UN ANNO CON SAN GIUSEPPE

 

2° Ottobre

 

S. Giuseppe padre adottivo di nostro Signore

 

S. Giuseppe, di cui degnò esser chiamato e creduto figlio, il Figlio di Dio, pregate per noi.

 

S. Giuseppe, è vero, non è il padre naturale di nostro Signore, tuttavia il suo ufficio verso Gesù gli valse tutti gli onori e tutti i diritti della paternità.

 

I. Dalla parte di Dio. Era disegno della Provvidenza nascondere al mondo e al demonio nei primi tempi della venuta del Salvatore il mistero del verginale nascimento; Dio volle fin d'allora che s. Giuseppe passasse per il Padre di Nostro Signore, gli diede verissimamente tutto ciò che poteva dargli per assicurare tale disegno, l'onore, il diritto della paternità, l'affetto e il cuore di padre verso nostro Signore, e come i doni di Dio non ammettono mai pentimento, ne consegue che durante l'eternità tutta intera, s. Giuseppe avrà verso nostro Signore l'onore, il diritto, l'affetto di padre. Dolce e caro pensiero per i cuori devoti a questo gran servo di Dio; fondamento solido e incrollabile della tenera e ardente devozione che ispira il culto di s. Giuseppe, dopo che quei pensieri furono chiaramente e nettamente stabiliti; dopo che il Cielo si è degnato confermarli con un singolare sviluppo di potenza, di estensione, e di lustro dato al culto di s. Giuseppe. Ci piaccia riposare su questi tre pensieri: Dio ha dato e dà tutto a s. Giuseppe; 1. l'onore della paternità verso nostro Signore; 2. i diritti di questa paternità; 3. un affetto tutto paterno verso il nostro buono ed adorabile Salvatore. Quali doni! e quali ricchezze racchiudono! e quali poteri suppongono! e quali tesori di bontà e di tenerezza hanno messo in cuore a s. Giuseppe!

 

II. Agli occhi degli uomini. - S. Giuseppe passò costantemente durante la sua vita per padre di nostro Signore: il linguaggio dei Giudei in molte circostanze lo prova. «Non è forse egli, dicevano, il figlio di Giuseppe, (Luc. IV,22) il figlio d'un fabbro? (Matt.XIII, 35.) Nei loro intendimenti era questa un'espressione di disprezzo e d'insulto per nostro Signore; non s'avvisavano dello smisurato ingrandimento che ne riceveva intanto l'ufficio e la dignità del suo padre adottivo! Se l'avessero saputo? se una rivelazione, come a Giuseppe, li avesse chiariti del mistero di quella nascita, che fu meravigliosa opera dello Spirito santo? Ma no, non avevano il cuore preparato come quello di Giuseppe. Lo dicemmo altrove, che faceva d’uopo dei veli, cui l'amore, il rispetto, la fede imparerebbe a sollevar poco a poco, mentre al contrario l' odio li potrebbe moltiplicare e render più spessi fino al punto di disconoscere, ripudiare, e crocifiggere l'uomo-Dio. S.Giuseppe taceva la verità, nulla costringendolo a dirla, e Dio intimandogliene per opposto il silenzio; la taceva, allorquando avrebbe gettato tanto lume sul suo figlio adottivo e sopra lui stesso; egli gustava il silenzio e l'ignominia sì deliziosamente quanto la felicità di servire a Dio d'intermezzo e di testimonio. Agli occhi degli uomini è stato pubblicamente riconosciuto l'augusto suo titolo, come ne fa fede il linguaggio dei suoi contemporanei, e gli valse l'incomparabile onore d' essere associato d'una maniera più intima alle ignominie del Salvatore. Di Gesù si disse: “è il figlio d'un fabbro"; di s. Giuseppe si è dovuto dire: «egli era il padre del Galileo. Apprendiamo da questo esempio avervi persecuzioni ed oltraggi che sono una gloria e un onore per noi; allorchè i malvagi ce li fanno, e noi li soffriamo per Dio, e a causa di Dio, andiamone lieti giacchè soffriamo per la giustizia e per la verità. Perdoniamo ai nostri persecutori; amiamoli più teneramente ancora; la nostra pazienza finirà forse per trionfare del loro odio, almeno sarà l'eterno onore della nostra fede. Trionfate del male per il bene. (Rom.XII, 21.)

 

III. Per il modo d'agire di Nostro Signore. - Una parola del Vangelo basta ad attestare questa verità: erat subditus illis. Egli era loro sommesso.(Luc. II, 52.) Nostro Signore era sommesso a Giuseppe e a Maria come un figlio è sommesso ai suoi genitori. Gesù passava per figlio di Giuseppe sì per il rispetto, per l' affezione, e per la deferenza che testimoniava all'adottivo suo padre, quanto per tutte l'altre apparenze che giustificavano questo titolo. Ma Gesù non ha potuto sostenere un personaggio infinto, era mestieri che provasse, diciamolo netto, che provasse realmente per s. Giuseppe i sentimenti, che con parole e con il modo del suo agire esprimeva. Gesù Cristo ebbe dunque per s. Giuseppe il cuore d'un figlio il più tenero, il più amante, il più rispettoso, il più obbediente di tutti i figli. Felicitiamo il santo della tenerezza tutta filiale che ha avuto per lui nostro Signore. Quali favori spirituali, quale accrescimento di virtù e di merito dovette produrre in s. Giuseppe questo filiale affetto del Salvatore! quale sicurezza potente ci dà e ci darà sempre nella protezione di questo gran santo. Se io fossi il padrone, dice un buon figliuolo, che cosa non farei io per i miei genitori! Gesù Cristo è il padrone; sulla terra più che onori e ricchezze ha dato al suo padre adottivo la virtù, in cielo gli ha dato il potere.

 

PREGHIERA
O san Giuseppe, padre adottivo del Signor nostro, noi siamo suoi fratelli, e per conseguenza, siamo vostri figli. Abbiate per noi la cura e la tenerezza di padre; toglieteci dalla terra d'esilio, se la famiglia o il paese ci sono un pericolo all'anima; venite in cerca di noi, se mai avvenga che deviamo dalla via segnataci dai vostri esempi; rintracciatene, finchè abbiamo intesa la vostra voce, accolte le vostre doglianze, asciugate le vostre lagrime. State a guardia di noi, ed oh! possiamo noi esservi, come il Divin Salvatore, sottomessi, rispettosi, teneri figli!

 

RISOLUZIONI
1. Rinnovare durante la giornata le precedenti riflessioni.
2. Ripetere di quando in quando l'invocazione: S. Giuseppe, di cui fu creduto figlio, il figlio di Dio, pregate per noi.

 

SACRIFICI DA COMPIERE
Spirito: Non far alcuna lettura di solo piacere.
Volontà: Accettare, senza farne mostra di rincrescimento, le spiacevolezze che per dovere, per civiltà, e per carità incontriamo.
Sensi: Subire senza lamentarsene, o senza prendere le ordinarie precauzioni, gl'incomodi della stagione.
Recitare un Pater, Ave e Gloria, e tre volte: s. Giuseppe pregate per noi.

 

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