UN ANNO CON DON BOSCO

 

27° Agosto

 

251) Quali sono i principali consigli evangelici? 

 

I principali consigli evangelici sono : la povertà volontaria, la castità perpetua e l'ubbidienza perfetta.

 

a) La povertà volontaria

 

(...)

 

496 - Il vestito di Don Bosco. 

 

Se povera era la camera di Don Bosco, non lo erano meno le sue  vesti. La talare di panno grossolano, gli serviva per le quattro stagioni.  Talvolta gli veniva regalata dall'amico Teol. Golzio una veste sua o  deposta dai preti del Convitto, fuori d'uso e rattoppata, affinchè servisse per i chierici dell'Oratorio; ma egli la teneva per sè. La biancheria era ruvida e non volle mai indossare camicie di tela fine. Teneva nei piedi grosse scarpe da contadino perchè meno costose.  (M. B., V, 676). 

 

497 - Gli zoccoli di Don Bosco. 

 

Don Bosco dovette mandare un giorno un giovane in Torino per  una commissione di grande importanza; ma trovandosi questi con le  scarpe sdruscite e logore, egli, senza punto pensare alle conseguenze,  si tolse dai piedi le sue e gliele diede. Il giovane, ridendo, disse in sul  partire ai compagni: « Vedremo come Don Bosco se la passerà quest'oggi, poiché non ha altre scarpe ». Infatti Don Bosco mandò a chiamare Buzzetti, Rua ed altri; ma nessuno possedeva altre scarpe fuori  di quelle che aveva nei piedi e non poterono trovarne adatte a Don Bosco. Finalmente si potè avere un paio di zoccoli. Si noti che si era in  piena estate. All'ora di pranzo Don Bosco scendeva le scale e tutti i  giovani correvano allo strano rumore e ridevano, osservando gli zoccoli che portava Don Bosco. Ma il bello fu qui, che verso le tre venne  un servo del conte Giriodi a chiamarlo, perchè si affrettasse ad assistere un infermo di quella nobile casa. Don Bosco desiderava una vettura perchè nessuno vedesse gli zoccoli; ma ci voleva troppo tempo  per trovarne una, essendo poche, in quegli anni, di stazione nel centro  della città, e costose. Era necessario andare subito. Quindi pregò quel  servo che avesse la compiacenza di aspettarlo per essergli compagno, sperando così di nascondere meglio la novità della calzatura.  Con quel servo al fianco percorse via Dora Grossa, piazza Castello,  rasentando i muri delle case, e curvandosi alquanto perchè la veste  coprisse i piedi; e andò al N. 53 di via Po. Finito il suo ufficio, il servo  accennava a lasciarlo partir solo, dicendogli:  — Credo che ora farà senza di me, per ritornare a casa.  — No, no, mio caro, rispose Don Bosco; mi accompagni.  — Ma scusi; e perchè?  — Perchè... perchè... ho gli zoccoli.  — Oh! povero me!, esclamò quel servo; e corse dal conte Giriodi  e gli narrò il fatto.  Il conte si vestì in fretta e venne egli stesso ad accompagnare  Don Bosco per strade strette ed in quell'ora poco frequentate. Giunti  in Via Corte d'Appello, il conte lo fece entrare da una certa vedova  Zanone, che teneva bottega in detta via al N. 8, conosciutissima da  Don Bosco e dal conte, il quale pian piano fece notare alla signora:  « Don Bosco è senza scarpe e porta gli zoccoli ».  La Zanone che, appena era comparso Don Bosco gli aveva fatto  mille feste, trasecolò a quelle parole, cercò subito le più belle scarpe che  avesse in bottega e le adattò al piede di Don Bosco. Quegli zoccoli  però li tenne con sè come preziosa reliquia a ricordanza del fatto.  (M. B., V, 679-681). 

 

498 - Elemosine e voto di povertà. 

 

Questo fatto testifica quanto Don Bosco volesse che i suoi figli  fossero generosi e nello stesso tempo osservanti degli obblighi del  loro stato; lo narra Don Vacchina che vi ebbe parte. Questi, quando  faceva scuola nella prima ginnasiale all'Oratorio, riceveva danaro dalla famiglia, e lo distribuiva in certe circostanze di necessità o di feste  ai suoi scolari più poveri. Un giorno peraltro, punto dal rimorso, si  confessò colpevole d'aver tenuto presso di sè danaro, contro il divieto  della Regola.  — E hai continuato a fare la santa Comunione?, gli chiese Don  Bosco.  — Oh povero me!, esclamò il chierico, ho forse commesso sacrilegio?  — Non dico questo. Tu eri in buona fede: lo facevi per aiutare i  giovani e avevi retta intenzione. Basta... basta... si vede che sei anche  tu figlio di Don Bosco. (M. B., XIII, 821). 

 

b) Castità perpetua. 

 

499 - Castigo corpus meum. 

