- Vangeli dei giorni feriali -

COMMENTO AL VANGELO

 

  

 

25a settimana TEMPO ORDINARIO (Lc 9,43-45)

 

In quel tempo, mentre tutti erano pieni di meraviglia per tutte le cose che faceva, Gesù disse ai suoi discepoli: “Mettetevi bene in mente queste parole: il Figlio dell'uomo sta per essere consegnato in mano degli uomini”. Ma essi non comprendevano questa frase; per loro restava così misteriosa, che non ne comprendevano il senso e avevano paura a rivolgergli domande su tale argomento.

 

«Mettetevi bene in mente queste parole: Il Figlio dell’uomo sta per esser consegnato in mano degli uomini». Quando Gesù tira in ballo il tempo della sua passione e morte, tutti rimangono senza parole e senza domande: “Ma essi non comprendevano questa frase; per loro restava così misteriosa che non ne comprendevano il senso e avevano paura a rivolgergli domande su tale argomento”. Forse avvertivano un presentimento negativo in questo tipo di discorsi e se ne guardavano bene dall’approfondirlo. Eppure Gesù stava cercando di educare i suoi discepoli al risvolto della medaglia, che è altrettanto necessario come il verso giusto, quello che solitamente vogliamo tutti. Ad esempio un padre e una madre che mettono al mondo un figlio sono normalmente felici per questo, ma cercano di non pensare al fatto che quel dono a un certo punto deve essere lasciato andare via, e che amare significa accettare di perdere l’altro, lasciargli compiere il suo destino anche lontano da noi. Amare soltanto possedendo sarebbe un male, c’è bisogno di accettare anche il lato non conveniente della cosa. La Croce quindi non è qualcosa contro di noi, ma una misteriosa parte della vita che assieme a quello che percepiamo essere bello concorre al nostro bene. Il dono che ci ha fatto Gesù è proprio questo, e San Paolo lo ha sintetizzato in modo mirabile: “Tutto concorre al bene per coloro che amano Dio” (Rm 8,28). Tutto! Anche quello che ci sembra contro di noi. Perciò non dobbiamo avere paura ma fiducia.

 

Don Luigi Maria Epicoco

 

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Commento (Vangeli Feriali)

 

Tutto sembra andare bene, talmente bene che nessuno si immagina anche solo lontanamente cosa potrebbe succedere. Gli apostoli hanno appena osato riconoscere in Gesù il Messia, e, credetemi, è stato un bel salto da fare: il Nazareno non assomiglia neanche lontanamente al Messia guerriero e battagliero che tutti si aspettavano. Ora che il passo è stato fatto, ora che la folla lo applaude e lo segue, ora che le cose sembrano andare per il verso giusto, ecco che il Signore li intristisce parlando per enigmi. Cosa significa il fatto che egli sarà consegnato nelle mani degli uomini? Gesù sa che il suo percorso potrebbe interrompersi, anche bruscamente. La folla, certo, lo applaude. Ora. Ma davanti alla reazione di chi non ammette l'ingerenza di quel falegname diventato profeta, davanti alla rinata classe sacerdotale, al movimento dei farisei, ai conservatori sadducei, le cose prenderanno un'altra piega. Non sappiamo cosa ci riserva il futuro, forse anche a noi succederà di essere consegnati agli uomini, cioè di subire scelte non nostre. Perciò ora, con fede, vogliamo consegnarci nelle mani di Dio.

 

Paolo Curtaz

 

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