UN ANNO CON DON BOSCO

 

16° Novembre

 

347) Che cos'è il sacrificio? 

 

Il sacrificio è la pubblica offerta a Dio d'una cosa  che si distrugge per professare che Egli è il Creatore  e Padrone supremo, al quale tutto interamente è dovuto. 

 

105. Sacrificio d'Abramo. 

 

Un anno dopo la promessa fatta dal Signore nacque ad Abramo  un figliuolo, che fu nominato Isacco. Crescendo nel timor di Dio, formava la delizia dei suoi genitori. Volendo Iddio provare l'ubbidienza  e la fedeltà del suo servo, un giorno gli disse:  — Abramo, prendi il tuo unico figlio, il tuo Isacco, a cui vuoi  tutto il tuo bene, va sul monte Moria ed offrilo a me in sacrificio.  Senza profferir lamento Abramo prepara la legna, ne carica un  giumento, e accompagnato da due servi si mette col figlio in cammino.  Dopo tre giorni giunto ai piedi del monte, comanda che ognuno si fermi,  indi pone la legna sopra Isacco ed egli stesso portando in mano il fuoco  ed il coltello insieme col figlio sale il monte. Cammin facendo Isacco  disse:  — Padre mio, ecco il fuoco e la legna, ma dov'è la vittima da  sacrificarsi?  — Mio figlio, — rispose Abramo, — il Signore ce la provvederà.  Isacco ignorava fino allora che egli stesso doveva essere la vittima.  Pervenuti alla sommità del monte, Abramo erge un altare, vi dispone  la legna, lega il figlio, e sopra lo colloca. Isacco tace ed ubbidisce.  Abramo stende la mano, piglia il coltello e già vibrava il colpo per sacrificare il figliuolo, quando un Angelo del Signore grida:  — Abramo, Abramo, fermati, non far del male al fanciullo, ora  conosco che temi veramente il Signore, perché per ubbidire a  Lui non risparmiasti l'unico tuo figlio.  Abramo si arrestò, e volgendo lo sguardo si vide vicino un montone avviluppato con le corna fra i cespugli, che lietamente sacrificò  in luogo del figliuolo. Iddio per ricompensare questa generosa ubbidienza di Abramo, lo benedisse, e gli rinnovò le tre promesse già fattegli nella terra di Canaan. Il Signore benedice sempre coloro che  sono ubbidienti ai suoi precetti. (Bosco, Storia Sacra). 

 

106. Sacrificio di Giacobbe.

 

Il buon vecchio aspettava ansioso il ritorno dei suoi figliuoli.  In sulle prime gli parve un sogno l'intendere che Giuseppe viveva,  e che era Vicerè dell'Egitto. Ma quando all'arrivo dei cocchi reali e  dei magnifici doni di Giuseppe ne fu pienamente assicurato, non è  a dire a quali dolci trasporti di allegrezza si abbandonasse. « Or basta,  — esclamò, — mio figlio Giuseppe vive ancora! lo andrò a vedere, poi  morrò contento ». Rese le dovute grazie al Signore, con la numerosa sua famiglia si pose in viaggio. Al confine della Cananea Giacobbe  offrì un sacrificio a Dio; e il Signore in questa occasione gli disse che,  discendesse pure nell'Egitto assicurandolo delle sue benedizioni. Giuda  lo precedè per annunziarne l'arrivo a Giuseppe, che gli venne immediatamente incontro con ambo i suoi figliuoli: e come lo vide, balzò dal  cocchio gettandoglisi al collo con lacrime abbondantissime di gioia.  E Giacobbe a lui: « Ora, — disse, — io morrò contento, perché  ho veduto ancora una volta il tuo volto ».  Giuseppe benché elevato a dignità così grande, non si vergognò  dell'umile stato di suo padre. Anzi dopo i più dolci sfoghi di figliale  amore, li con sè condusse alla città e lo presentò a Faraone. Molto si  rallegrò il re di vedere il padre di un così virtuoso figliuolo, e gli assegnò  per dimora la più bella parte dell'Egitto, la terra di Gesse, come la  più adatta al pascolo del gregge, che formava l'occupazione e la ricchezza di lui e della sua famiglia.  (Bosco, Storia Sacra). 

 

FRASE BIBLICA. — Al vincitore darò da mangiare dall'albero della vita. 

 

UNA MASSIMA DI DON BOSCO. — Per questi giovani (orfani, abbandonati), farò qualunque sacrificio: anche il mio sangue darei volentieri per salvarli.

 

PREGHIERA DEL MESE. — «O Signore Onnipotente, il quale per l'amore, che portaste agli uomini, vi degnaste di prendere umana carne, di vivere fra gli stenti, di soffrire dolorosissima passione e finalmente di spirare in Croce, deh! per tanti meriti che ci procuraste col vostro preziosissimo Sangue, vi prego di volgere uno sguardo pietoso ai tormenti che soffrono nel Purgatorio quelle anime benedette, che partendo da questa valle di pianto in grazia vostra soffrono gli ardori di quelle fiamme per scontare i debiti che hanno tuttora verso della vostra Divina Giustizia. Accettate dunque, o pietosissimo Iddio, le preghiere che per esse vi porgo, traetele da quel carcere tenebroso, e chiamatele alla gloria del Paradiso. Vi raccomando particolarmente le anime dei miei parenti, benefattori spirituali e temporali, e in special modo quelle a cui posso essere stato occasione di peccato col mio mal esempio. Vergine SS. Madre pietosa, consolatrice degli afflitti, intercedete voi per quelle anime, affinchè per la vostra potentissima intercessione volino a godere quel Paradiso che loro sta preparato.». (Da Il giovane provveduto, San Giovani Bosco)

 

FIORETTO: — Signore, fatemi la grazia che non mi danni!

 

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