UN ANNO CON IL SACRO CUORE

 

26° Dicembre

 

LE FASCE E LA MANGIATOIA 

 

Ed eccovi il segnale: troverete un bambino avvolto in fasce, giacente in una mangiatoia (S. Luca, II, 12). 

 

1° Preludio. Consideriamo oggi qualche circostanza della nascita del Salvatore. Egli è avvolto in fasce che sono come legami e catene, ed è deposto in una stretta mangiatoia come in una prigione. Uniamo a questi ricordi quello di santo Stefano, protomartire, di cui la Chiesa oggi onora la festa. 

 

2° Preludio. Divin Bambino, datemi la grazia di comprendere e d'imitare la vostra umiltà e le vostre riparazioni. 

 

1° PUNTO: Nostro Signore si è fatto prigioniero per nostro amore. — Il fedele: Divin Bambino, parlate voi stesso oggi, ho sete d'udirvi. — Il Salvatore: Guarda, io ho voluto essere fasciato, io che sono la forza stessa e il sostegno dei deboli. Ho lasciato avviluppare le mie piccole membra, le ho lasciate stringere, trattenere, dominare, imprigionare nelle fasce come quelle d'un bambinello privo di ragione, io che sono l'autore della libertà, che libera i prigionieri quando ricorrono alla mia potenza. Sono venuto sulla terra per rompere i vostri legami, per infrangere le vostre catene e liberarvi dalla crudele tirannia del peccato, della morte e dell'inferno. — Il mio braccio onnipotente arresta i furori del mare, e gli prescrive i limiti che non deve passare; abbatte e disarma i tiranni, rompe gli scettri, e rovescia i monarchi che osano resistergli; distrugge in un momento gli eserciti più formidabili; ha sempre trionfato dei nemici, e per lui solo gli eroi trionfano. Ed ecco che le mie braccia di bambino sono legate nelle fasce. Io sono un prigioniero volontario e come un prigioniero d'amore. Siate anche voi prigionieri volontari sotto il giogo e nei legami dei precetti e delle regole, per amor mio, e questo sarà la vostra forza in questo modo che voi trionferete sul demonio e che salverete le anime. — Il fedele: Grazie, Signore, ho compreso e voglio seguirvi nello spirito di sacrificio e di riparazione. 

 

2° PUNTO: Gesù abbraccia l'umiliazione per nostro amore. — Il fedele: Parlate ancora, Signore, l'amore vi ha reso muto, il mio amore vuol darvi la parola. — Il Salvatore: Osservate l'umiltà del mio cuore di bambino e la grandezza del mio amor per voi: io mi lascio avvolgere da povere fasce, mi lascio ridurre ad una prigionia che è così umiliante per un Dio! lascio legare e nascondere queste braccia che malgrado la loro debole apparenza potrebbero in un momento rovesciare il cielo e la terra; queste mani che saranno lo strumento di tanti prodigi, che apriranno gli occhi ai ciechi, e guariranno gli ammalati; questi piedi che faranno tanti passi e tanti viaggi di carità per andare a cercare i peccatori, per condurli nelle vie della salute e farli camminare in quelle della giustizia - Io voglio cominciare la vita mortale con la prigionia, perchè voglio poi ancora finirla con la prigionia. Nei primi giorni della vita voi non vedete che fasce, è vero, ma ci voleva di più per far prigioniero un bambino appena nato? Negli ultimi giorni invece, voi vedrete corde Crudeli. Piccole fasce stringono ora il mio corpicino; ma corde mi strazieranno poi le mani e le braccia nel giardino degli Ulivi per trascinarmi ai tribunali e nelle prigioni; e l'una e l'altra prigionia saranno l'opera del mio amore e dei vostri peccati, secondo il mio lamento per mezzo del profeta che diceva: «I legami dei peccatori mi hanno crudelmente stretto» (Salmo CXVIII). E' a questo prezzo che io opero la vostra redenzione e che spezzo le catene dei vostri peccati. 

 

3° PUNTO: Le sofferenze di Gesù Bambino confondono la nostra debolezza. — Il fedele: Parlate ancora, divin Bambino, il vostro servo vi ascolta. - Il Salvatore: Guarda a quali rigori io mi espongo per vostro amore fin dal primo momento della mia vita. Appena uscito dal seno verginale di Maria vengo coricato su poco fieno in una povera stalla abbandonata ed aperta, nella stagione più rigida e nel cuore della notte. Come dovrebbero umiliare e confondere la vostra delicatezza tutte queste circostanze, e come dovrebbero aprirvi gli occhi per farvi comprendere che voi non potete guadagnare il Cielo nè portare degnamente il nome di cristiano, nè provarmi l'amore senza imitarmi nelle sofferenze. — Qual è il bambino, sia pure il più povero della terra, che sia stato esposto a una così dura necessità? Gli altri bambini, quantunque coricati delicatamente, mandano tutti qualche grido dopo la loro nascita, perchè per quanto siano trattati con precauzione soffrono sempre. E che possiamo immaginare di più delicato della carne d'un bambino appena nato? Eppure fin da quel momento io ebbi a soffrire assai per le dure circostanze in cui mi trovavo: volendo essere fin dal principio un uomo di dolori, come aveva notato il profeta Isaia. E questa vista dolorosa quanto dovrebbe intenerirvi, e quanto dovrebbe riformare la viltà e delicatezza vostra! Imparate davanti al presepio a soffrire ed a mortificarvi per mio amore. Ancor oggi io trovo l'equivalente delle fasce e della mangiatoia nei cuori freddi e duri che mi ricevono senza amore; cuori che non mancano anche fra gli eletti. Perciò io domando riparazione e desidero da voi un servizio, delicatissimo e sopratutto amantissimo ed assai fedele. 

 

Risoluzioni. - Oggi contemplo due prigionieri: il bambino Gesù nelle fasce, ed il Primo martire santo Stefano nella prigione del Sinedrio (Atti VI, 12). Comprendo, o divin Bambino, che io vi devo riconoscenza, amore, riparazione, imitazione: riconoscenza per le sofferenze salutari, amore per il cuore di bambino così devoto e così generoso, riparazione per la durezza di tante anime che vi ricevono senza amore. Con il vostro santo martire Stefano, voglio imitare la pazienza, la dolcezza e la vostra generosità. 

 

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CAPPELLINA

 

 

 

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