UN ANNO CON SAN GIUSEPPE

 

22° Settembre

 

ULTIMI ANNI IN EGITTO.

 

Atto della presenza di Dio ecc. come il primo giorno.

 

Rappresentati la povera abitazione in Egitto.

 

Virtù: Opere sante.

 

Ci è impossibile comprendere con che fervore, premura e delicatezza il buon San Giuseppe si occupasse nel servire Gesù bambino e Maria in Egitto. Prevenire tutti i loro bisogni, e quanto era in mano sua, guadagnare con il suo lavoro tanto che non mancasse niente d'essenziale alla Madre ed al Figlio, era tutto il suo impegno. La Venerabile Margherita dice che il Bambino non chiedeva mai niente ai suoi Parenti, perchè lo Spirito Santo li ispirava, e, tutt'amore quali erano, accorrevano subito per provvedere ai suoi bisogni. In tal modo (quanto l'Eterno Padre lo permetteva), non mancava niente d'essenziale a Gesù, e le privazioni della povertà egli le soffriva con tutto il cuore, per amor nostro. Alle volte pativa, specialmente nei viaggi, perchè era un vero bambino come gli altri, in quanto alla sensibilità naturale, e quando era in fasce piangeva anche, ciò che cagionava una pena al cuore dei due Santi Sposi, che non si può descrivere, sebbene la loro rassegnazione fosse inalterabile. Di mano in mano che Gesù cresceva, cercava il Santo Patriarca d'imitarne le perfezioni. Giuseppe era il Capo, ma era allo stesso tempo il più umile servitore della Sacra Famiglia, pronto sempre ad ogni sacrificio per loro; un vero modello per un Superiore Religioso. Il Bambino incominciò ben presto ad aiutare il padre nei lavori del suo mestiere. Spazzava le schegge, gli portava gli strumenti, e lo aiutava con tutti i piccoli servizi proporzionati alla sua età. Quante volte a quella vista si riempivano di lacrime gli occhi al buon San Giuseppe, adorando pieno di tenerezza, sotto le sembianze del più caro dei fanciulli, il suo Creatore, e quel Messia sospirato da tutti i secoli! I sentimenti del cuore di San Giuseppe alla vista del Bambinello Gesú ci saranno svelati chiaramente appena in Cielo. Certamente che fra quelle tre anime benedette furono trattati degli alti e ben nascosti misteri. Dice la Venerabile M. d'Agreda: «Alle volte Gesù si prostrava come estatico dinanzi al Divin Padre, altre si sollevava da terra con le braccia in croce, pregando per la salvezza degli uomini. I suoi benedetti Parenti, anche continuando i loro manuali lavori, si univano sempre d'intenzione a Gesù nelle loro preghiere. Sebbene il Bambino si portasse sempre verso di loro con la maggiore docilità e umiltà, pure s'imprimeva sul suo sembiante sempre più una così dignitosa serietà, e alle volte compariva sul suo volto una tale maestà sovrumana, che traspariva chiaro in quel corpo risiedere la Divinità. Questo faceva sì, che se Gesù non avesse moderata tale gravità con amorevolezza, San Giuseppe appena avrebbe osato accostarlo. Alle volte il caro Santo ne era così penetrato, che si gettava in ginocchio, e struggendosi d'amore, gli baciava umilmente i piedini. Quando poi Gesù cantava le lodi di Dio, Giuseppe si sentiva esilarato di giubilo sovrumano, e tanto lui che la Madonna ne rimanevano come estatici e trasfigurati. La gente, sebbene non intendesse il Mistero nascosto, si rallegrava spesso con San Giuseppe che avesse un così soave e prezioso figlio». Varie delle feste che la Chiesa osserva anche ora, le trovo notate nelle rivelazioni della Venerabile Agreda, e anche in quella della Emmerich, per esempio, come Giuseppe e Maria celebravano gli anniversarii dei differenti Misteri. Già nella grotta di Betlemme vide la Emmerich il 23 Gennaio il Santo Patriarca occupato a festeggiare con la sua Sposa con piccolo banchetto, accompagnato da cantici, lumi e ornamenti di fiori, il primo anniversario del loro Sposalizio. Così leggo in Agreda, fecero il giorno anniversario dell'Annunciazione, il 23 Marzo; poscia il giorno di Natale, della Circoncisione ecc., e continuarono queste sante pratiche ogni anno. Premettevano pure una devota novena a queste feste, per celebrarle più degnamente. Del resto Giuseppe e Maria lavoravano buona parte del giorno, ma unendo sempre al lavoro la preghiera, e senza mai trascurare i servizi e le cure più amorose del Bambinello Gesù. Sebbene la Venerabile Margherita dica che Gesù non aveva alcuna familiarità con il popolo Egiziano, pure non trovo niente di contrario in quello che scrive l'Agreda, che venissero da Giuseppe e Maria dei Giudei, che vivevano da lungo tempo in Egitto, il cui spirito religioso si era già assai raffreddato. Essa dice che le tre Sacre Persone li istruivano nel conoscimento di Dio, e loro dimostravano la via della virtù e della vita eterna, e che le loro parole s'imprimevano profondamente nei cuori di quella gente. Ora rifletti che odore di santità spande un costante santo operare, e quanti beni produce; e cerchiamo anche, che ogni tasto che l'Eterno Padre voglia toccare nelle fibre del nostro cuore, mediante qualsiasi avvenimento, trovi sempre una soave armonia di accordi con la sua SS. volontà, dolce pieghevolezza ed opere sante. Allora anche le croci non saranno più così aspre, e c'intrecceremo di mano in mano una corona immarcescibile per il Paradiso.

 

MASSIMA. - Si vive solo una volta, poco tempo, e però con questo dobbiamo meritarci una beatitudine eterna. Perchè dunque non seguir Gesù con animo grande?

 

GIACULATORIA. - San Giuseppe, fatevi mio maestro, e insegnatemi un santo metodo di vita.

 

ORAZIONE. - Benedetto San Giuseppe! guardate come si osservano male i giorni festivi al giorno d'oggi!... oh ispirate alla povera gente un po' più di fede che le faccia intendere, che con il lavorare la festa, e non più osservare i giorni del Signore, non arricchiranno giammai. Mi unisco a Voi, o santo Patriarca, onde fare onorevole ammenda a Sua Divina Maestà per la profanazione dei giorni di festa. Intercedete per mezzo della vostra sposa la Regina del Sacro Cuore, che gli uomini ascoltino una volta la voce dei predicatori, e ritornino ad onorare il Signore nelle sue Chiese. Ma perchè essa ha detto sulla montagna della Salette che non ha quasi più forza da trattenere il suo braccio divino irritato per i nostri peccati, deh Voi soffiate, o caro Santo, come si fa sul fuoco, nel cuore di tutti i vostri devoti un santo zelo, ed una risoluzione efficace di sacrificarsi per placare Iddio; e in quanto a me mi offro vittima a questo fine.

 

FIORETTO. - Esaminare avanti a Dio qual è il sacrificio ch'Egli gradirebbe da te, ed offrirglielo generosamente per il ritorno dell'Italia alla osservanza pratica della religione.

 

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CAPPELLINA

 

 

 

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