UN ANNO CON DON BOSCO

 

14° Agosto

 

241) Perchè dobbiamo amare Dio? 

 

Dobbiamo amare Dio per se stesso, come il sommo  Bene, fonte d'ogni nostro bene; e perciò dobbiamo  anche amarlo sopra ogni cosa « con tutto il cuore,  con tutta l'anima, con tutta la mente e con tutte le forze ». 

 

(...) 

 

360 - Il modello di Don Bosco. 

 

Don Bosco tenne sempre presso di sè, per ricordo, conforto e  norma, le regole del Convitto Ecclesiastico. Per venerazione adornò  le pareti della sua stanza con l'effige di Don Cafasso. Quanto volte non  l'udirono i giovani parlare con l'animo commosso di questo suo secondo padre! Lo proponeva loro per modello, ne ripeteva i sapienti consigli, specialmente quello di conformarsi alla volontà di Dio. « In tutto  — diceva — bisogna avere l'intenzione di fare la volontà di Dio, talmente che siamo pronti per abitudine a lasciare qualunque cosa ove  conoscessimo non essere di sua volontà; pronti poi a fare ogni cosa,  quando sia suo volere, malgrado ogni difficoltà. E per conoscere la  volontà di Dio tre cose si richiedono: pregare, aspettare, consigliarsi ».  (M. B., VI, 714-715). 

 

361 - Rimorsi d'anime sante. 

 

La sera del 9 gennaio 1865 Don Bosco disse ai suoi giovani: « Oggi  è corso un anno dacché il nostro Besucco passava all'eternità. È ben  giusto che in questo giorno io ne faccia la commemorazione. Egli moriva tranquillo e una sola pena era quella che lo affliggeva in punto  di morte. Questa non era l'aver menato una vita cattiva, non era l'aver taciuto peccati in confessione, non era l'aver mancato di carità  coi compagni o di obbedienza ai superiori, non era aver scandalo da  riparare, ma solamente non aver amato il Signore come si meritava ».  (M. B., VIII, 8-9). 

 

(...) 

 

363 - Tutto per Iddio. 

 

«Figli miei, pensiamo in questo momento ad un massimo nostro  dovere: ed è che dobbiamo fare buon uso della sanità in servizio e  gloria di Dio. La sanità è un gran dono del Signore e tutta per Lui  noi dobbiamo impiegarla. Gli occhi debbono vedere per Dio, i piedi  camminare per Dio, le mani lavorare per Dio, il cuore battere per  Dio, tutto insomma d nostro corpo servire a Dio finché siamo in tempo; in modo che quando Dio ci toglierà la sanità e ci avvicineremo  all'ultimo nostro giorno, la coscienza non abbia a rimproverarci di  averne usato male ». Così Don Bosco. (M. B., VII, 834-835). 

 

364 - Zelo giovanile. 

 

Michele Magone, accompagnando un giorno Don Bosco per la città  di Torino, giunse in mezzo a piazza Castello, dove udì un monello bestemmiare il santo nome di Dio. A quelle parole parve tratto fuori  di senso: più non riflettendo al luogo nè al pericolo, con due salti vola  sul bestemmiatore e gli dà due schiaffi dicendo: « È questo il modo di  trattare il santo nome del Signore? ». Ma il monello, che era più alto  di lui, senza badare al riflesso morale, irritato dalla baia dei compagni, dall'insulto pubblico e dal sangue che in copia gli colava dal naso,  si avventa arrabbiato sopra Magone; e qui calci, pugni e schiaffi non  lasciavano tempo nè ad'uno nè all'altro di respirare. Fortunatamente  accorse Don Bosco che riuscì, non senza difficoltà, a stabilire la pace  con vicendevole soddisfazione. Quando Michele fu padrone di sè medesimo, si accorse dell'imprudenza fatta nel correggere in tal guisa  quello sconsiderato. Si pentì del trasporto e assicurò che per l'avvenire avrebbe usato maggior cautela limitandosi ad amichevoli avvisi.  (M. B., V, 745). 

 

365 - Ardimenti da santo. 

 

Don Bosco si era assunta la missione di impedire l'offesa di Dio e  la perdita delle anime. Ai suoi preti e chierici raccontava che presso  l'Oratorio un gruppo di giovani un giorno venne a battagliare. Vista  l'offesa del Signore, egli si avvicinò, e con gesti e con parole cercava  di trattenerli. Vani sforzi! Si slanciò allora in mezzo a quel turbinare  di proiettili, si scagliò addosso ad una parte belligerante, e giù pugni,  scapaccioni... Ne atterrò parecchi: i rimanenti si diedero alla fuga.  Lo stesso fece dall'altra parte. In tal modo ottenne che finisse quel disordine senza riportarne contusioni. Simili gesti aveva compiuti altre  volte sempre rimanendo incolume, ad eccezione di una zoccolata presa  una volta. Soggiungeva: « È proprio come io dico: quando uno confida nella bontà della sua causa non teme più nuda. Io son fatto così:  quando vedo l'offesa di Dio, se avessi contro ben anche un esercito, io,  per impedirla, non mi ritiro e non cedo ». (M. B., III, 330-331). 

 

(...) 

 

FRASE BIBLICA. - La tua collera, Signore, si è placata e tu mi hai consolato. 

 

UNA MASSIMA DI DON BOSCO: - Quanto è mai bello l’amore congiunto alla carità. 

 

PREGHIERA DEL MESE. — Venite, Spirito del timor di Dio, e penetrate il mio cuore di un timore salutare affinchè io abbia sempre Voi, mio Dio, innanzi agli occhi e attentamente mi guardi da ogni cosa, che in qualsiasi modo possa offendere la divina Maestà vostra. Così sia. Pater noster... 

 

FIORETTO. — Passa una giornata di mortificazione; recita le Litanie alla Madonna (clicca).

 

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