UN ANNO CON DON BOSCO
24° Giugno
SESTO COMANDAMENTO
201) Cosa ci proibisce il sesto comandamento non fornicare?
Il sesto comandamento non fornicare ci proibisce ogni impurità: perciò le azioni, le parole, gli sguardi, i libri, le immagini, gli spettacoli immorali.
197 - Fatto di Dina.
Giacobbe riconciliatosi in questa guisa col fratello, si recò nei dintorni di Gerusalemme, dove comperò un campo con animo di soffermarvisi. Qui sua figliuola di nome Dina per curiosità andò a vedere una festa, che celebravano i vicini popoli della città di Sichem. Dina ebbe da quegli abitanti un gravissimo insulto. Per questo i fratelli di lei vennero alle mani coi Sichemiti, e la cosa andò tanto oltre, che gran parte degli abitanti rimasero trucidati, gli altri fatti schiavi, tutta la città messa a sacco. La qual cosa cagionò disonore a Dina e grave mestizia a Giacobbe. Questi rampognò acremente i suoi figliuoli, e, vivamente addolorato per lo spargimento di tanto sangue, abbandonò quella dimora e andò nella valle di Mambre alla casa paterna. Il fatto di Dina c'insegna quanto i pubblici spettacoli siano pericolosi specialmente alla gioventù. (Bosco, Storia Sacra).
198 - Giuseppe tentato.
I compratori di Giuseppe, giunti nell'Egitto, lo rivendettero ad un signore di nome Putifarre. Giuseppe serviva questo padrone con sollecitudine e fedeltà: benedetto da Dio, gli riusciva bene ogni cosa. Perciò il padrone lo amava moltissimo e ammirandone la diligenza gli affidò la cura di tutta la casa. Ma un sinistro caso turbò la prosperità di Giuseppe. Avvenne che la moglie di Putifarre avendo un giorno cercato d'indurlo a commettere un grave peccato, egli si pose a gridare: « Oh come mai potrò fare un sì gran male contro del mio Dio! » e fortemente inorridito se ne fuggì. La malvagia donna, vedendosi disprezzata, lo calunniò al marito. Questi troppo credulo prestò fede, e nella sua collera diede ordine che Giuseppe carico di catene fosse incontanente messo in oscura prigione. Ma Iddio accompagnava ogni passo dell'innocente Giuseppe. (Bosco, Storia Sacra).
199 - S. Gregorio Nazianzeno.
Amico fedele di San Basilio fu San Gregorio Nazianzeno o di Nazianzo città della Cappadocia, per la profonda sua scienza soprannominato il Teologo. Santa Nonna e San Gregorio suoi genitori ebbero cura che il loro figliuolo con le lettere imparasse il timor di Dio. A confermarlo nell'amore della castità il Signore gli mandò una visione. Un giorno, dice egli raccontando questo fatto, vidi in sogno due vergini della stessa età e di una eguale bellezza, vestite come si conviene a fanciulle cristiane. Una veste bianca serrata ai fianchi da una cintura scendeva loro fino ai piedi. Tenevano gli occhi bassi e la faccia coperta da un velo. Le labbra loro chiuse ben mostravano quanto amassero il silenzio. Esse mi abbracciarono come un bambino. Avendole interrogate chi fossero, mi risposero che erano la castità e la temperanza compagne di G. C., ed amiche di coloro che si consacrano a Dio per mezzo della continenza. « Acceso d'amore per questa virtù, egli continua, io non sapeva, per così dire, fermare il piede in questa terra, perchè avrei voluto essere in compagnia di quei purissimi spiriti che sono in cielo: perciò non mi piacevano più nè i conviti, nè i belli abiti, nè la chioma arricciata, nè i discorsi poco onesti che sono come la putredine d'una carne ulcerata e corrotta ». Dopo di aver studiato per quindici anni in Atene, lasciò quella città per recarsi in patria con animo di abbandonare il mondo e ritirarsi in un deserto. Ma il vescovo di Nazianzo prevedendo che le grandi sue virtù e la profonda scienza l'avrebbero fatto un luminare di santa Chiesa, malgrado la sua ripugnanza, lo consacrò sacerdote. Datosi poi con zelo a predicare contro gli ariani, ne guadagnò molti alla fede. In queste predicazioni spiegandosi sempre più la santità e la scienza di Gregorio, egli fu creato vescovo sebbene egli avesse sempre fuggita quella dignità. Chiamato alla sede episcopale di Costantinopoli si adoperò con la voce e con gli scritti a combattere l'eresia dei Macedoniani a segno che riuscì a ridur l'intera città alla fede cattolica. La qual cosa avendo provocato contro di sè l'invidia di molti, egli per la pace della Chiesa rinunziò al vescovato e si ritirò nella sua terra natale. Ivi in compagnia di alcuni solitari menò vita veramente angelica. Mortificazioni, digiuni, vigilie, preghiere, silenzio e ritiratezza occupavano ogni momento di sua vita. Scrisse molte cose in prosa e in versi con mirabile pietà ed eleganza, nel che superò i suoi contemporanei. Finalmente nell'età di circa 60 anni, pieno di meriti andava in possesso della gloria celeste nel 390. (Bosco, Storia Eccl.).
200 - Silla.
Silla si fece nominare dittatore perpetuo di Roma, e riunì in sua mano i poteri civile e militare. Ma dopo aver esercitata per due anni la dittatura, e dopo aver con le leggi depresso il partito popolare, ordinando che i tribuni non potessero aspirare a pubblici onori, sazio di sangue cittadino rinunziò spontaneamente al potere e si ritirò a Cuma dove si abbandonò a due vizi turpissimi, all'intemperanza e alla disonestà: questa scostumatezza gli cagionò una malattia assai crudele, e finì con l'essere rosicchiato vivo dai vermi. (Bosco, Storia d'Italia)
FRASE BIBLICA. - Io ti rendo grazie: hai fatto di me una meraviglia stupenda.
UNA MASSIMA DI DON BOSCO. - Un giovane impuro non può essere amato da Maria e non farà alcun profitto
PPREGHIERA DEL MESE. - Venite, Spirito di scienza, regolate in me il desiderio di sapere, affinchè io mai non brami di conoscere cosa, che mi sia dannosa. Concedetemi di conoscere interamente il nulla dei beni terreni; fate che io impari a praticare sempre meglio i doveri di religione, e del mio stato. Insegnatemi ancora come adempirli nel modo a Voi piú gradito. Così sia. Pater noster...
FIORETTO. — Nasconditi nella piaga del Costato di Gesù, e digli sovente: In te Domine speravi, etc.
Oggi hai fatto il fioretto? scrivi il tuo nome e offri una rosa a Gesù e Maria CLICCA QUI