mostrerò» (Gen. XII, 1). Docili a questo misterioso invito, essi si arrendono alla grazia e partono. Avevano magnifiche dimore perchè erano re; forse avevano moglie, figli e molti amici; non importa; essi partono; la volontà di Dio non soffre nè resistenza nè ritardo. Ecco come io devo compierla... se un giorno la luce d'un gran sacrificio dovesse illuminare la mia anima, non mi sarà permesso di sprezzarla, ma, come i Magi, abbandonerò tutto e, con il cuore pieno di speranza, andrò dove sarò sicuro di trovare il Bambino e la sua Madre, Gesù e Maria. Mio Dio, se ce ne fosse bisogno, concedimi la Tua forza divina! 

 

2. PUNTO. — La stella brilla per tutti — Quanti però chiusero gli occhi alla sua luce, fecero sembianza di non capire ciò ch'essa diceva loro e si perdettero! «Lasciare le nostre comodità, la nostra famiglia, a nostro paese?! Oh, è troppo difficile, troppo duro». Poi vennero mille pretesti per non obbedire al cenno di Dio e per autorizzare la pigrizia; è una luce ingannatrice... ci accadrà qualche disgrazia se partiamo... lasciamo prima andare gli altri, è più prudente, vedremo poi... io devo provvedere al sostentamento dei miei figli che hanno bisogno di me. Così facciamo noi, quando trascuriamo le grazie di elezione che solamente un piccolo numero di uomini ha il coraggio di raccogliere. Ah! sforziamoci d'appartenere a questo piccolo numero come i Magi e operiamo in modo che il nostro angelo custode possa dire di noi, nella narrazione della nostra vita cristiana: «Molti sono i chiamati alla perfezione, ma pochi sono gli eletti... quella di cui sono il custode è fra i chiamati e gli eletti». 

 

Colloquio con il mio angelo custode; domandargli che egli mi renda attento e fedele alla grazia, al minimo invito della grazia nelle più piccole cose. 

 

ESEMPIO. 
Il Venerabile Fra Francesco Carmelitano Scalzo, per la sua tenera devozione alla S. Infanzia, fu nominato del Bambino Gesù. Prima di rendersi Religioso laico nel Sacro Ordine dei Carmelitani Scalzi, fu da Dio chiamato a servirlo in un grande Ospedale in Spagna. Egli trovò, per sua buona fortuna, nella piccola stanza assegnatagli, un'immagine del Santissimo Bambino; e tanto gli s'affezionò nella devozione, che tutti i suoi pensieri ed amori erano rivolti a lui, per modo che la sua vita fu una servitù perpetua al S. Bambino, il quale al suo Servo corrispose con liberalità di grazie meravigliose. Francesco aveva sempre tra le mani mille affari di carità a favore degli infermi e dei poveri, così prima di uscire della sua stanza, egli conferiva con il suo dolce Bambino, pregandolo, che lo provvedesse di elemosine per i suoi Cavalieri e Soldati (tali nomi egli dava ai poveri). E poiché per quelli era solito fare grandissime spese, tutta la fua fiducia era nel S. Bambino, che era il suo Tesoriere, come era solito chiamarlo. Ogni qual volta si metteva in impegno di far qualche grossa spesa, diceva al suo Bambino: "Signore, dobbiamo far Festa in questa Pasqua ai vostri Soldati, e Cavalieri; a questo fine io vi chiedo: voi pensate al pagamento, che io penserò a fare la spesa". Raccomandati a questo potente Protettore i suoi caritatevoli affari, Francesco usciva di casa ad elemosinare. E quanto poi aveva raccolto nella giornata, tornando all'Ospedale, l'andava a deporre ai piedi del suo S. Bambino, ringraziandolo della sua amorevole provvidenza, e assistenza. Ma poichè qualche volta s'era accorto che il Demonio, invidioso di quel bene che faceva al prossimo, gli rovinava i negozi di carità, una santa semplicità gl'insegnò di deludere con un santo artificio le trame del Tentatore. Fece dipingere in una tela il Demonio, e prima d'uscire di casa, ai piedi della Madre del S. Bambino lo legava, dicendo, "Vergine Madre di Dio, fate si, che questo Tignoso (così nominava per disprezzo il Demonio) non mi disturbi la tale, e la tale impresa." E se mai accadeva, che egli per dimenticanza, non avesse prima fatto prigioniero il Demonio se n'accorgeva per i disturbi ed intoppi che incontrava nei suoi affari; perciò diceva al compagno: "Noi ci scordammo d'imprigionare il Tignoso, e perciò va ora vomitando il suo soffio." 

 

FIORETTO - Ripetere durante il giorno la giaculatoria: O Santissimo Bambino Gesù, sei la mia salvezza.

 

 

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