UN ANNO CON DON BOSCO
11° Maggio
163) I nostri doveri verso Dio e verso il prossimo a che si riducono?
I nostri doveri verso Dio e verso il prossimo si riducono alla Carità, cioè al « massimo e primo comandamento » dell'amor di Dio, e a quello « simile » dell'amor del prossimo : « da questi due comandamenti, disse Gesù Cristo, dipende tutta la Legge e i Profeti» (San Matt., XXII, 38-40).
10 - Ospitalità di Àbramo.
Ritornato Abramo nel paese di Canaan con la sua famiglia, abitò nella valle di Mambre attendendo ai lavori dei campi, al pascolo del gregge e alle opere di carità. Una mattina, mentre sedeva all'ombra di un albero, scorse da lontano tre forestieri. Solito ad usare ospitalità e cortesia con tutti, tosto andò verso di loro e rispettosamente indirizzando la parola ad uno di essi: — Mio signore, gli disse, se vuoi farmi cosa grata, non oltrepassare questa mia casa senza fermarti. Riposatevi tutti e tre; ed io vi preparerò del cibo prima che continuiate il vostro cammino. Ed essi: — Fa' come hai detto. Abramo fece in fretta apprestare delle schiacciate da Sara sua consorte, e scelse il più grasso dei suoi vitelli; poi presentò ai suoi ospiti latte, burro, focacce e carne arrostita. Mentre mangiavano, egli stava presso di loro sotto a quell'albero, pronto ad ogni servizio. Quando i tre viaggiatori furono rimessi per via, uno disse ad Abramo: — Ritornerò a te l'anno venturo, e Sara allora avrà un figliuolo. Come egli predisse, così avvenne, quantunque Abramo e Sara fossero già molto avanzati in età; giacché quegli che annunciava tal cosa era un Angelo che parlava a nome del Signore, ed Angeli erano gli altri due ospiti. (Bosco, Storia Sacra).
11 - San Filippo Neri.
Fra le meraviglio del secolo decimosesto si annovera San Filippo Neri fiorentino. Mosso dal desiderio di darsi tutto al Signore, abbandonò la casa paterna, di cui era unico figlio, rinunziò alle ampie sostanze di uno zio, che lo aveva costituito erede, e si recò a Roma. Aiutato da un caritatevole signore, potè fare i suoi studi e giungere al sacerdozio. Desiderava ardentemente andare nelle missioni straniere per conseguire la palma del martirio ; ma Dio gli manifestò che il luogo di sua missione era la stessa Roma. Per la qual cosa cominciò ad esercitare il sacerdotale ministero verso ogni sorta di persone, specialmente verso i fanciulli più abbandonati. Raccogliendoli per le vie della città, li conduceva a casa sua, in giardini di qualche casa religiosa, o di persone pie, dove con ameni racconti e con piacevoli sollazzi li teneva lontani dai pericoli di pervertirsi e li istruiva nelle verità della fede. In questa guisa ebbe principio la Congregazione dell'Oratorio, che ha per scopo primario di mantenere la fede e la pietà nella classe operaia, specialmente nei giovanetti. Il Signore attestò la santità di Filippo con molte meraviglie. Era così infiammato di amor divino, che si udiva esclamare: « Basta, Signore, non più, che io muoio d'amore ». Quando pregava o celebrava la santa Messa, non di rado si vedeva sollevato in alto, circondato da vivo splendore. Un giorno distribuendo la limosina ai poveri, la diede anche ad un angelo, vestito a foggia di mendico. Gelosissimo custode della verginità, conosceva al solo odore chi era adorno di questa virtù e chi era contaminato dal vizio opposto. Restituì la sanità a moltissimi infermi, richiamò a nuova vita un morto, in fine consumato dalle fatiche e dall'amore divino, nel giorno e nell'ora da lui predetti, andò a unirsi per sempre col suo Dio in età di anni ottanta, nel 1595. (Bosco, Storia Ecclesiastica).
12 - San Giovanni di Mata.
