UN ANNO CON DON ALBERIONE

 

12° Febbraio

 

L'INFERNO - III 

 

L'assemblea degli iniqui è stoppa ammucchiata, e finirà tra le fiamme ardenti. La via dei peccatori è lastricata di pietre; ma va a finire all'inferno, nelle tenebre, nei tormenti (Ecl. 21, 10-11). 

 

1. Il corpo è compagno dell'anima nel bene come nel male; sarà pure compagno nel premio o nel castigo. La pena del senso è un dolore positivo, inflitto da Dio per mezzo di uno strumento di punizione. Esso può agire nella parte sensibile dell'uomo, ma è tale che anche l'anima separata dal corpo lo subisce. L'inferno nelle Scritture è detto: luogo di tormento, carcere, stagno di zolfo, tenebre esteriori: ove sarà pianto e stridor di denti. E' detto: geenna di fuoco, fornace di fuoco, stagno di fuoco, fuoco inestinguibile preparato per il demonio ed i suoi seguaci. Vi sono dunque là, pene per il corpo; pene per ogni senso, pene varie tra le quali specialmente è ricordato il fuoco. 

 

2. Il dannato soffrirà, in tutte le parti del corpo il tormento di un fuoco reale e fisico, sebbene non ne conosciamo l'intima natura. Esso è nelle mani di Dio una potenza capace di far penare e di castigare il reprobo; più che non il fuoco terreno possa bruciare chi ne fosse arso vivo. E' fuoco sapiente, poichè, diretto dalla Divina Giustizia, cruccia di più il senso e la facoltà che hanno maggiormente peccato. E' fuoco ardentissimo, poichè è più acceso del fuoco terrestre: questo ci è concesso dalla Divina Misericordia per i nostri usi; quello invece è creato solo per punire. E' fuoco che penetra tutte le potenze dell'anima e tutti i sensi del corpo bruciando come dice S. Agostino: «miris et variis modis», Col peccato il cristiano s'attacca troppo ai beni della terra, fino a preferirli a Dio, invece che usarne come mezzi per servire Lui. Ebbene: questi beni saranno il suo tormento, «Ciascuno è punito per mezzo di quelle cose per cui ha peccato» (Sap. 11, 17). Sarà tormentata la vista: l'inferno è chiamato «tenebre esteriori»; «tenebrosa caligine è riserbata in eterno». I dannati vedranno solo cose che li spaventano; il resto sarà tutto oscurità, la più densa. L'odorato sarà tormentato dal puzzo di tanti fetidi e fracidi cadaveri. L'udito sarà tormentato da urla, bestemmie, gemiti che atterriranno. Altro tormento sarà l'immobilità. Una sete ed una fame canina saranno un supplizio per la gola. Il ricco epulone chiedeva nell'inferno una goccia d'acqua; e gli fu negata. 

 

3. O Gesù, mio buon Maestro, il Vostro sangue e la Vostra morte sono la mia speranza. Voi siete morto per liberarmi dalla morte eterna. Chi più di me ha partecipato ai meriti della Vostra passione? Eppure quante sono le mie ingratitudini! 

 

ESAME. - Ho peccato con la vista? Con l'udito? Con l'odorato? Con la gola? Con il tatto? Ho pensato alle pene che meritavo? 

 

PROPOSITO. — Voglio crocifiggere i miei sensi con le loro voglie: specialmente... che piú mi spinse al peccato. 

 

PREGHIERA. — Ricordo la Vostra parola, o Signore. «Ciascuno riceverà la mercede secondo le sue opere... I potenti saranno tormentati più fortemente... quanto più il peccatore soddisfece le sue passioni, tanto più terribile sarà la punizione». Quale inferno mi toccherebbe se morissi in peccato grave? Datemi, o Santo Spirito, il preziosissimo dono del timore di Dio, la conversione e la perseveranza finale. 

 

 

FIORETTO: — Proponi seriamente di non perdere mai Gesù col peccato grave.

 

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CAPPELLINA

 

 

 

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