- Vangeli dei giorni feriali -
COMMENTO AL VANGELO
5a settimana di PASQUA (Gv 14,27-31)
In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli: “Vi lascio la pace, vi dò la mia pace. Non come la dà il mondo, io la do a voi. Non sia turbato il vostro cuore e non abbia timore. Avete udito che vi ho detto: Vado e tornerò a voi; se mi amaste, vi rallegrereste che io vado dal Padre, perché il Padre è più grande di me. Ve l'ho detto adesso, prima che avvenga, perché quando avverrà, voi crediate. Non parlerò più a lungo con voi, perché viene il principe del mondo; egli non ha nessun potere su di me, ma bisogna che il mondo sappia che io amo il Padre e faccio quello che il Padre mi ha comandato”.
Come vivere questa Parola?
Le tribolazioni della vita – lo sappiamo bene – non mancano mai, ma non manca mai neppure la promessa di Gesù: poter vivere tutto dentro la sua pace! Tante volte lasciamo ai persecutori, o chi comunque a chi ci tratta male e compie ingiustizie, molto più potere di quanto in realtà ne hanno… come per san Paolo: lo “credevano morto” in seguito al male fatto, ma chi è di Cristo non muore, sa già che è sempre la Vita a trionfare. Quanti santi e martiri lo sanno bene. Ci facciamo guidare da uno di loro, tra i più simpatici: san Thomas More.
La voce e la preghiera di san Thomas More
“Concedimi, o Signore, la grazia di rivolgere solo a Te i miei pensieri; di non dipendere dal frastuono delle bocche degli uomini; di essere contento della solitudine; di non desiderare di ascoltare frivolezze; di pensare a Dio con letizia; di invocarne l'aiuto misericordioso; di abbandonarmi al conforto di Dio; di amarlo incessantemente; di riconoscere la mia viltà e la mia miseria; di umiliarmi arrendevole alla potente mano di Dio; di pentirmi dei peccati commessi, sì da sopportare paziente le avversità per la loro remissione; di sopportare qui il mio Purgatorio; di gioire nelle tribolazioni; di attraversare gli angusti sentieri che conducono alla vita; di portare la croce con Cristo; di ricordare le cose supreme; di avere sempre davanti agli occhi la mia morte, che mi è sempre vicina; di non ritenere la morte a me estranea; di avere sempre in mente la passione che Cristo patì per me; di essergli incessantemente grato dei suoi benefici; di riscattare il tempo perduto; di astenermi dalle vane ciance; di rifuggire dai divertimenti sciocchi; di considerare nulle le perdite delle sostanze, degli amici, della libertà, di tutto, per la vittoria di Cristo; di considerare i miei più accaniti nemici come i miei migliori amici. Perché i fratelli di Giuseppe non avrebbero potuto mai fargli bene maggiore, con il loro amore ed il loro affetto, di quello che gli fecero con il loro odio e la loro malizia”. (Preghiera dalla prigionia)
Casa di Preghiera San Biagio FMA - Subiaco (Rm)
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Come vivere questa Parola?
La morte imminente di Gesù è anche la sua glorificazione. Quando tutto sarà compiuto, ci sarà un salto di qualità nella relazione coi discepoli. Conoscendo lo scandalo che avrebbe colpito i suoi seguaci, Gesù non condanna, non si lamenta, non freme vendetta e non rimprovera. Parlando come all’unisono col Padre, rivela il senso di quanto sta per accadere, e promette il dono che è la condizione per capire l’umanamente inspiegabile. Gesù annuncia la sua pace. Pace che è indulgenza verso i peccatori, riavvicinamento anche nei confronti dei nemici. Pace che è restaurazione della libertà profonda del cuore. Cuore libero dalle maglie dell’egoismo e dall’illusione di onnipotenza. Cuore non più soggetto a cadere nella paura. Viene oggi ancora una volta annunciata una pace che non è ricucitura, oblio, far finta di niente. E’ invece stupore, pentimento e conversione di fronte all’onnipotenza del Crocifisso-Risorto “per me”! Primi ad abbandonare, i discepoli di ogni tempo fanno esperienza del loro limite: solo così si gode dei frutti della pace, radicata nell’abisso della misericordia di Dio.
A volte gli altri ci trasmettono un’impressione immediata –simpatia o antipatia – che non corrisponde alla realtà, e che ci fa assumere uno sguardo distorto, ci induce a conclusioni erronee su fatti e persone. Me ne voglio liberare imparando a vedere sempre il bene e il positivo, che non può non mancare in ogni creatura.
La voce di una Santa
“La pace comincia con un sorriso: sorridi cinque volte al giorno a quella persona cui non avresti nessunissima voglia di sorridere: fallo per la pace”
(Madre Teresa di Calcutta).
Commento di Don Enrico Emili
Casa di Preghiera San Biagio FMA - Subiaco, Roma
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