MESE DI MARZO

DEDICATO A SAN GIUSEPPE

 

 

GIORNO 11

 

 

MEDITAZIONE

 

Censimento ordinato da Cesare Augusto. 

 

I. Maria e Giuseppe vivevano felici a Nazaret nella preghiera e nel lavoro, preparandosi al compimento dei grandi disegni che Iddio loro aveva manifestati per mezzo dell'Angelo. A Roma era imperatore Cesare Augusto, ed allora la Palestina, nella quale si trovava la piccola città di Nazaret, era una provincia dell'impero romano. Or avvenne che in quel tempo l'imperatore ordinò un censimento generale dei suoi sudditi, e ciascuno si doveva recare alla città o luogo dove aveva origine la sua famiglia, per dare il proprio nome. Maria e Giuseppe, oriundi di Betlemme, dovevano portarsi a quella città, distante da Nazaret circa un centinaio di chilometri. 

 

2. Considera, o cristiano, l'obbedienza e la rassegnazione di S.Giuseppe e di Maria SS. Essi all'ordine dell'imperatore Augusto non vedono altro che un ordine di Dio stesso. Non si sgomentano per il viaggio lungo e difficile, per i rigori della stagione invernale, per gli incomodi di Maria SS., giovinetta ancora e delicata di salute; non mormorano sul comando dell'imperatore, non si lamentano di nulla; ma persuasi che Iddio vuole così, si dispongono alla partenza. Essi hanno Iddio con sè, e interamente rassegnati, anzi con il cuore pieno di gioia si preparano ad obbedire. E con la loro obbedienza, forse senza neppure pensarci, concorrono all'adempimento delle profezie che riguardavano il futuro Messia. Difatti il Redentore, secondo quanto aveva detto il profeta Michea, doveva nascere a Betlemme, dove si porteranno i due giovani sposi, obbedendo all'ordine di Cesare Augusto. 

 

3. Ammira, o cristiano, la sapienza amorosa di Dio. Egli si serve della superbia di un imperatore di questa terra, che vuol sapere quanti sudditi conti il suo impero, per santificare sempre più i suoi eletti, per adempiere le profezie fatte molti secoli prima intorno al Messia, e con questo far meglio conoscere dagli uomini il suo eterno divin Figlio, quando, fatto uomo, si presenterà al mondo. Considera ancora quanto sia giusto che tu ti lasci in tutto guidare dal Signore per la strada in cui ti vuole. Egli solo conosce tutte le vie, egli dispone di tutti i mezzi, perciò guardati dal disobbedirgli anche nelle più piccole cose. In mezzo alle contrarietà, come in mezzo alle consolazioni abbandonati sinceramente e con fiducia alla sua provvidenza. È questo il vero modo di servirlo e di cooperare ai suoi amorosi disegni sopra di te. 

 

ESEMPIO. Nell'agosto del 1927 a S.José nelle isole Filippine succedeva questo fatto. Due ragazzetti, Stanislao ed Abelino, uscendo dalla scuola dei PP. Giuseppini, invece di recarsi alle loro famiglie, entrarono in un bosco vicino. Dopo aver alquanto gironzolato, si trovarono vicini ad un pozzo, nel quale cadde disgraziatamente il più piccolo, Abelino, di anni 6. Il compagno spaventato fuggì e per timore di rimproveri, nulla disse dell'avvenuta disgrazia. Intanto il padre di Abelino, non vedendolo ritornare dopo la scuola, si recò dai Padri chiedendo notizie del figlio. Esso era stato veduto uscire con gli altri, e nulla poterono soggiungere i buoni Padri. Si incominciarono le ricerche, e in breve tutto il paese fu sottosopra e per tutte le parti della campagna fu cercato inutilmente il bambino. ll padre, ottimo cristiano, era sconsolato, vedendo inutili tutte le ricerche. Allora si fece ricorso a S.Giuseppe, e il Missionario per calmare il padre afflittissimo, lo incoraggiò a confidare in S.Giuseppe, sicuro che il piccolo figlio sarebbe stato ritrovato. Le ricerche continuarono anche nella notte che era sopraggiunta. Intanto il bambino caduto nel pozzo, che era asciutto, non aveva riportato alcuna lesione e seduto in fondo, ogni tanto ad alta voce chiamava il babbo suo che venisse a prenderlo. La vocina fu avvertita da alcuni che lo cercavano. Si accostarono all'orlo del pozzo e sentirono e riconobbero la voce del povero Abelino. In breve si calò un largo cesto e il fanciullo si sedette in esso e fu tratto sano e incolume dal precipizio. Il pozzo misura m. 19.50 di profondità. S.Giuseppe aveva sentito le preghiere e i gemiti del padre e aveva salvato il piccino, restituendolo alla sua famiglia. (dal Joseph) 

 

Fioretto. - Procura di eccitare in te una viva fiducia nella provvidenza dell'amoroso Iddio. - Recita tre Pater a S.Giuseppe perchè ti ottenga tale disposizione. 

 

 

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