UN ANNO CON IL SACRO CUORE

 

20° Ottobre

 

ANCORA LA VITTIMA - L'IMMOLAZIONE 

 

Siate dunque imitatori di Dio, come figli benamati: e camminate nell'amore, conforme a Cristo che ha amato noi e ha dato per noi se stesso a Dio oblazione e ostia di soave odore (agli Efesi, V, 1). 

 

1° Preludio. Dietro l'esempio di Gesù, dice S. Paolo, camminate nell'amore e nell'immolazione. E' questa la vita di santa Margherita. 

 

2° Preludio. Santa discepola del Sacro Cuore, trascinatemi sul vostro esempio nella via dell'amore e dell'immolazione. 

 

1° PUNTO: La corona di spine. — Un giorno Margherita Maria andava alla sacra Mensa: nostro Signore le apparve in mezzo all'ostia risplendente come un sole, di cui non poteva sostenere lo splendore. Gesù teneva fra le mani una corona di spine, ed appena Margherita si fu comunicata, le pose sul capo quella corona dicendo: «Ricevi, figlia mia, questa corona in segno di quella che ti verrà presto data». Ed infatti ricevette ben presto, in una caduta, tre ferite gravi alla testa, o d'allora le sembrò infatti che la sua testa fosse coronata di spine per i violenti dolori che che vi sentiva, e che non le cessarono per tutta la vita. Essa si stimava più obbligata verso Gesù per questa corona che se avesse ricevuto da lui i più bei diademi del mondo. Da qui in poi stimò dello stesso valore la piaga invisibile del costato che ella aveva ricevuto fin dalle prime rivelazioni, e che le facevano dire: «Questa piaga, il cui dolore mi è così prezioso, mi cagiona sofferenze così vive, che mi consumano, e mi fanno ardere viva». Io devo almeno portare la corona di spine del raccoglimento, della modestia degli occhi, della mortificazione della immaginazione e dei pensieri. 

 

2° PUNTO: Nuove croci. — In una visita particolare nostro Signore le promise ancora, per il resto della vita, nuove croci e sofferenze ancor più grandi di quelle che aveva sopportate fin allora. «Il Sovrano dell'anima mia che si compiace di far risplendere i tesori delle misericordie sopra i soggetti più deboli e più indegni, mi onorò di una sua visita, nella quale mi disse che era venuto ad insegnarmi quanto avrei da soffrire nel resto della vita per l'esecuzione dei suoi disegni. Mi scoperse tutto ciò che mi doveva capitare d'umiliante e di penoso fino alla morte: e quello che più di tutto mi consola si è che egli mi scoperse queste cose con impressioni così forti, che queste sofferenze s'impressero in me così sensibilmente come se le avessi già effettivamente sofferte». Non possiamo ripetere qui tutte le croci diverse che ne torturarono il cuore, e la ridussero perfino alla morte facendole dire : «In queste pene io soccomberei mille volte, se la sua bontà, non mi sostenesse straordinariamente. — Mi par di soffrire in una maniera così strana che se la sua misericordia infinita non mi fortificasse, mentre la sua giustizia mi fa sentire il peso del suo rigore, mi sarebbe impossibile di sostenerlo un momento. Era questo per Margherita Maria una provvidenza speciale: nostro Signore la conduceva per le vie della sofferenza e le dava le forze necessarie. A noi poi non chiede altro che di ben utilizzare le croci quotidiane della vita cristiana e religiosa: la regolarità, l'obbedienza, il raccoglimento, la modestia, le mortificazioni d'uso. Siamo vittime d'amore e di riparazione offrendo fedelmente, secondo questo spirito, i lavori, gli sforzi e le croci quotidiane. 

 

3° PUNTO: La sete dell'immolazione. — Nostro Signore era generoso verso la fedele discepola, avida di sofferenze per gl'interessi del cuor del buon Maestro; tuttavia essa ne era sempre affamata, e non si vedeva mai umiliata abbastanza, abbastanza colpita; la sete delle umiliazioni la tormentava incessantemente; più essa soffriva, e più si sentiva trasportata d'amore per le sofferenze. Diceva: «L'ardente sete che ho è un tormento che non posso esprimere... Che felicità poter sempre soffrire in silenzio e morire sulla croce, oppressa da ogni specie di miserie nel corpo e nello spirito... In questo mondo niente riesce a soddisfarmi, fuorchè la croce del divin Maestro, ma una croce pesante, ignominiosa, senza dolcezze, senza consolazioni, senza sollievo.– Vi scongiuro, domandate a nostro Signore la grazia di morire sulla croce povera, sconosciuta, disprezzata, dimenticata da tutte le creature, oppressa da ogni specie di sofferenze... Io non mi auguro più di vivere che per la felicità di soffrire». E la vediamo cantare quest'ardente sete di sacrificio: «Soffrire ed amare: ecco la delizia mia. «Non voglio altro piacere, «il resto non è che un supplizio «e l'unico desiderio mio «è: Amare e soffrire». Nostro Signore non ci domanderà certo le disposizioni eroiche di S. Margherita Maria, ma ci domanda però lo spirito abituale di riparazione con la pazienza nelle prove e qualche sacrificio volontario offerto per suo amore. 

 

Risoluzioni. — Sì, Signore, voglio offrirvi tutto questo ogni giorno: la fedeltà alla regola, la pazienza, qualche mortificazione volontaria e la lotta coraggiosa contro il difetto predominante. 

 

FIORETTO: — Sfrutta i talenti che hai per il tuo benessere materiale e specialmente spirituale. Recita un Gloria Patri.

 

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CAPPELLINA

 

 

 

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