UN ANNO CON IL SACRO CUORE

 

6° Gennaio

 

I DONI DEI RE MAGI

 

Ed entrati nella casa, trovarono il bambino con Maria sua madre; prostratisi, lo adorarono e, aperti i loro tesori, gli offrirono in dono oro, incenso e mirra (S. Matteo, II, 11). 

 

1° Preludio. I Magi offrono l'oro dell'amore, l'incenso della preghiera, la mirra del sacrificio. 

 

2° Preludio. Signore Gesù, datemi la grazia di comprendere quali doni desidera da me il vostro divin Cuore. 

 

1° PUNTO. I significati simbolici: l'oro del puro amore. I Magi giunti davanti a nostro Signore vollero provargli il loro amore e la loro devozione; aprirono i tesori e gli offrirono oro, incenso e mirra. Questi doni sono spiegati in diversi modi dalla tradizione. I disegni di Dio non sono essi imperscrutabili e le sue vie impenetrabili? (Ai Rom. xi, 33). Come le parole, anche le opere di nostro Signore sono tesori inesplicabili di luce e di grazia, in modo che ogni fedele può credere che esse siano regolate per lui solo, per il suo stato, per i suoi bisogni. Così san Paolo si applicava personalmente le grazie della Redenzione, dicendo: « Il Salvatore mi ha amato, e si è offerto per me » (Ai Gal. 11). La parola di Dio come la Manna ha tutti i sapori, e risponde ai gusti ed ai bisogni di ciascuno. Nostro Signore conferisce alle anime votate al suo Cuore doni speciali, e se esse devono praticare le virtù ordinarie secondo il loro stato e la loro vocazione, ne devono praticare qualche altra in modo specialissimo. La prima simboleggiata dall'oro è l'amore puro, vero e sincero. Nostro Signore domanda a noi l'oro di un amore puro nelle sue intenzioni, d'una fede viva e d'una confidenza figliale, inconcussa. Quando l'oro è fino e puro, vi si nota subito la traccia d'un minimo contatto; un leggero soffio appanna la sua lucentezza. L'oro puro nostro Signore domanda dagli amici del suo Cuore; cioè un amore puro, fedele, delicato. Questa perfezione non è mai sufficiente per offrirla in dono al Re dei cuori; e noi possiamo conseguirla cooperando fedelmente alla grazia divina che vien data in abbondanza agli amici del Sacro Cuore.

 

2° PUNTO: L'incenso del sacrificio e della preghiera. Nostro Signore domanda anche l'incenso il quale viene impiegato per i sacrifici; ed è anzitutto il sacrificio della volontà che nostro Signore domanda. Quando la volontà gli viene sacrificata interamente e senza riserva con le altre facoltà dello spirito, essa diventa simile al profumo dell'incenso, il quale si eleva fino al trono di Dio, al trono dell'Agnello, ove è accolto e gradito con compiacenza. La volontà propria deve lasciarsi consumare come il granello d'incenso e scomparire nelle fiamme dell'amore del Sacro Cuore. Non volere che ciò che Dio vuole e rimettersi interamente a lui per il tempo e per l'eternità costituisce un sacrificio che gli torna gradito. Questa disposizione d'essere pronti a tutto, questo «lasciar fare», quest'accettazione amorosa di tutto ciò che capita, come una volontà o una permissione divina, costituisce un olocausto assai caro a nostro Signore. L'incenso simboleggia anche la preghiera, quella preghiera che è cara al Sacro Cuore, e che sale diritta al cielo come il fumo dell'incenso, perchè è accesa di fervore, ed è profumata dall'amore. Offriamo a nostro Signore questo doppio incenso della conformità alla volontà divina e della preghiera fervente. 

 

3° PUNTO: La mirra simboleggia la mortificazione. Infine nostro Signore domanda la mirra, il profumo dei sepolcri, cioè il corpo, e la natura che sono destinati a morire; domanda le sofferenze, qualunque sia il loro nome e da qualunque parte esse vengano. Queste sofferenze devono essere sopportate con spirito di puro amore, per amore e nell'amore, in spirito di riparazione e d'espiazione, in unione alle sofferenze di nostro Signore. Esse hanno allora un grande valore, ed una grande efficacia per minime che siano in se stesse e quantunque appaiano senza pompa. I tre doni sono quindi: un cuor puro atto ad amare, un corpo pronto a soffrire, una volontà che vuol sacrificarsi e sottomettersi in tutto alla volontà divina. Nostro Signore non ha dato l'esempio il più perfetto di questo triplice dono offerto a suo Padre? Ove si potrà trovare un cuore che abbia amato più puramente e più generosamente di quello del nostro Salvatore, il Cuore della vittima dell'amore? Chi ha più sofferto, e più dolorosamente? E per chi? E perchè? E la sua volontà non era che quella del suo celeste Padre. Egli l'ha ripetuto più volte nel santo Vangelo. Ricordiamo solamente il suo «Ecce venio», che deve essere la massima prediletta degli amici del suo Cuore, quella parola che deve risiedere ad ogni momento sulle nostre labbra, ma più ancora nei nostri cuori. In questa parola sono contenuti i tre sacrifici che riassumono tutta la nostra vocazione, la nostra missione. «Dio mio, voi m'avete dato un corpo per sacrificarlo e per soffrire, un cuore per amare e per soffrire ancora, una volontà da immolare come la più preziosa vittima e la più gradita a Dio». È così che deve essere il sacrificio offerto ogni giorno all'Agnello santo ed immacolato, e con lui al Padre suo. Era pure questa la disposizione che Maria esprimeva nel suo «Ecce ancilla», dichiarando che si abbandonava all'amore divino, ed era pronta a tutto sacrificare alla divina volontà. 

 

Risoluzioni. Signore Gesù, io vi rinnovo l'offerta di tutto me stesso e la mia consacrazione al vostro Sacro Cuore. Prendete il mio cuore, la mia volontà, il mio corpo; essi siano per voi come l'oro, l'incenso e la mirra. Io vi do il mio cuore affinchè viva nel vostro puro amore, la mia volontà perchè sia sacrificata in un Ecce venio perpetuo, il mio corpo pronto a soffrire ciò che la Vostra Provvidenza mi domanderà.

 

 

FIORETTO: - Recati a qualche chiesa e adora per un po' di tempo Gesù con viva fede.

 

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CAPPELLINA

 

 

 

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