- Vangeli dei giorni feriali -

COMMENTO AL VANGELO

 

26 DICEMBRE (Mt 10,17-22)

 

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: “Guardatevi dagli uomini, perché vi consegneranno ai loro tribunali e vi flagelleranno nelle loro sinagoghe; e sarete condotti davanti ai governatori e ai re per causa mia, per dare testimonianza a loro e ai pagani. E quando vi consegneranno nelle loro mani, non preoccupatevi di come o di che cosa dovrete dire, perché vi sarà suggerito in quel momento ciò che dovrete dire: non siete infatti voi a parlare, ma è lo Spirito del Padre vostro che parla in voi. Il fratello darà a morte il fratello e il padre il figlio, e i figli insorgeranno contro i genitori e li faranno morire. E sarete odiati da tutti a causa del mio nome; ma chi persevererà sino alla fine sarà salvato”.

 

Come vivere questa Parola?
Il prologo di Giovanni, del quale ieri abbiamo considerato un solo passaggio, dice, in un altro punto, che il Verbo incarnato, Gesù, «11Venne fra i suoi, e i suoi non lo hanno accolto.12A quanti però lo hanno accolto ha dato potere di diventare figli di Dio» (vv. 11-12a). Diventare “figli di Dio”, “figli nel Figlio”, comporta il rivivere, nella propria carne, la stessa esperienza di Gesù di Nazareth. Compresa la sua Passione e Morte redentrice. Il martirio di Stefano, primo martire della Chiesa nascente, è la testimonianza di questo. Nel brano del Vangelo secondo Matteo che la liturgia ci propone oggi, Gesù dice ai suoi discepoli che devono essere pronti ad una testimonianza fedele e coraggiosa, come quella di Stefano. Devono, in pratica, essere pronti al rifiuto, a pagare di persona, per il solo fatto d’averlo accolto e di essersi messi in cammino, con il desiderio di conformare la propria vita alla Sua.

 

Signore, per intercessione di Santo Stefano, ti chiediamo la grazia di incarnare ogni giorno di più la tua Parola nella nostra vita, per offrire al mondo una testimonianza credibile e coraggiosa. Così sia.

 

La voce di un filosofo
«Il tiranno muore e il suo governo è finito; il martire muore e il suo governo inizia». (Søren Kierkegaard)

 

Casa di Preghiera San Biagio FMA - Subiaco (Roma)

 

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Come vivere questa Parola?
Gesù immediatamente prima di inviare gli apostoli ad annunciare il Regno di Dio, diede loro alcuni insegnamenti pratici raccomandando quello che sostanzialmente, è l'espressione della carità vera, fraterna. Siccome però, da sempre un comportamento che sia frutto di un generoso donarsi incontra gravi difficoltà, perfino quella di essere chiamati in giudizio. Gesù previene il timore da cui i suoi potrebbero essere paralizzati o confusi nel loro dire. E' davvero molto incoraggiante quanto Egli dice rassicurando i Suoi. No non è il caso di essere pavidi e timorosi, neppure di presumere di sé quando ci si sentisse assolutamente all'altezza della situazione perché quanto di buono, di vero e di bello noi riusciamo ad esprimere viene da Dio.
Che si parli in giudizio o in sedi meno impegnative quel che conta è credere d'essere abitato da Te, Signore.

 

Mantienimi in stretto collegamento interiore con il tuo "esserci" e sarà giusto, vero e buono anche il mio dire.

 

La voce Papa Francesco
"La vita cristiana non si può capire senza la presenza dello Spirito Santo: non sarebbe cristiana. Sarebbe una vita religiosa, pagana, pietosa, che crede in Dio, ma senza la vitalità che Gesù vuole per i suoi discepoli".

 

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