MESE DI MARZO

DEDICATO A SAN GIUSEPPE

 

 

GIORNO 04

 

 

MEDITAZIONE

 

Fanciullezza di San Giuseppe.

 

1. Considera, o cristiano, che sebbene il Vangelo nulla ci dica dei primi anni di vita del nostro caro S.Giuseppe, tuttavia siccome la S.Chiesa lo chiama Uomo fedele, egli non mancò, senza dubbio, all'obbligo che tutti abbiamo di offrirci al Signore appena si è giunti all'uso della ragione. Perciò il santo Fanciullo, illuminato dal Signore, ben presto lo conobbe, e a lui si offrì interamente e per sempre. Conobbe egli che il Signore ci creò per sè, che è nostro obbligo vivere unicamente per Lui, e che è una specie di furto sacrilego che la creatura commette, quando la sua vita non spenda per il Signore, e molto più, quando la spenda contro di lui, dandosi al peccato. Quindi S.Giuseppe fin dai primi anni suoi praticò l'esercizio dalla presenza di Dio, raccomandata dal Signore stesso ad Abramo; fin dai primi anni arse nel suo cuore la fiamma della carità, alimentata dalla preghiera, dalla mortificazione dei sensi, e dalla corrispondenza fedele alle grazie divine. 

 

2. L'essersi S.Giuseppe offerto al Signore fin dal primo istante dell'uso della ragione, fu questa la base dell'innocenza di sua vita in quei primi anni, e in tutto il rimanente dei suoi giorni. Molti scrittori delle glorie di S.Giuseppe dicono che in lui sia stato estinto il fomite del peccato; e sebbene la S.Chiesa non abbia su questo pronunciato il suo infallibile giudizio, tuttavia è certo che nell'anima di S.Giuseppe non cadde mai la più lieve macchia di peccato, e la sua innocenza fu sempre purissima ed intera. Grande privilegio per il nostro caro Santo e ben gli conveniva perchè destinato da Dio ad essere il custode e il testimonio dell'innocenza stessa, Gesù, e della purissima fra le Vergini, Maria immacolata.

 

 

3. Anche tu hai l'obbigo di offrirti interamente a Dio. Egli ti ha creato per sè, e per lui solo tu devi vivere. E tu hai già fatta l'offerta di te stesso a Dio? E se già l'hai fatta, non l'hai tu più mai revocata, con il fare cosa contraria alla divina volontà? Oh! quanto son pochi i cristiani i quali, come S.Giuseppe, si siano offerti al Signore, e che siano rimasti a lui fedeli. Ed è pure per questo che ben pochi sono quelli che abbiano imitato S.Giuseppe nella sua innocenza. Raccomandati alla protezione del glorioso Santo perchè ti ottenga la grazia di offrirti con generosità al Signore e di essergli fedele. E se sei padre o madre di famiglia, o in qualche modo hai persone, specialmente giovani, da dirigere, adoperati per conservare in loro l'innocenza del cuore, facendo ad essi conoscere l'obbligo che hanno di servire il Signore, e qual bene immenso sia il conservare per lui immacolato il proprio cuore. Insinua loro la devozione a S.Giuseppe che è il custode dell'innocenza. 

 

ESEMPIO. Il nome di Silvio Pellico è ben noto e caro agli studenti cristiani che hanno imparato a conoscerlo ed amarlo nella lettura delle "Mie Prigioni". Or è da sapere che questo scrittore e patriota italiano fu devotissimo di S.Giuseppe, e in prova di ciò presento una sua lettera scritta il giorno di S.Giuseppe del 1834 alla sorella Giuseppina. Mia cara Giuseppina - Benchè tu non riceva da me regali nel giorno della tua festa, io voglio tuttavia onorare questo giorno non solamente pregando questo gran Santo, ma scrivendoti qualche linea. Domani, leggendole, saprai che oggi io ho pensato a te. Oggi, tutta occupata come sei, di S.Giuseppe, pensi tu che Egli non è solo il tuo Santo, ma anche il mio? Non è forse vero che noi lo preghiamo insieme l'un per l'altro, e poi per tutti coloro che ci amano a cominciare da papà e da mamma? Non è forse vero che noi gli diciamo che domandi lui al Signore per ciascuno di noi le virtù che Egli aveva, quando menava la sua oscura ma nobile vita sulla terra nell'umiltà, nella pazienza ed in una vigile dolcezza verso tutti? Come doveva essere amabile questo caro umile Vegliardo, giacchè era stato degno di essere l'amico e il protettore della più Santa delle Vergini, della sposa perfettissima dello Spirito Santo! Era un saggio da molti ignorato, più savio di tutti i sapienti della terra. Egli non viveva che per amare Iddio e il prossimo, e poichè egli superava tutti gli altri mortali per nobiltà di affezioni e di intenzioni, Dio gli diede in questa vita la più bella ricompensa, cioè la fortuna di avere la Regina degli Angeli per compagna, per sorella e modello di perfezione; e lo stesso Figlio di Dio Onnipotente per figlio ed amico. Come doveva essere amabile questa famiglia, ricca di celesti illustrazioni, squisitamente zelante per ben amare, ben pregare e far bene ogni cosa! Come la loro dolce conversazione sarà stata piena di amore spirituale, divina! Si credeva che fosse quella una bottega qualunque da falegname, una casa come le altre, soggetta ai vili mali umori, alle folli incostanze, a tutti i grossolani difetti dell'umanità; ed invece nulla di tutto questo... Pensiamoci sovente, imitiamola il più che possiamo. Aspiriamo alla generosa elevatezza di sentimenti, all'amore della pace, alla loro gioia di conformarsi alla volontà di Dio. Si, grande S.Giuseppe! è quello che voglio far io, è quello che vuol fare la mia cara Giuseppina, è quello che vogliamo far tutti. Orsù, sorella mia, santifichiamoci, soffriamo con gioia ciò che è necessario soffrire, rallegriamoci nel piacere di benedire Iddio. La vita, malgrado le sue pene, é una gran bella cosa, giacché è il mezzo per andare in cielo. Viva dunque Gesù, Maria e Giuseppe. Con questi tre nomi in cuore non avremo più nulla da temere. Addio, mia cara. Tuo fratello Silvio. 

 

Fioretto - Offri il tuo cuore a Dio, promettendogli fedeltà con il custodire l'anima tua pura e monda dal peccato. Con qualche mortificazione corporale chiedi a S.Giuseppe che ti ottenga questa grazia. 

 

 

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