UN ANNO CON IL SACRO CUORE

 

12° Settembre

 

FRUTTI DELL'EUCARISTIA: L'UNIONE 

 

Chi mangia la mia carne, e beve il mio sangue ha la vita eterna: e io lo risusciterò nell'ultimo giorno. Perchè la mia, carne è veramente cibo, e il sangue mio veramente bevanda. Chi mangia la mia carne, e beve il mio sangue, sta in me ed io in lui (S. Giov., VI, 55). 

 

1° Preludio. Il battesimo ci ha dato l'unione con nostro Signore, l'Eucaristia accresce e sviluppa quest'unione. 

2° Preludio. Signore, fate che io non mi nutra invano del Pane Eucaristico. 

 

1° PUNTO: Mediante la santa comunione Gesù c'incorpora, in lui. — Con la santa comunione Gesù vuol incorporarci in lui e abbeverarci del suo sangue divino, affinchè essendo tutti inebriati di lui noi non facciamo con lui che un sol cuore ed un'anima sola. San Bonaventura dice: «Bere il vostro sangue che è la sede della vostra anima, che cos'è, o mio Signore, se non unire e legare inseparabilmente la nostra anima alla vostra?» (Stim. am. p. II, c. 2). San Cirillo d'Alessandria ha sopra questo mistero parole bellissime: «Come i rami attingono la vita dal ceppo, così noi prendiamo da Gesù la vita soprannaturale, secondo la parola dell'apostolo: Nel Cristo non formiamo che un sol corpo; come tutti partecipiamo a un solo e medesimo Pane di vita» (I Cor. X, 16). «Perchè questo pane misterioso è deposto così in noi? non è per far abitare in noi Gesù Cristo, anche corporalmente, con la partecipazione e l'unione alla santa carne?» San Cirillo aggiunge ancora: «Di fronte alle tendenze corrotte noi non abbiamo altro mezzo per conservare la vita che incorporarci alla carne di colui che è la vita, Gesù Cristo, il Figlio unigenito del Padre. Il Cristo è nello stesso tempo spiritualmente e corporalmente la vite, di cui noi siamo i tralci; noi aderiamo a lui con un'unione non solamente spirituale, ma corporale» (In Joan. lib. X). 

 

2° PUNTO: Dopo la comunione Gesù resta in noi per trasformarci in lui. — È vero che la presenza sacramentale di Gesù in noi cessa con la dissoluzione delle sacre specie; ma il Salvatore resta in noi con l'azione, con l'influenza vitale, secondo la sua parola così formale: «Chi mangia la mia carne, e beve il mio sangue resta in me, ed io in lui». Egli resta in noi per trasformarci in lui. Bisogna non confondere la vita e il nutrimento. La vita è uno stato, il nutrimento è qualche cosa di passeggero; il pane che noi mangiamo si trasforma nella sostanza del corpo; gli porta una nuova dose di vita e di forza. Così nella comunione: Gesù il Pane celeste, il Pane vivificante cessa tosto d'essere presente con una presenza terrestre ed esteriore; ma resta in noi, e noi resteremo in lui in una maniera tutta celeste e realissima; quella che si chiama precisamente la presenza spirituale di Gesù nei fedeli. Questa presenza rimane tanto quanto per la fede e nell'unione dello Spirito Santo noi restiamo nel Cristo. Vi è questa differenza fra il nutrimento corporale e il nutrimento spirituale; nella prima è il pane che si trasforma in noi, mentre nella seconda siamo noi che abbiamo la fortuna d'essere trasformati in Gesù tanto quanto lo permettono le disposizioni e la nostra debolezza. «Come il lievito mescolato alla pasta la solleva, la trasforma, dice san Cirillo d'Alessandria, così Gesù, sotto il velo della piccola ostia, attira in lui l'uomo intero per colmarlo della grazia, e in questo modo il Cristo rimane in noi e noi in lui» (Lib. IV). 

 

3° PUNTO: Rinnovazione. — Santa Geltrude rinnovava con queste parole il ricordo delle grazie della prima comunione: «O Gesù, pieno d'amore, dolcissimo ospite dell'anima mia, che la vostra unione con me, unione così piena di bellezze, sia oggi la remissione di tutti i peccati, la riparazione di tutte le negligenze e il ritorno alla vita che avevo perduta. Che essa sia la mia salvezza eterna, la guarigione dell'anima e del corpo, lo sviluppo, dell'amore, il rinnovamento nella virtù e lo stabilimento nella mia vita in voi per sempre. Che la vostra visita operi in me la libertà di spirito, la nobiltà delle opere; sia per me il trofeo dell'umiltà, l'appoggio della confidenza, la consolazione della tristezza, il soccorso alla perseveranza; sia per me l'armatura della fede, la fermezza della speranza, la perfezione della carità, l'adempimento dei comandamenti, il rinnovamento dello spirito, la santificazione di me stessa nella verità e la consumazione della vita in una religione perfetta...». Mi ricorderò le circostanze di questo gran giorno: il ritiro, le emozioni dell'unione con Gesù, le ardenti preghiere, le promesse, la mia consacrazione a Maria. 

 

Risoluzioni. — O Gesù, vivente in Maria, venite e vivete nel vostro servo, con lo spirito della santità, con la pienezza dell'azione, con la perfezione delle vostre vie, con la realtà delle virtù e la comunione ai vostri misteri; dominate ogni influenza contraria con il vostro Spirito Santo, per la gloria del divin Padre e per il regno del vostro Sacro Cuore. Amen. 

 

FIORETTO: — Ripeti sovente: Gesù, Maria (33 giorni d'indulgenza ogni volta): offri il tuo cuore in dono a Maria.

 

 

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CAPPELLINA

 

 

 

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