UN ANNO CON DON BOSCO

 

7° Agosto

 

231) Tra le virtù soprannaturali quale la più eccellente?

 

Tra le virtù soprannaturali la più eccellente è la  carità, perchè è inseparabile dalla grazia santificante,  ci unisce intimamente a Dio e al prossimo, ci muove alla perfetta osservanza della Legge e a ogni opera  buona, e non cesserà mai: in essa sta la perfezione cristiana. 

 

323 - Virtù di Tobia. 

 

Iddio che è sempre buono, mandò un consolatore ai poveri Israeliti. Questo fu il pietoso Tobia, uomo educato nel santo timor di Dio, grandemente ammirato per la sua eroica pietà e pazienza. Condotto in schiavitù cogli altri di sua nazione, alla vista dei suoi fratelli oppressi,  attendeva a consolare gli afflitti, a fornire di cibo e di vestimenta i bisognosi ed a seppellire i morti. Appena udiva un Israelita morto essere  gettato in qualche angolo, lasciava quanto aveva per le mani, ne andava in cerca, portava il cadavere nella sua casa, e nell'oscurità della notte lo seppelliva. Il Re spietato, com'ebbe contezza dei caritatevoli uffizi del buon Tobia, comandò fosse spogliato d'ogni sostanza, e messo  a morte. Non pertanto il Signore lo conservò, e, fuggendo lo sdegno del  Re, egli con la moglie e con il figliuolo visse nascosto presso alcune buone  persone. Essendo poi stato ucciso quel principe crudele, Tobia potè ripigliare le sue caritatevoli sollecitudini. Un giorno, postosi a pranzo,  gli venne annunziato da suo figlio esservi un morto giacente sulla  piazza. Egli si alzò subito, portò occultamente il cadavere in casa, e la  notte lo seppellì, mostrando così quanta fosse la sua costanza, quanto  il suo ardore nell'esercizio della carità. (Bosco, Storia Sacra). 

 

a) Unione a Dio e al prossimo. 

 

324 - Carità di Mamma Margherita. 

 

Molti poveri ricorrevano a Margherita per avere pane o altre cose  da mangiare e la buona mamma non rimandava mai nessuno scontento,  anzi non voleva che le si parlasse di restituzione. Molte volte di notte  giungevano alcuni banditi e anche a questi Margherita dava da mangiare e da dormire: ne aveva la loro gratitudine e nessuno di loro le recò  mai noia alcuna. Qualche volta, entrati i banditi, entravano subito dopo i  carabinieri che usavano fare sosta presso di lei per riposarvi. Ma anche se  questi sapevano chi vi era in casa nascosto, non mai tentarono di arrestarlo, per il rispetto che avevano alla carità di Mamma Margherita.  Spesso passavano dei merciaioli affamati e trovavano sempre qualche  cosa da mangiare e un cantuccio per dormire: ma la buona Margherita  non accettò mai ricompense da loro. Diceva: « Io tratto bene gli amici e  non faccio la locandiera ». (M. B., I, 149-150). 

 

325 - Denaro sprecato. 

 

Una sera Don Bosco raccontò: « Tempo fa un tale diede in Torino una soirée; chi me ne parlò la disse stupenda, magnifica e regale.  — Quanto sarà costata? domandai io.  — Costò 70.000 lire.  — 70.000 lire in una veglia! Oh cecità umana! Con 70.000 lire si sarebbero potuto raccogliere 70 giovanetti, farli studiare, e forse regalare  alla Chiesa 70 Sacerdoti, i quali col divino aiuto avrebbero col tempo  guadagnato a Dio migliaia di anime. E badate che quel signore poche  settimane prima era stato pregato che volesse pagare per tre mesi la  pensione a un povero giovane da ricoverarsi in un istituto, e vi si era  rifiutato! Certamente Iddio a suo tempo domanderà conto di quella  serata! Vedete come si fa oggidì per rendersi inabili alle opere di beneficenza? ». (M. B. XIV, 133-134). 

 

326 - Elemosina proporzionata. 

