UN ANNO CON IL SACRO CUORE

 

18° Febbraio

 

VITA DI POVERTA' E DI RINUNCIA

 

Non è costui quel legnaiolo figlio di Maria, fratello di Giacomo, di Giuseppe, di Giuda e di Simone? E non abbiamo qui tra noi le sue sorelle? E se ne scandalizzavano (San Marco, vi, 3).

 

1° Preludio. Gesù aveva predicato con divina eloquenza alla Sinagoga di Nazareth, e tutti meravigliati e gelosi dicevano: Ma non è il povero falegname che noi conosciamo? 

 

2° Preludio. Signore, voi che avete amato e scelto la povertà, fatemi la grazia di comprenderne il valore.

 

1° PUNTO: Giuseppe e Maria poveri. — Giuseppe è un modesto operaio, solo, senza aiuto nei suoi pesanti lavori; un operaio che porta gravi pesi e maneggia pialla e sega, mentre il sudore gli bagna la fronte. Veste sempre semplicemente, e non ha alcun apprendista al suo servizio; per cui gli sarà facile trasportare l'abitazione da Nazareth a Betlemme, da Betlemme in Egitto, dall'Egitto a Nazareth. E’ un operaio povero che riceve qualche siclo come mercede di lunghi lavori. Se avesse avuto qualche moneta di risparmio avrebbe ben trovato un alloggio a Betlemme. Maria, è povera: è la serva dei suoi, sempre attiva, laboriosa, vigilante, devota. Maneggia il fuso, l'ago, la scopa; prepara i cibi, riordina la casetta. E’ anche la serva dei vicini e degli amici che va aiutando per carità, per umiltà. Quando Elisabetta sta per divenire madre, Maria corre a mettersi al suo servizio e vi rimane tre mesi. A Nazareth, Maria dovette visitare gli ammalati, vegliare i morti, aiutare le madri che avevano molti bambini, dividere le modeste provvigioni con i più poveri di lei. Tutto ciò che noi leggiamo di meraviglioso nella vita dei santi sull'amore alla povertà, e ai poveri non è che una copia della povertà di Maria. 

 

2° PUNTO: Gesù è povero. — Egli ha scelto la povertà, il suo divin Cuore l'ha amata, l'ha voluta, l'ha praticata fin dalla nascita. Nel presepio riposa sulla paglia; in Egitto viene allevato nella povertà estrema; al Tempio è riscattato con le colombe: la mercede del povero. Al ritorno in Nazareth, la Sacra Famiglia trova una casetta che è stata abbandonata da sei anni, o abitata da poveri, e occorrerà più tempo per renderla pulita ed un po' comoda, e denaro che manca. Il lavoro non si trova subito, perchè la borgata è piccola e povera, e coloro che si servono del falegname discutono sul magro salario e Giuseppe il povero operaio non esegue che piccole accomodature pagate assai poveramente. La casa ha due piccole stanze: per letti poche stuoie; per mobili qualche sgabello, una tavola, un cofano fabbricati da san Giuseppe. Anche i pochi strumenti da lavoro non sono i migliori. Gesù è un'umile apprendista che s'incallisce a forza di fatiche; le sue spalle prima di portare la croce hanno portato vomeri da aratro; le sue mani hanno battuto molti chiodi prima di esserne trafitte esse stesse. Quanto è degno di osservazione e di considerazione il fatto che Gesù ha scelto proprio questo mestiere! Per tutta la vita ha portato pezzi di legno, ha battuto chiodi, ha maneggiato martelli! Nulla si prestava meglio di tutto questo alla meditazione quotidiana della Passione. Egli si offriva tutti i giorni per noi, e per noi moltiplicava ogni giorno i suoi atti di sacrificio e di amore. Anche il nutrimento nella santa Casa di Nazareth era quello dei poveri: Il santo Vangelo ci fa pensare Gesù abituato a mangiare pane d'orzo e pesci secchi, poichè durante la sua vita pubblica non sono ricordate altre provvigioni. La sua povertà è una delle cause del disprezzo con cui lo colmano i Farisei, gli scribi, ed i pubblicani... Non è un falegname, dicono, ed il figlio della povera Maria?

 

3° PUNTO: Il senso della povertà. — Perchè la Sacra Famiglia ha voluto scegliere questa povertà? Per due grandi motivi. 1. La povertà, è un rimedio preventivo contro le tentazioni della ricchezza; 2. è una riparazione contro gli abusi della ricchezza. La povertà, s'imponeva alla Sacra Famiglia come riparazione. La ricchezza ha fatto commettere tante colpe d'orgoglio, d'avarizia, di sensualità, e Gesù ha voluto praticare la povertà per ristabilire la giustizia. Poichè gli uomini avevano amato la ricchezza fino a disprezzare le leggi di Dio per poterla acquistare, Gesù doveva sprezzare questa ricchezza per rialzare la gloria del suo Padre. Egli ha amato ardentemente la povertà e l'umiltà per riparare tutte le insolenze dell'orgoglio, ed ha amato la mortificazione per riparare tutti gli eccessi della sensualità. Ma Gesù voleva anche proporre la povertà alle anime generose come una salvaguardia della virtù. Alle anime che vogliono praticare la vita cristiana comune Gesù si accontenta di dare qualche avvertimento contro gli abusi della ricchezza; raccomanda la giustizia, la carità, la temperanza: alle anime più generose consiglia la povertà, sia nella vita privata, sia nella vita claustrale. Ne dà quindi lui stesso l'esempio insieme al consiglio. Il suo esempio ci dice: Amate la povertà, e non sarete tentati di vivere nell'ozio, nè di accordarvi tutti i piaceri lussuosi che eccitano la concupiscenza ed ammolliscono i cuori. 

 

Risoluzione. — L'esempio del Nazareno mi porta al distacco così caro al Cuor di Gesù: in spirito di riparazione accetterò volentieri le privazioni che la Provvidenza m'imporrà; e poi in quale misura mi imporrò la povertà, volontaria secondo le esigenze della mia vocazione? Oggi stesso voglio faro qualche sacrificio. Quale? 

 

 

FIORETTO: — Qualunque colpa tu commetta confida nel perdono di Dio: basta un pentimento sincero.

 

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CAPPELLINA

 

 

 

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