UN ANNO CON IL SACRO CUORE

 

21° Maggio

 

I DONI DELLO SPIRITO SANTO - IL TIMORE DI DIO

 

Le parole dei saggi sono come pungoli e come chiodi che penetrano profondamente, e ci sono state date mediante la schiera dei maestri dall'unico pastore. Figlio mio, non cercare nulla di più: perchè i libri si moltiplicano senza fine, e la meditazione continua è travaglio del corpo. Ascoltiamo tutti ugualmente la fine di ogni discorso: temi Iddio e osserva i suoi comandamenti, perchè questo è tutto l'uomo (Eccl., XII, 11). 

 

1° Preludio. Questo consiglio riassume tutto! Temi Dio ed osserva la sua legge. 

 

2° Preludio. Signore Gesù, voi avete voluto che il vostro Cuore fosse riempito del timor figliale, comunicatelo al mio cuore. 

 

1° PUNTO: Il timor di Dio e i suoi effetti. — Il dono del timor di Dio è una disposizione abituale che lo Spirito Santo mette nell'anima per tenerla con rispetto davanti alla Maestà di Dio e nella dipendenza e sottomissione ai suoi voleri, allontanandola da tutto ciò che può spiacere a Dio. Questo dono è il fondamento e la base di tutti gli altri, perchè il primo passo nella via di Dio è la fuga del male, la quale appartiene a questo dono. Il timore mette sul cammino della scienza, ma la scienza alla sua volta perfeziona il timore rendendolo figliale e amoroso. Nostro Signore non aveva bisogno del timore, poichè non aveva nulla da temere, nè il peccato, nè il giudizio, ma ha voluto esserne ripieno per riversarlo nei nostri cuori. Gli effetti di questo dono sono d'ispirare all'anima, prima una continua attenzione, un tremore o un profondo annientamento davanti a Dio; secondariamente un orrore estremo per le minime offese a Dio ed una costante risoluzione di evitarne tutte le occasioni; in terzo luogo un'umile confusione di ogni colpa, in cui si cade; finalmente una diligente vigilanza a frenare le inclinazioni sregolate dell'appetito, e procurare frequenti ritorni su se stessi per riconoscere lo stato dell'interno e vedere come si procede relativamente al servizio di Dio. 

 

2° PUNTO: La delicatezza di coscienza. E' un'illusione pensare, come fanno molti, che dopo aver fatta una confessione generale, non è necessario di essere così scrupolosi nell'evitare in seguito i peccati più leggeri, le minime imperfezioni, le più piccole sregolatezze del cuore, i moti primi. Quelli che agiscono così verso se stessi per una segreta diffidenza circa una più grande perfezione, ispirano ordinariamente agli altri gli stessi sentimenti, e tengono la stessa condotta larga con le anime che essi dirigono: e in questo s'ingannano moltissimo. Bisogna avere una tal delicatezza di coscienza, una così grande esattezza, da non perdonarsi la minima mancanza, e combattere e rintracciare fino le minime sregolatezze del cuore. Dio merita che lo si serva con questa perfetta fedeltà, e ci presenta la sua grazia a questo scopo: noi vi dobbiamo cooperare. Non arriveremo mai ad una perfetta purità di cuore, se non veglieremo talmente su tutti i movimenti del cuore e sopra tutti i pensieri, affinchè non ci sfugga nulla di cui non possiamo rendere conto a Dio, e che non tenda alla sua gloria; e che nella spazio di otto giorni, per esempio, noi non facciamo che pochissime azioni esteriori o atti interni che non abbiano la grazia per principio. Che se poi ci accadesse di farne qualcun'altra, non sia che per sorpresa e per qualche breve momento, dovremo tenere la volontà così strettamente legata a Dio che le reprima sull'istante stesso in cui le scorge. Appena ci accorgiamo di aver commesso una mancanza, dobbiamo immediatamente pentircene e produrre un atto di contrizione, per paura che questo peccato non impedisca le grazie seguenti, ciò che accadrebbe, se non ne facessimo penitenza. Tuttavia non si deve spingere lo spirito di timore fino allo scrupolo. Il timore deve essere figliale e confidente. 

 

3° PUNTO: il vizio opposto. — È uno spirito d'orgoglio e d'indipendenza, per il quale non si vogliono seguire che le proprie inclinazioni, non si può sopportare nessuna dipendenza, si pecca senza scrupolo, si sprezzano le piccole colpe, e si comparisce davanti a Dio con poco rispetto, se ne sprezzano le ispirazioni, si trascurano le occasioni che si presentano di praticare la virtù, e si vive nella rilassatezza e nella tiepidezza. Si dice che un pensiero inutile, che una parola detta alla sfuggita, che un'azione fatta senza dirigere la sua intenzione è cosa da poco. Sarebbe vero se noi fossimo in uno stato puramente naturale; ma non siamo elevati ad uno stato soprannaturale, che ci è stato guadagnato dal sangue prezioso di un Dio, ed ogni azione della nostra vita non ha conseguenze eterne nel conseguimento o nella privazione di un grado di gloria? Ogni giorno noi facciamo, per negligenza, perdite considerevoli! ll cammino della tiepidezza è infinitamente pericoloso. Dio soffre per un certo tempo i peccati che si commettono senza scrupolo; ma se ci si persevera, avviene per un giusto castigo della giustizia divina, che o si cade in un peccato mortale, o ci si trova avviluppati in qualche disgustoso affare che Dio permette per correggerci. I giudizi di Dio sono severi. Avendoci chiamati ad un'alta perfezione ed avendoci atteso invano, ci toglie le grazie che ci aveva date, e ci priva di quelle che ci aveva preparate. 

 

Risoluzione. — Signore, penetrate il mio cuore ed i miei sensi del vostro santo timore. Divin Cuore di Gesù, voi soprabbondate di questo timore che non vi era necessario; versatelo abbondantemente nel mio cuore. Perdonatemi tutte le passate mancanze verso questo timore salutare. Guaritemi della temerità e della tiepidezza. 

 

FIORETTO: - Sii dolce con tutti, specialmente con chi ti contraddice. Un Pater ed Ave.

 

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