 

Don Bosco sapeva che un buon padre cappuccino era confessore  di un nobile genovese, senza figli, e molte volte milionario.  — Come va, gli chiese Don Bosco, che quel signore non fa elemosina proporzionata al suo stato?  — Dà ogni anno ai poveri 20.000 lire.  — 20.000 lire soltanto? Se vuol obbedire a Gesù Cristo, dando nella misura proporzionata alle ricchezze che possiede, non basterebbero  100.000 all'anno!  — Capisco bene; ma non saprei come fare a persuaderlo a dare  di più. Lei nel caso mio come se la caverebbe?  — Io gli direi che non voglio andare all'inferno per causa sua e che,  se vuole andare lui, ci vada solo. Quindi gl'imporrei di fare elemosina  secondo il suo stato, altrimenti gli direi che non mi sento di continuare  ad essere io il responsabile della sua anima.  — Ebbene, glielo dirò, promise il buon religioso.  Come disse, così fece. Ma quegli fece il sordo, anzi congedò il confessore, mostrandosi offeso della sua libertà. (M. B., XV, 520-521). 

 

b) La carità promuove le opere buone. 

 

327 - In imbroglio. 

 

A Mathi Torinese, Don Bosco raccontò che pochi giorni avanti una  signora gli aveva scritto, mandandogli un'offerta di 1500 lire per  grazia ricevuta.  Egli, a somma così considerevole, ringraziò con lettera speciale  e con promessa di ulteriori preghiere sue e dei giovani. L'oblatrice  commossa a tanta degnazione, lo ricambiò con una seconda offerta di  lire 3000. Don Bosco riscrisse con nuovi ringraziamenti e con espressioni di conforto sul paradiso. Or bene in quel giorno stesso, 12 agosto  1886, gli perveniva dalla medesima una terza offerta di lire 10 mila.  « Adesso, esclamò, io sono ben imbrogliato! Temo che, se torno a scrivere, ella mi mandi una quarta offerta, e non scrivere più sarebbe inurbanità. Non so proprio come cavarmela ». (M. B., XVII, 493). 

 

328 - Polenta per sette. 

 

Nel 1850 un uomo chiese a Don Bosco alcuni soldi per sfamare i  suoi figduoli, che da un giorno pativano la fame; ricevette quattro soldi (quanto Don Bosco possedeva) accompagnati da una benedizione.  Uno gli chiese se quell'uomo era veramente sincero, e Don Bosco disse  di sì, perchè gli aveva letto in cuore. Una sera questo tale incontra quell'uomo. Con quei quattro soldi aveva comprato farina e aveva fatto  polenta per tutta la famiglia. La benedizione di Don Bosco aveva migliorato assai i suoi affari, e soggiunse: « In famiglia chiamiamo Don Bosco d prete del miracolo della polenta, perchè con quattro soldi di farina, al prezzo che si paga, ce n'era scarsamente per due persone, ed invece ne mangiarono ben sette ». (M. B. III, 493-495). 

 

c) Carità e perfezione. 

 

329 - Elogio di Don Rua. 

 

Di Don Rua Don Bosco fece più volte questo splendido elogio: « Se  Dio mi avesse detto: Immagina un giovane adorno di tutte quelle virili ed abilità maggiori che tu potresti desiderare, chiedimelo ed io te lo  darò, io non mi sarei giammai immaginato un Don Rua ». (M. B., IV, 488). 

 

FRASE BIBLICA. - Il Signore farà giustizia al suo popolo.

 

UNA MASSIMA DI DON BOSCO: - Il fine della nostra società è la santificazione di noi stessi e la salvezza delle anime, coll’esercizio della carità.

 

PREGHIERA DEL MESE. — Venite, Spirito del timor di Dio, e penetrate il mio cuore di un timore salutare affinchè io abbia sempre Voi, mio Dio, innanzi agli occhi e attentamente mi guardi da ogni cosa, che in qualsiasi modo possa offendere la divina Maestà vostra. Così sia. Pater noster... 

 

FIORETTO. — Fa un atto di sottomissione e di confidenza in Dio; recita cinque Pater a S. Gaetano da Tiene, di cui oggi celebriamo la festa.

 

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