UN ANNO CON DON BOSCO
9° Giugno
191) Cosa ci proibisce il quarto comandamento?
Il quarto comandamento ci proibisce di offendere i genitori e i superiori in autorità e di disubbidirli.
a) Disobbedienza ai genitori.
158 - Un figliol prodigo.
Un giovanetto di nome Francesco, studente di ginnasio, aveva frequentato l'Oratorio di Valdocco. Suo padre e sua madre gli avevano infuso nel cuore il santo timor di Dio e Don Bosco secondava le loro premure, raccomandando al giovane una esatta ubbidienza ai suoi genitori. Francesco non aveva segreti per lui. Ma era agitato da una smaniosa curiosità di leggere, e, avendogli i compagni imprestato qualche romanzo, egli si appassionò talmente in quelle letture da raffreddarsi nella pietà, nello studio e da venirgli a noia l'Oratorio. Il padre gli tolse quei libri e lo minacciò di un severo castigo. Il fanciullo fuggì di casa. Tra le colline di Superga, Francesco si soffermò presso buoni contadini, per due settimane, eseguendo quanto gli era comandato, ma importunando i suoi padroni, perchè lo mettessero a servizio in qualche masseria più lontana da Torino. Quella buona famiglia lo mandò presso certi loro parenti che abitavano a Sciolze. Qui Francesco si assoggettò a qualunque fatica ed umiliazione, con energia risoluta di volontà. Una pazza vergogna ed un timore irragionevole lo trattenevano dal ritornare alla casa paterna. Intanto suo padre faceva ricerca di lui. Da due anni non si erano più udite novelle di Francesco, quando Don Bosco andò per alcuni giorni a Sciolze, nel castello del Conte Rovasenda, invitato a predicare in quella Parrocchia. Il Conte volle condurlo in vettura a visitare una sua grande fattoria coltivata con molta diligenza. Gli occhi di Don Bosco furono attirati da un giovane il quale in un prato stava col tridente ammucchiando il concime trasportato dalle stalle. Il giovane alzò gli occhi, fece un atto di sorpresa, e continuò il suo lavoro. Si fece allora la luce nella monte di Don Bosco e pensò: « Forse è Francesco ». Il giovane intanto, nascosto tra le viti, aveva osservato come Don Bosco parlasse col fattore: sospettò l'argomento di quel discorso, risolse di fuggire e senz'altro scivolò giù dalla ripa e si dileguò fra gli alberi di un burrone. Era passato circa un anno da questo incontro. Don Bosco si trovava a Sant'Ignazio, sopra Lanzo, per gli Esercizi Spirituali. Un giorno vide tra la solita turba di povere donne, vecchi, fanciulli accalcati alla porticella della cucina, aspettando che il cuoco distribuisse loro i rilievi del pranzo, Francesco, il quale aspettava la sua porzione di cibo. Don Bosco si ritrasse subito e disse a coloro che erano con lui: — Dividetevi in due schiere; scendete alla spicciolata gli uni da questa parte e gli altri da quell'altra fino alla metà del poggio, come se andaste tranquillamente a passeggio. Un giovane scenderà fuggendo e voi fermatelo e conducetelo a me. Quando vide che i suoi amici incominciavano a risalire, si affacciò al parapetto e chiamò: — Francesco! Volgersi e slanciarsi giù per la china fu cosa di un istante per il giovane, ma non potè passare la linea di quei signori, i quali afferratolo, lo condussero ove Don Bosco l'aspettava. Egli lo prese per mano: — Questa volta non mi sfuggi più, gli disse, vieni dunque con Don Bosco e sarai contento. E lo condusse in sua camera. Qui fattogli apprestare il pranzo, prese ad interrogarlo amorevolmente. Seppe da lui come avesse campato la vita in mezzo a strane avventure, ma sempre fortunato nell'incontrarsi con persone morigerate. Sovente però gli stringeva il cuore il ricordo di sua madre e della sorella. Aveva anche pregato e pianto, non osando però palesare ad alcuno le sue pene. Ma ora diceva di sentirsi fortunato nel trovarsi in così buone mani. D. Bosco gli promise allora di riconciliarlo col padre. Terminati gli Esercizi ritornò all'Oratorio con Francesco e si affrettò a portare l'inaspettata notizia ai desolati genitori. — Riavrete vostro figlio, ma a condizione che non gli si faccia alcun rimprovero. Il genitore assentì e D. Bosco invitò tutta la famiglia a recarsi all'Oratorio l'indomani nelle ore mattutine. La madre entrò per prima, ma appena visto il figlio che piangeva seduto presso il Santo, si sentì mancar le forze, sedette e ruppe in lacrime. Il padre, con un contegno sostenuto e asciugandosi le lacrime sedette esso pure senza parlare. Francesco non si era mosso. D. Bosco quando li vide più calmi disse: — Sia benedetta la Madonna che vi restituisce il figlio... E Francesco chiede perdono a suo padre e a sua madre dei dispiaceri che loro ha cagionati... Ciò detto lo prese per mano e lo condusse presso il padre che singhiozzando lo baciò in fronte. — E ora, signori miei, se lo conducano a casa, concluse D. Bosco e mi rendo garante che avranno da lui molte consolazioni. E fu così. Riprese gli studi, e, col grande ingegno che aveva, in pochi anni guadagnò il tempo perduto, si addottorò in legge e sali ad una delle più eminenti cariche dello Stato. (M. B., VI, 252-258).
FRASE BIBLICA. - Risplenda su di noi, Signore, la luce del tuo volto.
UNA MASSIMA DI DON BOSCO. - Il Signore benedice sempre i figli che obbediscono alla volontà dei genitori.
PREGHIERA DEL MESE. - Venite, Spirito di scienza, regolate in me il desiderio di sapere, affinchè io mai non brami di conoscere cosa, che mi sia dannosa. Concedetemi di conoscere interamente il nulla dei beni terreni; fate che io impari a praticare sempre meglio i doveri di religione, e del mio stato. Insegnatemi ancora come adempirli nel modo a Voi piú gradito. Così sia. Pater noster...
FIORETTO. Recita tre Pater e Ave al Cuore di Gesù.
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