- Vangeli dei giorni feriali -
COMMENTO AL VANGELO
4a settimana di PASQUA (Gv 12,44-50)
In quel tempo, Gesù gridò a gran voce: “Chi crede in me, non crede in me, ma in colui che mi ha mandato; chi vede me, vede colui che mi ha mandato. Io come luce sono venuto nel mondo, perché chiunque crede in me non rimanga nelle tenebre. Se qualcuno ascolta le mie parole e non le osserva, io non lo condanno; perché non sono venuto per condannare il mondo, ma per salvare il mondo. Chi mi respinge e non accoglie le mie parole, ha chi lo condanna: la parola che ho annunziato lo condannerà nell'ultimo giorno. Perché io non ho parlato da me, ma il Padre che mi ha mandato, egli stesso mi ha ordinato che cosa devo dire e annunziare. E io so che il suo comandamento è vita eterna. Le cose dunque che io dico, le dico come il Padre le ha dette a me”.
“Se qualcuno ascolta le mie parole e non le osserva, io non lo condanno; perché non sono venuto per condannare il mondo, ma per salvare il mondo.Chi mi rifiuta e non accoglie le mie parole, ha chi lo condanna: la parola che ho detto lo condannerà nell’ultimo giorno”. Che chiarezza Gesù nel Vangelo di oggi. Avere la fede non significa vivere con l’ansia addosso di un Dio che ti guarda, ti controlla e si appunta ogni tua caduta. Avere la fede assomiglia al gesto di qualcuno che da una barca ti lancia un salvagente a te che sei nell’acqua, e lo fa perché tu non affoghi, perché tu viva. Ma nessuno può costringerti ad abbracciare per forza quel salvagente. Se non lo fai e affoghi non devi pensare che la morte l’hai ricevuta come condanna da chi ti ha lanciato il salvagente ma come conseguenza a una tua libera scelta di non aver voluto usarlo al momento opportuno. Cristo è venuto come un salvagente lanciato dal Padre nel mare della nostra storia. Aggrapparci a Lui significa avere la vita salva, ma rifiutarlo non significa cadere nell’ira Divina. Dio ci ama, e non pianifica condanne ma al massimo ratifica le nostre scelte. Quelle si che posso diventare il nostro inferno. Dovremmo liberarci dall’ansia di sentirci controllati da Dio. Dovremmo liberarci dalla dittatura dei sensi di colpa, altrimenti rischiamo di essere buoni perché abbiamo paura e non perché lo abbiamo scelto. Dovremmo guardare le nostre scelte in maniera più seria. È lì che si gioca la nostra partita: non nei cieli ma sulla terra.
Don Luigi Maria Epicoco
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Come vivere questa Parola?
Gesù rimanda sempre al Padre, la Sua vita è un canale che porta al Padre. Il credere in Gesù, l’adesione a Lui fa conoscere chi è veramente Dio e fa ascoltare le sue parole. Gesù rimanda sempre al Padre.
È uno stile di vita, che libera dall’autoreferenzialità, che ci strappa dal nostro “ego”, che ci aiuta a ritrovarci “donati”, che ci rafforza nella consapevolezza di “essere dono”: un “dono per” gli altri…, un dono di Gesù per i fratelli!
Facciamo nostra la preghiera di Carlo de Foucauld
Padre mio,
io mi abbandono a te,
fa di me ciò che ti piace.
Qualunque cosa tu faccia di me
Ti ringrazio.
Sono pronto a tutto, accetto tutto.
La tua volontà si compia in me,
in tutte le tue creature.
Non desidero altro, mio Dio.
Affido l'anima mia alle tue mani
Te la dono mio Dio,
con tutto l'amore del mio cuore
perché ti amo,
ed è un bisogno del mio amore di donarmi
di pormi nelle tue mani senza riserve
con infinita fiducia
perché Tu sei mio Padre.
La voce di un teologo martire
“È buio dentro di me, ma in te c’è luce. Sono solo, ma tu non mi abbandoni.
Sono impaurito, ma presso di te c’è aiuto. Sono inquieto, ma presso di te c’è la pace.
Io non comprendo le tue vie, ma tu conosci la mia via”
(Dietrich Bonhoeffer, 25 dicembre 1943)
Commento di suor Monica Gianoli FMA
Casa di Preghiera San Biagio FMA - Subiaco, Roma
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