UN ANNO CON DON ALBERIONE

 

5° Giugno

 

UMILTA' - IV 

 

...Chi di voi è il piú grande sia come il piú piccolo, e chi governa come chi serve (Lc. 22,26). 

 

1. L'umiltà interiore riguarda la mente ed il cuore. S. Bernardo dice che l'umiltà è una verissima cognizione di sè stesso per cui l'uomo si disprezza. L'uomo non disprezza i doni di Dio che sono in Lui: anzi questi lo portano all'adorazione, amore e lode di Dio che glieli ha donati. L'uomo disprezza sè stesso in quanto è nulla, peccatore, incapace di tutto nella vita soprannaturale: «Senza di me non potete far nulla» (Gv. 15, 5). Nè poco, nè molto, ma nulla affatto, dice S. Agostino, ed è dottrina di fede. L'umiltà del cuore ci porta ad amare questa nostra nullità, abiezione, incapacità. L'umile si disistima. L'umile è felice che Dio sia Dio, cioè il Principio, il Fine, il Governatore, il Giudice, l'Ottimo e il Massimo. L'umile è portato alla lode e all'adorazione di Dio: «Solo a Dio gloria ed onore». L'umile è sempre pieno di riconoscenza e di ringraziamenti al Signore. L'umile è sempre inclinato a riconoscere i suoi peccati, geme, è il primo ad accusare i suoi difetti: «Il giusto è il primo ad accusarsi» (Pro. 18, 17). L'umile è sempre pronto a ricorrere a Dio: non si fida tanto del suo lavoro, del suo ingegno, dei suoi propositi; ma supplica il Signore ed abbonda nella preghiera, che mette sempre al primo posto. 

 

2. La sola conoscenza della miseria non è sufficiente: è verità. Occorre amare la propria viltà. Se fu commesso un peccato, si deve certamente detestarlo: ma nello stesso tempo, amare la viltà a cui si è ridotti per il peccato. Si deve godere che per tutta l'eternità Dio sia lodato non solo perchè ci perdonò il peccato originale, ma anche l'attuale: ed in eterno avrà una glorificazione per questa misericordia; la nostra abiezione esalterà la bontà divina. L'umile gode interiormente di essere creduto buono a nulla, peccatore, imperfetto; perciò di venir disprezzato, criticato, messo in dimenticanza: «Ama essere dimenticato e stimato un nulla». L'umile quando vede che Dio si serve di lui per qualche opera di Sua gloria, oppure è con lui largo della Sua grazia, desidera di tenere tutto nascosto. E se ciò non gli è possibile, attribuisce ogni frutto agli altri e alla Divina Misericordia. Il vero umile è persuaso e si ritiene l'ultimo di tutti. 

 

3. S. Vincenzo de' Paoli dice: «Questa umiltà è il fondamento di tutta la perfezione evangelica ed il moto di tutta la vita spirituale. Chi possiederà quest'umiltà, acquisterà con essa tutti i beni; chi, invece, ne sarà privo, perderà anche quel bene che ha, e sarà agitato da molte angustie». S. Bernardo scrive: «L'umiltà è virtù che suole sempre essere accompagnata dalla divina grazia». L'umiltà vuota l'anima dall'amor proprio e dalla vana gloria, preparando un posto che Dio subito riempie: «Omnis vallis implebitur» (Lc. 3, 5). 

 

ESAME. - L'orgoglio è la passione piú tenace. Cambiare tendenza al cuore è tanto arduo; solo la grazia del Signore ed una lotta costante può imprimervi altre tendenze. Mi vinco? Prego?

 

PROPOSITO. - Il mio cuore deve venir allettato da quest'altra meta: la carità. Dice S. Agostino: Niente è piú eccelso della via della carità; ma camminano in essa soltanto gli umili. 

 

PREGHIERA. - Gesù Maestro, io Vi contemplo nell'atto di lavare i piedi agli apostoli: Voi Vi inginocchiate innanzi ai piedi delle Vostre creature, ai piedi di Pietro che Vi avrebbe negato, di Giuda che Vi avrebbe tradito, degli altri che Vi avrebbero abbandonato... Quale rimprovero al mio orgoglio! E Voi l'avete fatto con pieno cuore: la Vostra umiltà è sincera, non un'ipocrisia. E' anche misteriosa! Ed è misterioso il mio orgoglio; poiché pur avendo tante volte constatato i miei innumerevoli torti, in pratica sempre pretendo onore, rispetto, i primi posti. Signore, cambiate il mio cuore: «Se io Maestro e Signore ho lavato i piedi a voi, a vostra volta lavatevi i piedi vicendevolmente». 

 

FIORETTO. — Lungo il giorno ripeti: Gesù mio, misericordia. 

 

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