04 MAGGIO

 

BEATA EDVIGE CARBONI

 

Salesiana Cooperatrice - nata a Pozzomaggiore, 2 maggio 1880 † Roma, 17 Febbraio 1952

 

Edvige Carboni nacque a Pozzomaggiore (SS) il 2 maggio 1880 da Giovanni Battista e Maria Domenica Pinna, sposi di nobili virtù. Alla sua nascita la mamma notò che, sul petto della propria bambina, era impressa una piccola croce che durò per tutta la vita, segno presago di quello che sarebbe stata l’intera sua esistenza. A soli cinque anni ebbe l’insigne favore di avere vicino a sé Gesù Bambino che la Madonna, animandosi, le diede più volte da un quadro, e il suo Angelo Custode che la invitò a consacrarsi tutta a Dio e ad offrirgli le varie sofferenze e disagi di ogni giorno. Consacrazione che ella ripeteva ogni sera, quando la mamma la portava in chiesa per la visita al Signore Sacramentato. Umile, generosa e ubbidiente si mostrò anche da giovinetta, corrispondendo alla Grazia con la partecipazione costante alla santa Messa e ai sacramenti. Terminate lodevolmente le classi elementari, desiderò abbracciare la vita religiosa ma, per ubbidienza al confessore, dovette rinunciarvi per accudire alla famiglia che, col tempo, gravò tutta su di lei una volta scomparsa la mamma, che si spense tra le sue braccia. Per diversi componenti della sua famiglia visitati dalla malattia, la Serva di Dio fu infermiera premurosa. Nello stesso tempo Edvige si occupava dell’insegnamento catechistico in chiesa e del tradizionale lavoro al telaio e soprattutto del ricamo a casa, in cui era abilissima. Si era anche iscritta a varie associazioni religiose: le Guardie d’Onore, le Figlie di Maria, il Terz’Ordine Francescano, la confraternita del Carmelo; e più tardi, a Roma, all’Arciconfraternita della Passione, alle Cooperatrici delle opere Salesiane, al Quadrante della Misericordia. Ben presto nacque in lei l’amore per i bisognosi e gli ammalati, nell’anima e nel corpo; consolò i familiari di quanti partivano al fronte durante la prima guerra mondiale ed aiutò le future spose senza la dote. Amica dei poveri e dei derelitti, aveva parole di conforto per tutti; soleva dire: “Si deve sempre infondere conforto e speranza“. Era capace di trasformare il suo lavoro in preghiera, sempre pronta a fare la volontà di Dio e disponibile a ricevere la sua Grazia che tutti, in Lei, vedevano crescere e trasformarla in una donna sempre più ricca delle virtù evangeliche. Caratteristica sua fu la devozione alla Croce del Signore che, nel 1911, volle donare al suo corpo i segni della sua Passione. In una delle tante apparizioni Gesù le disse: “Tu ti chiami Edvige e devi essere l’effigie della mia passione“. E fu veramente l’immagine del Crocifisso: stimmate, corona di spine e varie piaghe come quelle di Gesù nel suo corpo. Fu oggetto di persecuzione, di gelosie e di affrettate condanne da parte di chi non riusciva a starle dietro nella corsa verso la perfezione evangelica. Nel novembre del 1929 lasciò il suo paese e la Sardegna, per vivere il resto della sua vita nel Lazio con la sorella Paolina, insegnante elementare, passando da una località all’altra secondo il posto di lavoro della sorella. Ovunque portò il suo impegno di apostolato di bene, lasciando tracce di santità e di virtù. Si distinse per le sue penitenze e per le opere di carità, specie durante la seconda guerra mondiale: soccorreva poveri, malati, disoccupati, prigionieri politici, distribuendo quanto poteva, senza distinzione di persona, di colore politico o della vita che conducevano. Il Signore stesso la soccorreva in questa sua attività in modo straordinario. Allora viveva a Roma, provata così duramente dagli eventi bellici. Più volte si tolse perfino di dosso alcuni indumenti e il pane di bocca per darli a chi sapeva in necessità.

 

Prevenne il Concilio nell’apostolato dei laici e nel volontariato; soleva dire: “Chi arde, incendia“. In effetti, con il suo esempio, invitava tutti a fare come lei. Di carattere affabile, era pronta ad ascoltare tutti e a pregare per ogni necessità. Devotissima della Madonna, che le apparve più e più volte, ottenne da lei le più segnalate grazie. Tanti i Santi che dall’eternità andavano a visitarla, in modo particolare si segnalarono san Giovanni Bosco e san Domenico Savio. Ammirabile il suo spirito di penitenza, fatta specialmente per amore a Cristo Crocifisso e per ottenere da lui la conversione dei peccatori, la cessazione della guerra e delle persecuzioni contro la Chiesa nei paesi sottomessi alla Russia dell’epoca, dove sperava che il Crocifisso tornasse a regnare e realizzare così il desiderio della Madonna espresso a Fatima. Venne arricchita di innumerevoli carismi soprannaturali: visioni, estasi, spirito di profezia, apparizioni di anime dell’aldilà, bilocazione, levitazioni ecc., e fu anche vessata dal diavolo. Visse sempre nel nascondimento, nella preghiera e nell’amore all’Eucaristia, senza dare mai importanza ai carismi di cui fu insignita. Si riteneva come la pianta del Vangelo che non dà frutto; umilmente pregava così: “Sono fango di fronte al Sole; sono interamente miserabile e mi prostro davanti alla Tua Grazia…“.

 

Si raccontano fatti prodigiosi, di conversioni di peccatori per opera sua e per le sue preghiere. La sua fede era certezza evidente, e pareva scomparso il confine fra la vita presente e la futura, tra l’aldiquà e l’aldilà. Anima vittima, offrì tutta se stessa come “sacrificio vivente, santo e gradito a Dio” per il decadimento morale di cui spesso il Signore si lamentava con lei. Amò profondamente il Papa e la Chiesa, cui era ubbidientissima. Morì quasi improvvisamente la sera del 17 febbraio 1952 a Roma, nel silenzio e nell’umiltà come era vissuta. È stata beatificata il 15 giugno 2019, presso l’Ippodromo Comunale «Generale Eugenio Unali» di Pozzomaggiore. La sua memoria liturgica cade il 4 maggio, anniversario del suo Battesimo. 

 

 

PREGHIERE

 

O caro Gesù, che nella bontà del vostro Divin Cuore avete detto: « Cercate e troverete, chiedete e vi sarà dato, picchiate e vi sarà aperto; e, tutto ciò che voi chiederete in nome mio al Padre Celeste vi sarà concesso », degnatevi di glorificare su questa terra la vostra Serva fedele EDVIGE CARBONI, e di mostrare in lei le vostre divine compiacenze concedendoci la grazia che umilmente imploriamo... 

 

 

Eccelso Dio, ci rivolgiamo fiduciosi a Te, memori delle parole: "Cercate e troverete, chiedete e vi sarà dato, bussate e vi sarà aperto". Degnati di glorificare su questa terra la tua fedele serva Edvige Carboni e per la sua intercessione concedi a noi di imitare le sue virtù, la sua inalterabile pazienza il suo amore verso Dio e il prossimo e, infine, la grazia che umilmente imploriamo ... 

 

 

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