- Vangeli dei giorni feriali -
COMMENTO AL VANGELO
18a settimana TEMPO ORDINARIO (Mt 15,21-28)
Gesù ha sempre una maniera efficace di coinvolgere i suoi ascoltatori attraverso il racconto delle parabole. L’errore che a volte noi facciamo è quello di pensare di essere solo degli spettatori che guardano la storia pronti a cavarne fuori solo una morale. La verità però è un’altra: ogni parabola in realtà non solo parla a noi, ma parla di noi. Noi non siamo solo uno dei personaggi, ma siamo tutti i personaggi di quel racconto. In noi ci sono vari aspetti che Gesù mette in scena tirando in allo figure apparentemente diverse e contrastanti fra di loro, ma non è forse vero che tutti noi siamo abitati da atteggiamenti contrastanti? Esattamente come il racconto della breve parabola di oggi: “«Che ve ne pare? Un uomo aveva due figli; rivoltosi al primo disse: Figlio, va' oggi a lavorare nella vigna. Ed egli rispose: Sì, signore; ma non andò. Rivoltosi al secondo, gli disse lo stesso. Ed egli rispose: Non ne ho voglia; ma poi, pentitosi, ci andò. Chi dei due ha compiuto la volontà del padre?»”. Il racconto è semplice: il secondo figlio dice di no, si ribella esplicitamente al Padre, ma ad un certo punto accade dentro di lui un cambiamento, un pentimento che gli cambia prospettiva e scelte. Il primo, invece, risponde subito di si. Egli sembra voler compiacere il padre, ma in fondo al cuore non ha nessuna voglia nemmeno lui di andare a lavorare nella vigna. Infatti alla fine, pur avendo detto di si, non ci va. Chi dei due ha compiuto la volontà del padre? Domanda Gesù. Ovviamente tutti rispondono prontamente il secondo. Ma Gesù non si accontenta della risposta esatta, svela invece le carte: “E Gesù disse loro: «In verità vi dico: I pubblicani e le prostitute vi passano avanti nel regno di Dio. È venuto a voi Giovanni nella via della giustizia e non gli avete creduto; i pubblicani e le prostitute invece gli hanno creduto. Voi, al contrario, pur avendo visto queste cose, non vi siete nemmeno pentiti per credergli”. Essere religiosi può essere solo un’apparenza per compiacere Dio, ma ciò che conta è quello che scegliamo nel cuore al di là dell’apparenza.
Don Luigi Maria Epicoco
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Gli apostoli non vogliono affatto interessarsi della donna che urla loro dietro, che fa la sceneggiata. Sono solo in imbarazzo, vogliono disfarsene al più presto come capita anche a noi, oggi, quando siamo assillati da qualche mendicante e lo liquidiamo con una monetina. Gesù no, non è così. Gli sta a cuore questa donna, se ne vuole occupare, non la vuole liquidare, né, tanto meno, esaudire confermandole la sua falsa idea di Dio. Ha un problema enorme questa povera donna: la sua amata figlia giace ammalata. Allora scuote Dio, scuote i santi, gira tutti i guaritori di cui ha sentito parlare, anche quell'ebreo di passaggio nella sua città. Ma lei sta a cuore a Gesù che vuole farla diventare discepola. E per farlo ricorre ai mezzi forti: la ignora e la provoca. La invita a riflettere: per quale misteriosissima ragione Gesù dovrebbe occuparsi di lei? Prima si deve occupare dei suoi figli, dei suoi discepoli. Quanto ci assomiglia questa donna che prega solo per ottenere un miracolo! Gesù è diretto e scortese ma lei non reagisce male, anzi. Ha ragione, il Signore, ma anche i cani si cibano delle briciole. Bene, ora questa donna è pronta a diventare discepola. Che bello!
Paolo Curtaz
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