Essendovi in quel tempo un gran numero di cristiani schiavi dei Turchi, specialmente nelle coste dell'Africa detta Barberia, Iddio suscitò San Giovanni di Mata per loro apprestar soccorso. Mentre celebrava la Santa Messa in Parigi, gli apparve un angelo che teneva le mani poggiate sopra due schiavi. Conobbe da ciò essere volontà di Dio che egli si consacrasse al riscatto degli schiavi caduti nelle mani degl'infedeli. Ma per sempre più accertarsi del volere del cielo si recò da San Felice di Yalois, che conduceva vita santa nel deserto. Avendo esso avuto la stessa visione, si unì a San Giovanni per andare a Soma e chiedere al Papa l'approvazione di un ordine che avesse per scopo il riscatto degli schiavi, e qualora ciò non si potesse fare col danaro, i religiosi stessi offrissero la propria persona in cambio degli schiavi che intendevano riscattare. Governava allora la santa sede il celebre Innocenzo III, il quale nella Santa Messa ebbe anch'egli la stessa apparizione. Per questo non tardò punto ad approvare l'ordine novello. Era l'anno 1189. San Giovanni fondò molte case di zelanti religiosi. Fece due volte il viaggio di Tunisi per esercitarvi le sue grandi opere di carità. Per la qual cosa i Maomettani altamente irritati l'oltraggiarono in vari modi, e in fine lo posero sopra un vascello, a cui ruppero vele e timone affinchè perisse in mezzo alle onde. Giovanni col suo crocifisso in mano si mise tranquillo a cantar lodi a Dio, mentre il vascello guidato dalla Divina Provvidenza in pochi giorni approdò al porto d'Ostia, nell'Italia, con centoventi schiavi da lui riscattati. Affranto dai mali sofferti in questi viaggi e dalle austerità della vita Giovanni moriva in Roma nel 1212. (Bosco, Storia Ecclesiastica).
13 - L'amore vince tutto.
Quantunque Augusto si dedicasse unicamente a formare la felicità dei suoi popoli, non pensatevi tuttavia che fosse amato da tutti; ci sono uomini tanto scellerati da attentare alla vita di quelli medesimi che l'hanno data a loro stessi. Fu pertanto tramata una congiura che tendeva a dare la morte all'Imperatore, e ne era capo un certo Cinna già condannato a morte e graziato dallo stesso Augusto. L'Imperatore essendo stato informato, mandò a chiamar Cinna, e trattolo nella camera più segreta di sua casa se lo fece sedere accanto. Quindi fattosi promettere che non l'avrebbe interrotto gli raccontò ad una ad una le grazie ed i favori che gli aveva fatti: — Tu, o Cinna, sai tutto questo, conchiuse, e vuoi assassinarmi? A questi detti Cinna esclamò che non aveva mai immaginato di commettere tale scelleratezza. — Tu non attendi la parola, replicò Augusto, eravamo intesi che non mi avresti interrotto. Sì, te lo ripeto, tu vuoi assassinarmi. Dopo di ciò gli espose tutte le circostanze, gli nominò i complici della congiura; al quale racconto Cinna fu così ripieno di terrore che non poteva più proferire sillaba. Augusto gli fece i più vivi ed affettuosi rimproveri della sua perfidia, e conchiuse: — O Cinna, io ti faccio grazia della vita una seconda volta; te la concedetti quando eri mio dichiarato nemico, te la concedo ancora oggi che vuoi renderti traditore e parricida. D'ora innanzi siamo amici e porgiamo al popolo di Roma un grande spettacolo, io quello della generosità, tu quello della riconoscenza. Augusto volle inoltre che Cinna fosse fatto Console per l'anno seguente, e fu ben ricambiato della sua clemenza. Cinna divenne l'amico più fedele del suo principe; nè più si ordirono cospirazioni contro di lui. (Bosco, Storia d'Italia).
14 - L'orologio del Teologo Vola.
Il 3 novembre 1846 Don Bosco, giungendo a Torino con Mamma Margherita dai Becchi, al rondò incontra il teologo Vola che si rallegra con lui per la ricuperata salute. — Ma, come mai tutta questa strada a piedi? — Mancano i soldi, risponde Don Bosco. — E per mangiare? e chi ha preparata la casa? — Ci penserà la Divina Provvidenza. Il Teologo, commosso da tanta fede, cerca il portafoglio, ma non trovandolo offre loro il suo orologio, perchè lo vendano e ricavino il necessario per quella prima sera (M. B., II, 527-529).
