UN ANNO CON SAN GIUSEPPE

 

14° Luglio

 

PURITÀ DI S. GIUSEPPE.

 

S. Agostino prova che l'anima di Maria SS. fu la più pura di tutte, perchè la più unita ed intima con Gesù Cristo fonte d'ogni purezza, come Madre di lui che lo concepì, e nutri del suo latte verginale. Or dopo Maria nessuno ebbe uffizio che l' avvicinasse più a Gesù, con lui vivesse più famigliarmente quanto Giuseppe. Egli fu chiamato padre di lui: e dopo la miracolosa concezione del Redentore nel castissimo seno della Vergine, Giuseppe mai non l'abbandono. È dunque da credere che dopo Maria nessun altro lo superasse in purità. Il Verbo incarnato che abitò insieme con lui per ben trent'anni, che riposò così spesso sul suo cuore, dovette in modo ammirabile accrescere il candore di sua verginità, al fine di renderlo sempre più bello e più simile al purissimo suo cuore. Quindi Giuseppe posto fra il Verbo incarnato e la sua divina madre, non cessò mai di ritrarne infinite ricchezze, e parteciparne un tesoro prezioso da rifondere poi nel seno della S. Chiesa. Perciò egli deve riguardarsi dopo la Vergine come la sorgente più ricca di purità: il mediatore più potente presso Dio per ottenerla a noi: il più valente difensore e l'amico più fedele delle anime caste. Come sposo di Maria, padre adottivo del Salvatore, custode delle cose di Dio, egli può ottenerne la grazia non solo per i meriti suoi, ma anche per quelli della Regina del Cielo, e del divino suo Figlio. Se voi dunque, giovane amato, in mezzo alla corruzione di un secolo così perverso, con sotto gli occhi esempi detestabili d'ogni lordura, con passioni nell'interno vivissime che vi trascinerebbero nel lezzo più turpe d'un vizio detestato e punito orribilmente da Dio, se voi amate di vivere casto ricorrete allo sposo purissimo di Maria e ve l'otterrà.

 

A voi io vengo, o giglio di purità, amabilissimo mio Avvocato. Io so per l'oracolo di Dio, che nessuno può conservarsi casto senza uno speciale favore e aiuto del cielo: ma so pure che non si ricusa un dono tanto prezioso a chi lo domanda con insistenza. O mio S. Giuseppe che foste simile agli Angeli nella purità, impetratemi forza per resistere ai miei formidabili nemici interni ed esterni, per serbarmi puro di corpo e di spirito: per potere un giorno partecipare alla beatitudine di coloro dei quali è scritto -Beati quei che hanno il cuor puro perchè essi vedranno Iddio-.

 

FIORETTO. Fuggite ogni occasione anche lieve di macchiare la santa purità. 

 

S. Giuseppe preservò i suoi fedeli servi dal Colera.
L'anno 1855 dal mese di aprile fino al mese di ottobre, il terribile flagello del Colera fece grandissima strage a Fano; ma per speciale grazia di S.Giuseppe nessuno del collegio, nè allievi, nè servitori, nè padri furono toccati dal crudele morbo. Questi tutti riconoscenti verso il Santo per questo segnalato beneficio vollero innalzargli una bella statua che fosse pubblico e perpetuo testimonio della loro riconoscenza e della bontà del Santo. L'anno seguente un convittore fu preso da una pericolosissima malattia d'intestini. Dopo aver inutilmente adoprati tutti i rimedi immaginabili, i medici dichiararono esser impossibile che si salvasse; anzi fu da essi consigliato di disporlo subito alla morte. Il suo confessore vedendo che non vi era più nessuna umana speranza di riaverlo gli pose in cuore il pensiero di raccomandarsi con fiducia a S. Giuseppe, comunicandosi il dì del suo patrocinio e facendo in quel giorno celebrare sette messe in onore dei sette dolori sostenuti dal S. Patriarca. Gli suggerì pure di farsi portare in camera la sua statua, ed ardere davanti a quella due ceri, e tutto questo nella detta festività. Il casto Sposo di Maria fu grato di tante prove di amore e di confidenza. In quel giorno il male diminuì molto, ed in brevissimo tempo l'infermo fu totalmente guarito da un male ereditario nella sua famiglia nella quale aveva già fatte alcune vittime. 

 

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CAPPELLINA

 

 

 

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