- Vangeli dei giorni feriali -

COMMENTO AL VANGELO

 

  

 

5a settimana di PASQUA (Gv 15,9-17)

 

In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli: “Come il Padre ha amato me, così anch'io ho amato voi. Rimanete nel mio amore. Se osserverete i miei comandamenti, rimarrete nel mio amore, come io ho osservato i comandamenti del Padre mio e rimango nel suo amore. Questo vi ho detto perché la mia gioia sia in voi e la vostra gioia sia piena”.

Questo è il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri come io ho amato voi. Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la sua vita per i propri amici. Voi siete miei amici, se fate ciò che io vi comando. Non vi chiamo più servi, perché il servo non sa quello che fa il suo padrone; ma vi ho chiamato amici, perché tutto ciò che ho udito dal Padre mio l’ho fatto conoscere a voi. Non voi avete scelto me, ma io ho scelto voi e vi ho costituiti perché andiate e portiate frutto e il vostro frutto rimanga; perché tutto quello che chiederete al Padre nel mio nome, ve lo conceda. Questo vi comando: che vi amiate gli uni gli altri».

 

Qual è lo scopo della vita cristiana? Compiacere Dio? Se così fosse ciò significherebbe trovarsi in un atteggiamento pagano. È infatti tipico del paganesimo pensare di poter compiacere una divinità per poterne poi ottenere dei benefici. Gesù nel Vangelo di oggi ci spiega chiaramente qual è il vero scopo della vita cristiana: “Questo vi ho detto perché la mia gioia sia in voi e la vostra gioia sia piena”. È la gioia il vero frutto della fede. Credere dovrebbe far aumentare esponenzialmente la gioia nella nostra vita. A volte, invece, sembra che la fede aumenti solo dei pericolosi sensi di colpa, o che peggio ci incastri in logiche di sottomissione che invece di spalancare la vita la restringono ancora di più. Anche nella vita cristiana c’è la strada stretta del sacrificio. Ma esso non serve per ottenere la benevolenza di Dio, ma è più che altro lo sforzo di passare attraverso la porta stretta, secondo la bellissima immagine di cui Gesù stesso parla nel Vangelo. Attraverso la porta stretta siamo costretti a disfarci di tutto il superfluo per poter finalmente camminare sollevati e riconciliati con l’essenziale di noi. Non abbiamo più bisogno di maschere, né abbiamo più bisogno di mostrare i muscoli, perché chi ha incontrato Dio ha anche fatto pace con se stesso. Il vero sacrificio è disfarsi di tutto ciò che impedisce questa riconciliazione. Bisogna però non dimenticare che lo scopo ultimo è la gioia, e non il sacrificio fine a se stesso. E quando parliamo di gioia non dobbiamo pensare solo alla gioia dell’aldilà ma a una gioia che certamente ha a che fare con la vita eterna, ma che inizia già da qui.

 

Don Luigi Maria Epicoco

 

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Come vivere questa Parola?
Queste parole di fuoco posseggono in sé una forza incredibile, non possono non rimanere impresse nella memoria di chi le ascolta. Anche noi che ci limitiamo a leggerle, non ne rimaniamo indifferenti. Esse potrebbero essere scelte per riassumere l’intero messaggio evangelico, e qualsiasi commento le svilirebbe. Credo che i discepoli, avendole ascoltate dalla bocca stessa di Gesù, ne abbiano percepito ancor più la portata rivoluzionaria: qualcosa deve essere cambiato nel loro cuore. Solo il Cristo ci dimostra di avere l’autorità necessaria per parlare così dell’amore, perché ne fa vibrare il significato più profondo. Credo che ascoltando queste parole – e ascoltandole dalla bocca di Colui che le stava incarnando pienamente – i fedelissimi di Gesù abbiano fatto un passo indietro e per la prima volta abbiano capito che cosa significasse andare dietro al loro Maestro, e quanta strada ancora mancava per essere veri discepoli. Grazie, Signore, perché la forza delle tue parole rinnova anche a noi oggi il desiderio di incamminarci alla tua sequela!

 

Nell’esame di coscienza di questa sera, dopo aver ripercorso con la memoria le azioni e gli incontri della giornata, mi chiederò quanto amore ho messo nel fare ogni cosa, e arriverò a valutare tutto sulla base di questo.

 

La voce di un Predicatore
“Brucia la Parola di Dio per purificare la coscienza del peccatore, per purificare i cuori come la fornace purifica l’oro, infiamma di amore di Dio e illumina color che l’ascoltano” (Sant’Antonio di Padova).

 

Commento di Don Enrico Emili

Casa di Preghiera San Biagio FMA - Subiaco, Roma

 

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