UN ANNO CON MARIA

 

20° Novembre

 

L'IMPEGNO NELLA REDENZIONE 

 

Maria non è l'aurora della nostra redenzione alla maniera di uno strumento inerte e passivo. All'alba della nostra salvezza risuona la sua libera risposta, il suo "Fiat", il suo "sì" incondizionato alla collaborazione che Dio attendeva da Essa, come attende anche da noi. L'iniziativa della salvezza appartiene certamente alla Santissima Trinità. La verginità perpetua di Maria — fedelmente corrisposta da San Giuseppe, suo sposo verginale — manifesta questa priorità di Dio: Cristo, come uomo, sarà concepito senza concorso di uomo. Ma questa stessa verginità, che continuerà nel parto e dopo il parto, è anche espressione della assoluta disponibilità di Maria ai piani di Dio. La sua risposta segnò un, momento decisivo nella storia della umanità. Perciò i cristiani amano ripeterla e cercano di avere la stessa disposizione di animo che ispirò quelle parole: « Ecco la serva del Signore, avvenga di me quello che hai detto » (Lc 1, 38). Il gioioso «fiat » di Maria testimonia la sua interiore libertà, la sua fiducia e la sua serenità. Non sapeva come si sarebbero realizzati concretamente i piani del Signore. Ma lungi dal temere ed angustiarsi, appare sovranamente libera e disponibile. Il suo « si » alla Annunciazione, significò sia l'accettazione della maternità che le era proposta, che li suo impegno nel mistero della Redenzione. Questa fu opera di suo Figlio. Ma la partecipazione di Maria fu reale ed effettiva. Nel dare il suo consenso al massaggio dell'angelo, Maria accettò di collaborare in tutta l'opera della riconciliazione dell'umanità con Dio. 

 

Giovanni Paolo II

 

 

MARIA CON NOI

 

Nel 1185 si formò un villaggio che venne chiamato s'Hertogenbosch, il bosco del duca, perchè sorto nella proprietà di Goffredo, duca di Brabante. All'interno venne edificata una chiesa dedicata a S. Giovanni Evangelista, nella quale fu posta una Madonna col Bambino, in legno policromo, con lo scettro in mano e la corona sul capo. Nel trascorrere dei secoli, questa chiesa fu ingrandita fino a diventare nel 1561 una stupenda cattedrale a cinque navate con 150 colonne senza capitelli e 48 campane. Ma durante i lavori di ampliamento, la statua fu rimossa e lasciata in abbandono. Nella primavera del 1380, un giovane operaio trovò la statua mutilata in un magazzino e stava per ridurla in pezzi e gettarla nel fuoco già da lui acceso, quando fu trattenuto dal capocantiere, che gli fece osservare il sacrilegio che voleva compiere. La statua fu allora ricollocata nella cattedrale e resi misteriosamente inutili tutti i tentativi per spostarla. Cominciarono ad accorrere i fedeli e a verificarsi guarigioni prodigiose, la prima delle quali avvenne nel 1381, quando una certa Edwige guarì dalla paralisi dopo aver invocato la Vergine. Dal 1382 tutti gli eventi prodigiosi attribuiti alla Madonna del Bosco, vennero annotati in un "libro dei miracoli". Quando nel 1566 i calvinisti, occuparono anche la città di s'Hertogenbosch, saccheggiarono le chiese, distrussero le statue della Vergine, la statua della Dolce Madre della cattedrale di S. Giovanni, il "libro dei miracoli" e il tesoro furono portati in salvo in vari luoghi e finalmente, nel gennaio del 1630, ad Anversa e poco dopo a Bruxelles, dove rimasero per 224 anni. Nel 1810 Napoleone I restituì la cattedrale ai cattolici, che riebbero solo nel 1853 nuovamente la sacra immagine. Oggi numerosi sono i fedeli che si recano in pellegrinaggio in questo santuario ed amano raccogliersi nella cappella della Dolce Signora per affidarsi alle sue premure materne.

 

OLANDA - S'HERTOGENBOSCH - Nostra Dolce Signora del Bosco

 

 

FIORETTO: — Tre Pater a Gesù per avere la perseveranza.

 

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CAPPELLINA

 

 

 

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