 

Carlo Gastini, rifacendo il letto di Don Bosco, un mattino trovò  sparsi sopra il materasso e coperti dal lenzuolo, alcuni pezzi di ferro,  che erano certamente stati dimenticati da Don Bosco nella fretta di alzarsi per andare in chiesa. Il giovane non pensò più in là e, posti i  ferri sul tavolino, non ne fece parola a Don Bosco. L'indomani non  gliene parlò, e solo dopo molti anni Gastini riflettè su quegli strani ordigni, e capì a quale uso avessero dovuto servire. « Furono un'altra volta, narra Mons. Cagliero, trovati su quel letto ciottoli e pezzi di legno ».  Don Bosco dunque aveva trovato il modo di tormentare di notte il  suo già affranto corpo, e rendersi penoso anche quel poco sonno, convinto com'era che solo a tale prezzo il Signore gli avrebbe concesso  di portare immacolata fino al cielo la stola della sua innocenza.  (M. B. IV, 214). 

 

c) Obbedienza perfetta. 

 

500 - Il prezzo della cera. 

 

Nel 1857 si era ordinato che le candele avute dagli allievi, che  erano stati mandati in città per una sepoltura, dovessero adoperarsi  nelle funzioni dell'Oratorio. Ora avvenne che quattro erano stati mandati sulla collina di Superga per un accompagnamento funebre, ove  ciascuno ebbe un fascio di 12 candele. Ritornati a casa, due consegnarono quella cera, com'era prescritto, e due andarono a venderla  al candelaio e si ritennero il prezzo. Alla sera, in pubblico, Don Bosco rivolse la parola a Don Alasonatti, prefetto dell'Oratorio:  — Dunque stamattina alcuni giovani andarono ad un funerale.  — Sissignore.  — E chi furono quelli che andarono?  — I tali e i tali.  — Bene! E le candele le consegnarono tutti al Prefetto?  — Due sì e due no.  — Non mi piace. Il giovane F. potrebbe, benché a torto, credere di dar qualche vantaggio alla casa, cantando a varie funzioni  in città; ma tu, o G., no; tu prendi dalla casa tutto ciò di cui  abbisogni, sei accettato a pensione interamente gratuita. L'altro giorno  sei venuto da me perchè ti condonassi tutte le spese accessorie, dicendo che non potevano i tuoi pagarle; ed io te le condonai, quindi...  non hai ragione di trattarmi così... Buona notte! (M. B., V, 690-692) 

 

501 - La forza dell'amore. 

 

Don Bosco ad un chierico ornato di molte doti, ma di indole difficile a piegarsi, aveva proposto di far parte del personale destinato al  collegio di Lanzo. Il chierico non apparteneva ancora alla Pia Società  e si rifiutò, non potendo rassegnarsi a lasciar l'Oratorio. Don Bosco  non si tenne offeso e lo iscrisse nella lista di quelli, che dovevano accompagnarlo nella passeggiata autunnale. A Genova, a Mornese ed ad  Ovada cercava in tutti i modi di potergli parlare, ma il chierico riusciva sempre a fuggirlo. Finalmente, avvicinatolo, Don Bosco lo prese  per mano e gli disse:  — Dunque, che cosa mi rispondi?  Confuso il chierico balbettò:  — Stasera a Torino le darò la risposta.  Finito il teatro saliva nel camerone destinato per il riposo dei  giovani e vide Don Bosco occupato a preparargli con le sue stesse mani  il letto. Don Bosco gli diede la buona notte e si ritirò. Al vedere tale  atto il chierico non potè prendere sonno, pianse tutta la notte e a  mattino andò ad origliare alla porta di Don Bosco. Sentendo che passeggiava, chiese di poter entrare e singhiozzando esclamò:  — Mi mandi dove vuole, che io non posso più resistere.  Così Don Bosco vinceva quella resistenza e si affezionava sempre  più un giovane destinato a fare un bene immenso nelle missioni.  (M. B., VII, 776-777) 

 

502 - Obbedienza pronta. 

 

Nel settembre 1865, Don Rua stava ordinando il suo Collegio per  il nuovo anno scolastico, quando Don Provera, giunto a Mirabello, gli  disse: « Don Bosco ti aspetta a Torino ». E Don Rua, che stava a tavolino scrivendo, non esitò un istante: senza fare alcuna interrogazione, nè chiedere spiegazione, si alzò, prese il breviario, e: « Son pronto », disse, e partì subito per Torino. Ilare e disinvolto si presentò all'Oratorio come se quella partenza non lo avesse per nulla preoccupato.  Quando però chi doveva succedergli nella direzione del piccolo  Seminario fu a salutarlo, gli disse: «Dunque tu vai a Mirabello. Salutami i giovani, amali tu per me, sono buoni, sai? » ed una lacrima  gli spuntò sugli occhi; quindi riprese: «Verso i Confratelli regolati  come un fratello maggiore verso i fratelli minori ». (M. B., VIII, 194). 

 

FRASE BIBLICA. - Preghiamo perchè l'umanità si converta. 

 

UNA MASSIMA DI DON BOSCO: - Umiltà, obbedienza, castità vi renderanno sempre accetti a Maria.

 

PREGHIERA DEL MESE. — Venite, Spirito del timor di Dio, e penetrate il mio cuore di un timore salutare affinchè io abbia sempre Voi, mio Dio, innanzi agli occhi e attentamente mi guardi da ogni cosa, che in qualsiasi modo possa offendere la divina Maestà vostra. Così sia. Pater noster... 

 

FIORETTO. — Fa qualche astinenza nel cibo.

 

Oggi hai fatto il fioretto? scrivi il tuo nome e offri una rosa a Gesù e Maria CLICCA QUI

 

 

CAPPELLINA

 

 

 

 Sito versione Desktop