UN ANNO CON DON BOSCO
20° Ottobre
continuo 3/4
e) Il dono della Scienza.
È la prontezza nell'imparare, l'intuizione, la comprensione di tutto ciò che può portarci a Dio.
39. Esame splendido.
Nell'agosto 1834, venuto il giorno dell'esame, il chierico Bosco si presentò al professor Lanteri, al quale già aveva fatto in antecedenza una visita per raccomandarsi. Pur trovato preparatissimo. Interrogato su Tucidide rispose a meraviglia. Invitato a tradurre i Paradossi di Cicerone, incominciò a recitare il titolo in greco... — Basta esclamò stupito il professore — dammi la mano: voglio che siamo amici davvero. Così disse alludendo all'amicizia che Bosco aveva già con altro professore, il Gozzani. Ma più ancora della scienza umana Don Bosco cercò la scienza delle cose divine. (M. B. I, 326-327).
40. Mi ha detto tutto.
Negli esercizi spirituali del 1870, un giovane tra i più grandi, baldanzoso e poco buono, si vantava tra i compagni che Don Bosco non avrebbe mai saputo i suoi peccati. — Fa' la prova — gli dissero gli amici. — Sì che la faccio, perchè sono storie quelle che si narrano di Don Bosco — e, spensierato, ridendo entrò in chiesa e s'inginocchiò ai piedi di Don Bosco. La sua confessione fu abbastanza lunga. I compagni l'attendevano in cortile. Uscì coi capelli scomposti, gli occhi rossi, quasi fuori di sè. — Ebbene? che cosa ti ha detto Don Bosco? — gli chiesero i compagni circondandolo. — Lasciatemi stare! — Erano storie quelle che ti narravamo di Don Bosco? — Storie? M'ha detto tutto, tutto: anche ciò di cui mi ero dimenticato! (M. B. VI, 462-463).
41. Poliglotta prodigioso.
Dalla creazione del mondo fino a noi non fu mai e forse non vi sarà uomo che si possa paragonare al Cardinale Giuseppe Mezzofanti di Bologna, per scienza di lingue. Egli nacque il 1774 e morì nel 1849. Si dice che Mitridate, antico re del Ponto, sapesse venti lingue. Molte lingue sapeva pure Pico della Mirandola. Ma questi che nel passato erano giudicati prodigi dell'umano sapere sono poca cosa in paragone del Mezzofanti. Egli giunse a parlare, scrivere e ad insegnare in settantotto linguaggi uno diverso dall'altro, che è quanto dire che egli conosceva tutti i linguaggi del mondo. Né già pensatevi, giovani miei, che il Mezzofanti fosse a guisa di un gran vocabolario nella cui mente si contenessero nude parole spoglie di dottrina. Anzi egli conosceva l'origine delle lingue, i costumi, la storia, le tradizioni, il commercio delle nazioni che parlavano questi o quegli altri linguaggi. Di più egli parlava, insegnava, scriveva in prosa ed in poesia tutte queste lingue. Era poi ameno spettacolo quando visitava in Roma il Collegio di Propaganda Fide. Senza confondere i vocaboli di una nazione con quelli dell'altra, egli indirizzava il discorso ora all'uno, ora all'altro; ora parlava il greco, ora egizio, ora persiano, ora indiano; indi cinese, poi prussiano, slavo, turco, e quel che è di più passava da un linguaggio ad un altro senza confondere nè la pronuncia, nè le parole, nè il senso delle medesime. Ma la nostra meraviglia cresce assai qualora si consideri che oltre alle lingue conosceva i dialetti che alle medesime si riferiscono. Per esempio quando diciamo che il Mezzofanti sapeva l'italiano, vogliamo dire che conosceva i vari dialetti che ad esso hanno relazione. Quindi sotto il nome di lingua italiana s'intende che sapeva il piemontese, il genovese, il milanese, il veneziano, il napoletano, il siciliano, il sardo: e questi differenti dialetti parlava con tale prontezza che sembrava essere nato e vissuto in ciascheduno di questi paesi. Per cui fatto calcolo dei principali dialetti che sono annessi alle lingue principali che sapeva, possiamo dire che il Mezzofanti conosceva scriveva e parlava oltre a trecento linguaggi diversi. Più volte fu interrogato come mai avesse potuto giungere ad arricchire la mente di tanto estese e di tanto varie cognizioni, ed egli con semplicità soleva rispondere: Io sono d'avviso che Iddio si sia compiaciuto di concedermi sì gran dono, perchè io lo richiesi non per la vana e meschina gloria mondana, ma per la salute delle anime. Essendo sacerdote in Bologna mia patria nel tempo di guerra, io visitavo gli ospedali militari; ritrovandovi infermi ungheresi e slavi, tedeschi e boemi, e non potendoli confessare, e quel che è più non potendo ragionare e condurre i protestanti al seno della Chiesa cattolica, mi sentivo straziare il cuore. Per la qual cosa essendomi dato con sommo ardore allo studio di quelle lingue, mi venne fatto di poterne imparare tanto quanto bastasse a farmi intendere. Non volli altro. Cominciai a muovermi fra i letti degl'infermi e, gli uni confessando e cogli altri conversando, venni di giorno in giorno accrescendo il mio vocabolarietto, sicché di mano in mano, aiutandomi Iddio, lo accrebbi in modo, che alla lingua nobile aggiunsi i dialetti particolari delle province. Ad ogni forestiere che per caso capitasse a Bologna, gli albergatori si davano premura di rendermi avvisato, ed io accorrevo e ragionavo con essi interrogando, notando, esercitandomi nelle varie loro lingue. Certi dotti personaggi spagnoli, portoghesi, messicani, che erano di stanza in Bologna, oltre alle scienze sacre, mi avevano insegnato altresì il greco, l'ebraico, il caldeo, il samaritano e le loro lingue natie. Inoltre quante grammatiche mi venivano alle mani io cercavo di mettermele in mente. Che se a gentiluomo fosse accaduto di passare a Bologna, io non lo lasciavo senza che ne afferrassi dizioni e modi propri e singolari di suo linguaggio, e massimamente delle pronunzie, per cui Dio mi concesse organi flessibilissimi e lingua speditissima ». Fin qui il dotto porporato in famigliari colloqui coi suoi amici. (Bosco, Storia d'Italia).
FRASE BIBLICA. - Il Signore annuncia la pace al suo popolo.
UNA MASSIMA DI DON BOSCO. - Sapienza e scienza, prevedere e provvedere
PREGHIERA DEL MESE. - Santissima Vergine, Madre di Dio Maria, io (nome), quantunque peccatore indegnissimo, prostrato ai vostri piedi, alla presenza dell'onnipotente Iddio e di tutta la Corte celeste, vi presento e vi offro questo mio cuore con tutti gli affetti suoi: a voi lo consacro, e voglio che sia sempre vostro e del vostro caro Gesù. Accettate, o benignissima Madre, da questo vostro povero servo la devota offerta unita al cuore di tutti i santi, e fate che da questo punto io incominci, e segua a vivere in avvenire unitamente a Voi, al vostro santissimo Figliuolo e mio Dio. Col suo divino aiuto e con la vostra amorosa assistenza spero di farlo, e dal canto mio lo prometto. Fra i vostri due cuori Gesù e Maria, mettete il mio povero cuore, perchè s'infiammi tutto del vostro amore purissimo, onde vivendo del vostro bel fuoco in terra, arda poi di eterno amore per Voi lassù nel cielo, in compagnia degli angeli e dei santi.
FIORETTO: — Sfrutta i talenti che hai per il tuo benessere materiale e specialmente spirituale. Recita un Gloria Patri.
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