15 - Siamo al mondo per gli altri.
Don Bosco non rifiutava nessuno, a qualunque ora del giorno fosse venuto a visitarlo; e, ancorché fosse suonato mezzogiorno, non scendeva se non dopo aver dato soddisfazione a tutti. Finito il pranzo alcuni già domandavano di parlargli: — Lasciatemi andare, diceva ai suoi chierici che cercavano di trattenerlo, soffro un peso enorme nel vedere quella gente aspettare! I chierici un giorno lo esortarono a farsi un orario per dare udienze e a non ascoltare sempre e in qualsivoglia momento coloro che si presentavano, poiché, insistevano, continuando a questo modo si sarebbe rovinato. Egli rispondeva: — Eh! il Signore ci ha messi in questo mondo per gli altri. (M. B., VII, 30).
16- I benefici dell'elemosina.
Il Marchese Domenico Fassati, il quale, benché munifico, era stato da Don Bosco animato a largheggiare maggiormente coi poveri, era solito dire: — È curioso, ma è vero: più ne dò a Don Bosco e più ne ricevo. (M. B., V, 317).
17 - Don Bosco mette alla prova...
Un giovane artigiano attraversava una crisi di aridità di spirito che gli rendeva tanto noiosa la vita. Aveva anzi l'impressione che neppur Don Bosco gli volesse più bene. Il Santo intuì ciò che si svolgeva in quell'anima e volle temprarne il carattere con una piccola prova, raddolcendola però subito con uno di quegli atti che conquistano. Eccolo: « Visitando il Santo con un signore il laboratorio, non ebbe per me nessun segno di compiacenza, mentre volentieri s'intratteneva con altri. Uscendo dal laboratorio, mentre mestissimo ero intento al lavoro, Don Bosco dal di fuori, picchiò sui vetri come per chiamarmi. Eimasi sbalordito e sorpreso ed esclamai: — Oh lei? — Ed egli, con sorriso di ineffabile dolcezza, mi fece cenno con la mano e poi come una bella visione di sogno scomparve dal mio sguardo. Che poteva io fare, che dire? — Grazie, Don Bosco! — gridai alzandomi dalla sedia e spalancando la finestra — grazie della sua bontà. — Ma egli non sentì nulla e solo voltandosi ancora una volta indietro parmi dicesse: — Addio e sta' allegro! — Fui di nuovo io ». Cosa non può un atto di bontà? (M. B., VIII, 238-239).
18 - Studieremo insieme.
Nel 1881 vi era nell'Oratorio un chierico che doveva quell'anno prepararsi ad un esame. Salì da Don Bosco e gli espose con tutta schiettezza il proprio imbarazzo, tanto più che aveva poco tempo libero per dedicarsi a quello studio. Don Bosco, fattolo sedere accanto a sè: — Tu sei amico di Don Bosco, non è vero? — gli disse. — Ebbene, facciamo così. Due o tre volte la settimana, a quest'ora verrai qui da me e studieremo insieme la matematica: perchè anch'io ho bisogno di ripassarla. — Il chierico ebbe naturalmente tanto buon giudizio da non profittare dell'inaspettata esibizione; poiché capiva abbastanza di non dover rubare a Don Bosco il suo tempo così prezioso. Ma il fatto ci dice quanto ardente fosse l'amore di Don Bosco per il prossimo. (M. B., XV, 472).
FRASE BIBLICA. - Non a noi, Signore, ma al tuo nome da' gloria.
UNA MASSIMA DI DON BOSCO. - Bisogna conoscere e praticare le cose buone per essere buoni.
PREGHIERA DEL MESE. - Venite, o Spirito di fortezza, e date forza al mio cuore, mantenetelo costante nelle tentazioni e traversie, datemi vigore e fortezza a respingere gli assalti dei miei nemici, affinchè non mi lasci mai indurre ad abbandonare Voi, mio unico bene. Così sia. Pater noster... (Da il Cattolico provveduto, 1868, don Bosco)
FIORETTO: - Recita il Veni Creator (clicca) e tre Ave Maria.
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